Quando le condizioni atmosferiche sono critiche (nubifragi, neve, gelo... o anche casi di disgraziati dimenticati da Dio che vivono in luoghi con temperature di 50°... ciao Lorenzo! Ahahah!) può essere utile usare il tapis roulant, o treadmill come dicono gli angli. Tuttavia in questi anni ho avuto la sensazione di una certa associazione tra la corsa su tapis e certi problemi ai piedi (tendini d'achille, fasciti). Per carità, non sono un fisico nè un biomeccanico... però il cervello tende a lavorare e del resto il "senso comune" porta a fare certe ipotesi, come quella che "il tapis spinge dietro per noi". Ho letto di fisici che non concordano con questo senso comune.
M'è capitato di leggere un articolo in cui si intervista un docente di Scienze Motorie che ipotizza un maggior intervento dei quadricipiti sul tapis, cosa che pare non abbia riscontro nella realtà sperimentale, come vedremo sotto:
http://www.corriere.it/salute/15_marzo_23/perche-corsa-all-aperto-risulta-meno-faticosa-quella-tapis-roulant-185a8c42-d14d-11e4-8608-3dead25e131d.shtml
Poi c'è questo ottimo e dettagliato studio effettuato su 20 runners fatti correre alla stessa velocità delle loro gare sui 10km (mediamente 3.8 m/s) sia su terreno che su tapis, in cui si misurano tutti i parametri meccanici significativi e li si comparano:
http://img2.timg.co.il/forums/1_162564498.pdf
In tabella 2 vediamo che i parametri tempo-distanza (frequenza, ampiezza, ecc.) non differiscono significativamente. Invece in tabella 3 vediamo delle differenze importanti:
- i parametri cinetici (momento) delle caviglie sono maggiori sul tapis rispetto al terreno
- i parametri cinetici di ginocchia e anche sono minori sul tapis rispetto al terreno
- l'ammortizzazione delle caviglie è maggiore sul tapis rispetto al terreno
- l'ammortizzazione di ginocchia e anche è minore sul tapis rispetto al terreno
parliamo di differenze del 25-30%, quindi piuttosto pesanti. C'è un "trasferimento di azione" dalle anche-ginocchia ai piedi-caviglie. E i ricercatori sono costretti (in "discussion") a concludere che "la nostra ipotesi che la cinetica della corsa su tapis e sul terreno sia simile non è del tutto supportata" e "the treadmill running lacks push-off"; quasi tutti i "momenti" (r x mv) risultano inferiori su tapis, indicando una minore quantità di moto, ovvero si spinge meno e quindi intervengono meno i muscoli più impegnati nella normale corsa su terreno (distretti anche-ginocchia). Ma se a parità di velocità si spinge meno vuol dire che un pochino il tapis spinge per noi... quindi pare che il senso comune sia abbastanza sensato in questo caso.
E viene spiegata anche la maggior pericolosità per il distretto piede-caviglia che avevo ipotizzato, e a prescindere da eventuali pendenze dell'1% che in genere vengono usate sul tapis per ottenere velocità comparabili con la corsa su terreno.
A dir la verità i miei dubbi non finiscono qui... la nostra velocità di corsa risente continuamente di due tipi di asimmetrie:
- una "laterale" (una gamba produce più potenza e velocità dell'altra)
- una "frontale" (in espirazione produciamo più potenza che in inspirazione... avevo letto uno splendido lavoro su questo ma non lo ritrovo)
Siamo sicuri che queste asimmetrie non possano produrre ulteriori problemi correndo su un aggeggio che ti impone una velocità costante? Ne parlai con un biomeccanico che era scettico su questa possibilità, ma a me il dubbio rimane...