domenica 9 luglio 2017

Atletica giovanile: l'estinzione


   Mentre sui mondiali di Londra scendevano le prime ombre dell'ennesimo zeru tituli (ma accendiamo ceri votivi a San Gianmarco, del resto il santuario di Loreto dista solo 25km da Civitanova), continuiamo il discorso degli ultimi post citando un paio di studi.

1) Il primo studio è italiano e si propone di seguire l'evoluzione delle prestazioni giovanili (12-17 anni) e adulte (da 18 anni in poi) dei top-level nel salto in alto e nel salto in lungo maschile e femminile. Lo studio sorprendentemente giunge a percentuali quasi uguali a quelle da me rilevate (9-21%) nel precedente articolo: solo il 10-25% dei top-level adulti era top anche a 16 anni.
   Molto interessante la correlazione trovata tra il "rate" di miglioramento negli anni e la sopravvivenza da adulti (*).
   Per i dettagli:

http://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371%2Fjournal.pone.0170744

2) Il secondo studio è dell'Indiana University e ha un'impostazione un po' diversa ma comunque molto interessante (si vanno a vedere le MEDAGLIE), anche perchè riguarda il mondo intero. Analizza i 129 finalisti in 8 specialità (100, 200, 1500, 5000, lungo, alto, disco, peso) ai campionati mondiali junior e alle olimpiadi del 2000. Dei primi studia la carriera successiva, dei secondi quella giovanile. Risultati:

- il 23.6% dei finalisti junior poi vinceranno medaglie alle olimpiadi
- il 29.9% dei finalisti olimpici aveva vinto medaglie negli anni precedenti ai mondiali junior
- si conferma la (*) del precedente studio, ovvero chi è efficiente da adulto ha un alto "rate" di miglioramento negli anni, ovvero DA GIOVANE NON ERA UN FULMINE DI GUERRA.

https://www.sciencedaily.com/releases/2013/05/130531105413.htm

   Quindi è un problema non solo italiano... ma mi pare che in Italia sia molto più grave per il semplice fatto che ormai da anni il rapporto "medaglie adulti / finalisti junior" risulta a priori azzerato per ESTINZIONE DEL NUMERATORE.



5 commenti:

  1. http://www.repubblica.it/sport/running/storie/2017/07/07/news/l_italia_corre_sempre_meno_veloce_i_numeri_le_ragioni_e_le_ricette_del_possibile_rilancio-170247760/?rss

    Credo che anche questo sia attinente..

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    Risposte
    1. letto.
      conosco (internettamente) belluschi figlio e ho le tabelle di belluschi padre.
      non concordo molto col suo punto 3, ma ne riparleremo dopo i mondiali.

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    2. Non condivido molto l'articolo, che ci sia molta gente che pratichi è buona cosa, lo fa per salute e benessere personale, senza scannarsi per forza per correre a 6' dal record del mondo (salvo chi lo vuol fare convintamente per passione).
      Casomai dove c'è da lavorare è nell'individuazione del talento vero quello da top mondiale. Ci serve uno da 27', non 200 persone da 30'.
      Zedemel

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  2. Zedemel permettimi la metafora: se il terreno é fertile ci crescono le erbacce e magari anche qualche fiore. Se c'é il deserto é dura che crescano fiori se non per miracolo.
    Vero tuttavia, che ci sono esempi di nozioni con un livello medio altissimo ma nessuna eccellenza: ad esempio il Giappone

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  3. Si,ma nell'articolo sembrava una critica alla gente che non vuole più sputare sangue, ma ha senso se la differenza è fare 31 invece che 32, o 35 invece che 36? Salvo uno lo faccia convintamente per passione?
    È un bene che molti corrano, è un bene che in molti la vivano easy, in mezzo a tanti il talento uscirà, certo poi scatta la seconda fase, cioè allenatori e allenamenti che non li rovinino.
    Zedemel

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