giovedì 26 marzo 2015

L'allenamento di Ron Clarke (lo Shiraz australiano).


   Cabernet, Merlot... molti vitigni classici hanno preso bene in Australia, ma nessuno quanto lo Shiraz. Hanno pure creato delle razze nuove, incrociando quelle classiche.
   E di razza superba era Ron Clarke, leggendario atleta australiano che negli anni '60 fece 23 record del mondo (tra le 2 miglia e l'ora) portando quello dei 10000 a 27'39.
   Si allenava da solo e dal suo gruppo uscì anche il record mondiale dei 3000st e della maratona (Derek Clayton).

   Come gli altri "oceanici" dell'epoca (Lydiard e Cerutty) la sua filosofia era decisamente "fondistica" e contrapposta a quella europea precedente basata sull'interval training, quindi grandi volumi, molta corsa in natura lenta e in soglia, velocità poco o niente, solo corsa continua e NIENTE RIPETUTE (quest'ultima cosa tipica solo di Ron). Gli oceanici ebbero un ruolo determinante nell'avanzo della teoria dell'allenamento, forse il più determinante della storia a giudicare dai risultati: durante i 10 anni di regno di Zatopek il record mondiale dei 10000m avanzò 40", mentre nei 10 anni di regno oceanico 1'15.
   Praticamente Ron pensava che una distanza debba essere approcciata "dall'alto", ovvero a partire da distanze maggiori più lente di quelle di gara... ragionava così "qua tutti sappiamo correre un 100 in 12", quindi il problema sta nella resistenza, portare una data velocità per una distanza via via maggiore".
   Non voglio giudicare (oggi in genere vengono usati metodi "composti"... e io sono un relativista, nel senso che un metodo va bene per qualcuno e non va bene per altri, o non va bene per sempre per lo stesso atleta), voglio solo fare una proposta culturale:

http://blogs.teamtbb.com/mathieuohalloran/2012/03/14/the-myth-of-long-slow-running-by-ron-clarke/

   L'articolo è di 20 anni fa e Ron lo scrive in polemica con un allenatore australiano dell'epoca.
   Come dite? Volete per forza un giudizio? E vabbè: a me pare un po' matto. Io già da tempo ho cominciato a dubitare della verità delle affermazioni di certi allenatori o atleti circa le loro tabelle.
   Fermo restando la fondamentale importanza dei volumi e dei "tempo run"... ma dice che quasi tutte le mattine si facevano 16-20km in progressione che finivano con gli ultimi 5-6km a 2'48-2'55... lunghi domenicali con salitazze a media 3'07... dice che quanto più gareggi meglio è...
   Mah... secondo me se fai sedute così e poi nei 10000 in gara vai a 2'46 (lui) o 2'50 (altri) te devi SPARA'. Stai sprecando tempo ed energie! Investi troppo per raccogliere poco!
Non hai studiato economia all'università...
   Uno che in allenamento fa lunghi a 3'07 (manco i keniani di oggi!!!) e 5-6km al giorno a 2'50, sui 10000 dovrebbe fare 25' non 27'39. Se non lo faceva significa o che sta mentendo (circa i suoi allenamenti) o che non recuperava quel tour de force di allenamenti e gare.

   Oggi abbiamo splendidi esempi di atleti che metà sedute le fanno a 4 o anche più lente (Kipsang, Gebreselassie, Rudisha) e che a Ron Clarke o Derek Clayton gli danno 1'20 sui 10k e 7' sulla maratona...
   C'è pure da dire che nel frattempo l'umanità è cambiata, quella era gente nata sotto la guerra o prima, abituata alla durezza della vita spartana di quei tempi, abituata da ragazzini a giocare tutto il giorno a piedi scalzi... gente che da un punto di vista sia fisico che psicologico era PRIVILEGIATA rispetto agli atleti odierni (a parte forse i keniani). Gli atleti di quei tempi non avevano la tecnologia di oggi ma erano FATTI D'ACCIAIO AL TITANIO (tutto il popolo era fatto d'acciaio, o pensi che tuo nonno o bisnonno erano come te?): penso che le due cose si equilibrino e quindi i tempi migliori di oggi siano frutto di metodi d'allenamento migliori.
   Oggi l'atletica oceanica è molto forte ma non seguono esattamente il Clarke-pensiero.



20 commenti:

  1. Lo Shiraz ti da certe bastonate in testa... Quando mio suocero australiano e' venuto in Italia per la prima volta, la sera di Natale si e' bevuto una bottiglia e mezzo di Montepulciano d'Abruzzo davanti ai miei occhi (e di mia madre, che temeva avessi mischiato il nostro sangue con quello di una famiglia di alcolizzati). Non si ubriaco' nemmeno (anche se poi dormi' 14 ore di seguito, complice anche il jet-lag), e mi spiego' "Una bottiglia di Montepulciano e' come un bicchiere di Shiraz!"...

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    1. beh sì, quando fanno vino in australia o california sono un po' "gnoranti", adorano le gradazioni micidiali :)

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  2. D'acciaio al titanio di fisico, ma di testa ancora piu' duri; a me e' piaciuto molto questo passaggio: "I have two arguments against them [speed session] . [...] develops a pattern of relief, rather than determination to fight on, whenever the pace begins to hurt."
    Non commento dal punto di vista tecnico, ma essere contro la velocita' perche' non provoca abbastanza dolore e' da veri duri! (o pazzi, dipende dai punti di vista).

    E concordo in pieno col Corsaro, rispetto ai nostri nonni siamo delle ciofeche!

    Comunque grande rispetto per Ron e il suo gruppo di pazzi!


    Edoardo EastLondoner83

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    1. attenzione però che oggi è pieno di "eroi" di testa ma "fisico di ricotta" :)
      ti assicuro che se prendi 100 atleti e li fai allenare in quel modo, 98 schiattano entro 2 mesi.
      e poi bisogna anche vedere A QUEI TEMPI quanti ne schiattavano... questo il buon ron col cazzo che ce lo viene a dire.
      ad esempio vittori ottenne un successone con UN atleta, mennea... ma lo stesso mennea in un'intervista disse "sì ma non immaginate quanti ne ha spaccati".
      so' capace pure io... prendo 30 atleti, li massacro, 29 vanno al CTO e 1 diventa campione: sarò ricordato per sempre come grande allenatore...

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    2. Corsaro, non mi stuzzicare.... Certi allenatori hanno spaccato decine di atleti direttamente, e migliaia indirettamente! Dopo alcuni "corsi di formazione" a Formia il mio allenatore e tanti altri tornarono con grandi idee e tabelle micidiali; stendiamo un velo pietoso sul risultato?

      Edoardo EastLondoner 83

      PS: se fai un post sull'argomento non mi trattengo e ti intaso la sezione commenti

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    3. Lo voglio anche io un super post anti santoni mitici. :D
      Comunque, Corsaro, secondo te chi ha contribuito a rendere Mennea una leggenda? E' stato lui stesso ad avere una dote superiore al resto, oppure è anche merito al suo allenatore? Oppure dici che all'allenatore gli è solo andata bene che per Mennea il suo metodo è andato a gonfie vele?

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    4. londoner,
      se mi vuoi mandare via mail le tabelle formiane di cui parli e i "risultati" che causarono, magari poi ci faccio un post (senza fare nomi).

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    5. chippz,
      negli anni 70 mennea non si allenava male, merito anche dell'allenatore. ma soprattutto merito suo che era un caterpillar, un caso unico.
      i problemi nacquero a fine decennio, quando da un lato iniziarono ad adottare metodi sbagliati (ad esempio la famosa trasformazione), dall'altro lato il successo di mennea fece assurgere a divinità metodi e allenatori col risultato di applicare a tutti le stesse cose.

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  3. Anch'io sono molto relativista... personalmente sono lontanissimo dal Clark-pensiero, ma il mio giudizio su un metodo dipende dai risultati e mi sembra che Ron Clarke li abbia ottenuti.
    Sul fatto che avrebbe potuto fare di più, credo che sia impossibile saperlo.
    In generale non mi piacciono i confronti tra atleti di epoche troppo diverse e trovo poco interessante ragionare con i "se" e con i "ma" (era più forte Owens o Lewis? Meazza o Maradona? Spitz o Phelps? Nurmi o Bekele? Lever o Federer?). Un atleta che ha stravinto per anni nell'epoca in cui ha vissuto e gareggiato è un Grande. Cosa sarebbe successo se fosse nato 50 anni prima o dopo nessuno può dirlo.

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    1. Ottima osservazione, complimenti! Condivido

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    2. ragionamente molto da tennista, eheheh :)
      me nell'atletica c'è il cronometro, il materiale umano cambia poco. il decennio oceanico ha fatto avanzare i WR più del decennio precedente, nonostante il fatto che i miglioramenti dovrebbero essere sempre minori col passare del tempo, questo mi pare un bel dato di comparazione.
      certo poi s'è sviluppata a dismisura l'atletica su strada... se migliaia di africani si fossero dedicati alla maratona a quei tempi oggi vedremmo in modo diverso le teorie di allenamento di allora.
      non ci piacciono i "se" e i "ma"? ok, allora valgono solo i NUMERI: bekele comanda.

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    3. http://www.pensieriemovimento.blogspot.it/2015/03/confronti-epocali.html

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    4. io invece, da allenatore, me ne devo interessare.
      perchè nell'epoca X seguivano tutti il metodo X1 e facevano risultati X2, nell'epoca Y seguivano il metodo Y1 e facevano risultati Y2. specie se le epoche sono poi contigue.
      a me serve confrontare i risultati dei metodi e cerco di isolare questo fattore causale (parlo ovviamente di sport con prestazioni misurabili).
      punti a favore degli atleti di oggi: piste più veloci, scarpe migliori, migliori terapie mediche.
      punti a favore degli atleti di allora: erano più temprati psicofisicamente, migliore QUALITA' dell'alimentazione e dell'aria, avevano poca concorrenza.
      secondo me i 2 gruppi di fattori si equivalgono e ne concludo che se oggi si fanno prestazioni migliori è perchè i metodi di allenamento sono migliori... che è un discorso che astrae dal "bolt è meglio di owens o viceversa".

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    5. Sicuramente la contiguità storica rende alcuni confronti possibili.
      Poi condivido con te che studiare i metodi di allenamento ed i risultati conseguenti è un discorso diverso dal confronto tra atleti, che può prescindere dal loro valore assoluto.
      Sul fatto che i due insiemi di fattori elencati si equivalgano non saprei... ho qualche dubbio, ma ancora una volta è molto difficile trarre conclusioni "scientifiche" in merito.

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  4. Bel post come al solito. Bhe...noi di forum corsa abbiamo il vantaggio di leggere certe cose in anticipo :-)
    Comunque, non posso giudicare la bontà del suo metodo di allenamento.
    Filosoficamente mi piace molto.
    Ma questo vuol dire nulla, perchè filosofeggiando non si corre forte

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    1. a me invece le filosofie "eroiche" piacciono solo in gara...
      bisogna studiare economia: massimo risultato col minimo sforzo... e sostenibilità a lungo termine delle strategie di investimento.
      questo specie per amatori.

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  5. Anche io sono per ottimizzare gli sforzi. Si dovrebbe fare il campionato dell'ottimizzazione: si valuta tempo ottenuto e ore di allenamento settimanali. Ah ah ah, molto brianzolo... ;-)

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  6. nel caso del mezzofondo però negli ani 60 non c'erano orde di keniani o etiopi.
    e nel caso dei velocisti diciamo che i caraibici rimanendo più primitivi ma sfruttando le esperienze americane (nel bene e nel male) ne hanno tratto grossissimi benefici.
    E poi alla fine lo stesso Antibo poteva scendere sotto i 27'.

    Beh, diciamo che parte del miglioramento avviene anche perché altri hanno superato certe barriere e quindi ci si forma con quei limiti da superare.

    Nel basket per esempio molto hanno fatto parquet e palloni ma il fatto che MJ ha cambiato questo sport ha visto crescere una generazione di giocatori che in mente aveva i suoi ritmi e il suo gioco.
    questo ha portato ad uno sviluppo mostruoso.
    così nel calcio odierno (dove cmq bisogna dire che i palloni aiutano molto mentre quelli di una volta sembravano massi rispetto agli odierni).

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    1. hai ragione.
      oh, complimenti per andrea... domani vediamo emanuela. negli 800 hanno vinto con 2'20...

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