Non sono assolutamente esperto in materia, non sono un biomeccanico nè un ingegnere, ma a volte leggo cose che mi incuriosiscono e magari sono occasioni per studiare qualcosa che può tornarmi utile.
Markus Rehm è un lunghista mono-amputato, lo scorso anno saltò la bellezza di 8.40, record mondiale paralimpico e quest'anno è sorta la questione se possa partecipare alle olimpiadi "diversamente paralimpiche" (eh, perchè non si sa come chiamarle... se le chiami "ufficiali" o "normali" i paratleti potrebbero offendersi):
http://paralimpici.gazzetta.it/2016/05/30/rio-100rehm-e-gli-altri-oltre-pistorius/?refresh_ce-cp Paolo Taboga, la cui opinione è citata nell'articolo, oltre ad essere un ex atleta, biomeccanico ricercatore di alto livello ed esperto in materia di protesi, ha anche un'altra eccezionale qualità: è mio amico (ahahah!) e così abbiamo avuto sull'argomento uno scambio di mail che riassumo un po':
Corsaro:
"uhmmm... se fa i 100 in 11.7 e salta 8.40 certamente la protesi lo favorisce, io non lo farei partecipare"
Paolo:
"finora non è stato provato alcun favore: la protesi lo favorisce nel senso di una minore decelerazione orizzontale, anche allo stacco, ma lo sfavorisce nell'accelerazione e nella velocità massima, ci ho pubblicato uno studio non da poco su questo"
https://www.researchgate.net/profile/Paolo_Taboga/publication/259352071_Optimal_Starting_Block_Configuration_in_Sprint_Running_A_Comparison_of_Biological_and_Prosthetic_Legs/links/54106d2d0cf2d8daaad3cdf1.pdfCorsaro:
"ok, ho detto na cazzata"
Paolo:
"no! nessuna cazzata, è che FINORA non ci sono evidenze nel senso di un aiuto fornito dalla protesi"
Corsaro:
"ma se le protesi danneggiano nello start&drive e poi favoriscono il mantenimento della velocità orizzontale, può darsi che in distanze maggiori dei 100m l'aiuto si palesi"
Paolo:
"su Pistorius non rilevarono alcun aiuto... per la corsa di lunga durata, se aspetti un paio di mesi vedrai un articolo in cui abbiamo misurato l’economia di corsa in atleti bi-amputati"
Paolo è un ricercatore e giustamente vuole vedere i numeri e, almeno ufficialmente, astrarre da considerazioni morali-umanitarie... ma, in attesa del suo nuovo studio, spero che capisca che noi in un blog possiamo anche estrapolare in opinioni e ipotesi più o meno campate in aria. A me ad esempio insospettisce il fatto che tutti i saltatori mono-amputati stacchino proprio con la gamba amputata.
E poi, al di là delle considerazioni meccaniche riguardanti il gesto immediato, ci sono quelle di lungo periodo: una protesi diminuisce la massa corporea, non si stanca, non va in acidosi, non va rifornita di ossigeno, non va ripulita dai metaboliti cattivi, se si "infortuna" la cambi quando ti pare, ecc. ecc.
E poi, abbiamo istituito le paralimpiadi... è comprensibile che, dal punto di vista mediatico ed economico, se un atleta paralimpico raggiunge le prestazioni di quelli diversamente paralimpici poi voglia partecipare alle olimpiadi diversamente paralimpiche... però scusate, a me non piacciono i due pesi e due misure... se così dev'essere, ovvero se gli atleti paralimpici accettano il "darwinismo atletico", lo devono accettare sempre, quindi dovremmo cancellare le paralimpiadi e accettare normalmente gli atleti paralimpici nelle olimpiadi diversamente paralimpiche solo se fanno il minimo. Se non lo fanno, rimangano nell'oscurità come tutti gli altri.
Per cui, secondo me:
- o tutti i paralimpici partecipano solo alle olimpiadi paralimpiche, qualunque prestazione facciano
- o anche loro vanno solo alle olimpiadi diversamente paralimpiche se fanno il minimo, sempre che non vengano provati favori conseguenti al fatto di usare le protesi.
Altrimenti si corre il rischio che una dittatura del pensiero politicamente corretto, per favorire le minoranze "diverse", danneggi le maggioranze "diversamente diverse".