Tornando ai "dolori" dell'atletica azzurra, leggiamo le opinioni di un grande vecchio, Ugo Ranzetti, l'ex allenatore di Gabriella Dorio.
Come si potrebbe non condividere l'impostazione generale estremamente critica dell'intervista? Come si potrebbe non condividere l'opinione che i problemi sono soprattutto di natura tecnica? Tuttavia ci sono alcuni passi che mi piacciono di più e altri a mio avviso molto problematici. Ce n'è anche uno "diversamente vero". Vediamone alcuni estratti.
http://www.sportolimpico.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1412:saro-greve-atletica-sui-sentieri-della-cultura-smarrita&catid=1:focus
1) "a mio avviso sono stati due i motivi che hanno portato al “disastro olimpico” 2016. Il primo è legato all’adozione di una nuova struttura tecnica federale, quindi un fatto strutturale a cui consegue il secondo nell’anarchia operativa di atleti e tecnici conseguente alla nuova impostazione tecnica federale"
Quindi Ranzetti è per l'accentramento e contro il decentramento. Mah, in un paese come l'Italia, non proprio un campione della libera circolazione delle idee e della meritocrazia, francamente l'accentramento mi fa paura. Il discorso è che se poi "al centro" dominano i soliti matusa con le loro idee comprovatamente errate vecchie di 40 anni che nel mondo producono solo ilarità e scherno, allora mi tengo il decentramento. Poi del resto, se analizzate come ci si allena a Napoli o a Milano, gli schemi sono gli stessi, quindi un certo accentramento "inconscio" non è mai venuto meno.
2) "Non serve a nessuna causa fare riferimento al saltatore in alto o alla quattrocentista in giro per il mondo a spese FIDAL o ai velocisti mandati inutilmente negli USA per essere assistiti da un tecnico ben pagato, ma di fatto senza beneficio alcuno"
Questo è diversamente vero. Nel settore velocità ad esempio, gli unici atleti che negli ultimi anni hanno fatto qualcosa di buono (Grenot, Galvan, Hooper) sono proprio quelli andati in Florida da Seagrave, il quale poi non è certo il migliore del circo... e infatti è pagato poco dalla Fidal (dice 1000 euro lordi mensili) rispetto agli standard dei paesi NORMALI in cui gli allenatori sono trattati da professionisti. Invece per Ranzetti 1000 al mese è troppo... bravi, continuate con l'ideologia del "volontariato" che andrete lontano.
3) "mentre alcuni tecnici italiani di valore hanno lavorato con ottimo profitto per altre nazioni"
Questo è vero. Penso ad esempio a Carlo Buzzichelli, grande esperto di "forza" che sta seguendo con profitto diversi elite della nazionale cubana... ma vedi Ranzetti, la gente preferisce lavorare a Cuba dietro lauto stipendio che non a Cologno Monzese da (quasi) volontario. E poi Carlo è un perfido eretico che, superata la tradizione Bosco-Vittori, se ne andò a studiare con Tudor Bompa e Dan Pfaff...
4) "mentre i settori giovanili hanno prodotto gli abituali buoni risultati, cosa che sarebbe normalmente avvenuta grazie al nostro ottimo movimento di base, a livello di vertice le forze si sono disperse in esperienza personali, prive di guida centrale e di controllo tecnico plurimo, sociale e federale"
Vera la prima parte, con buona pace di quelli che "non c'è la base giovanile, non si fa promozione nelle scuole, i ragazzi di oggi sono pigri"; tuttavia anche qui penso che l'accentramento non risolva i problemi di cui al punto 1. I raduni "centralizzati" si fanno, ma vari allenatori mi raccontano come i loro ragazzi spesso si infortunino proprio durante questi raduni.
5) "“Il progetto attuale di formazione dei tecnici è vecchio di almeno trent’anni. Lo avevo concretizzato proprio io ed io stesso avevo anche segnalato, alla luce della mutata realtà culturale dei nuovi tecnici e dell’ambiente territoriale, la necessità di rivedere il sistema, non più adeguato ai bisogni di apprendimento dei nuovi utenti. Verso la fine del quadriennio 2000/2004 pure Carlo Vittori aveva colto questa necessità"
Ecco, questa necessità di svecchiare la cultura tecnica è il punto più interessante, ma perchè citare Vittori? Ogni volta che qualcuno vuole esprimere un'opinione autorevole ci deve mettere dentro per forza Vittori, come fosse un marchio assoluto di positività. Le idee di Vittori, se funzionarono con Mennea, rovinarono Pavoni e molti altri; e quando furono (assurdamente) estese anche al mezzofondo causarono disastri.
La polemica continua...