giovedì 30 aprile 2015

Gli allenatori mentono? Mission: impossible.


   E' un po' che lo penso: alcuni allenatori mentono. Beh, un allenatore, come noi tutti, può mentire in varie occasioni e in vari modi, ma qui voglio soffermarmi su quelle che secondo me sono "mission: impossible", sedute d'allenamento impossibili.
   Alcune già le vedemmo in un paio di articoli che feci a marzo, ad esempio questa della Hinriksdottir:

 - 2x600 (rec. 6') + 3x400 (rec. 4') + 4x300 (rec. 3') + 6x200m (rec. 2'). Le prime tre serie a 30”/32” ogni 200, l'ultima serie a 28”/30”

   Abbiamo ben 3600m a ritmo 800m più altri 1200m ancora più veloci... e questo in inverno per una ragazza di 17 anni... devo credere a una cosa del genere?
   Altro esempio già analizzato, certi lavori stilati da Gajer per Bosse:

 - ritmo superiore del 5% rispetto a quello di gara, distanze 300, 400, 500, 600, volume complessivo 1500 metri
 - ritmo superiore del 10% rispetto a quello di gara, distanze 120, 150, 250, 400, volume complessivo 1000 metri

   Anche queste sembrano incredibili, anche per la presenza di prove lunghe: francamente non ce lo vedo Bosse che fa, in allenamento, 1000m totali, tra cui un 400m, a un ritmo da 46 sui 400m, forse ci riuscirebbe un quattrocentista da sub 44... ma poi, perchè uccidersi così in allenamento?
   Per finire una chicca su Nourredine Morceli, raccontata direttamente dal fratello, suo allenatore; questa seduta la faceva in maggio due volte a settimana, il lunedì e il sabato:

2x600 + 2x500 + 2x400 + 2x300, rec. 200m al trotto tra ogni distanza . Poi segue un recupero lungo e nuovamente esegue 2x600 + 2x500 + 2x400 + 2x300. Tempi 1'25 -1'10 - 56 - 39/40.

   Ragazzi... 7200m di roba a ritmo 1500m e anche più veloce e con recuperi irrisori... devo bere una roba del genere?

   Se veramente questi atleti sono capaci di tali sedute e poi in gara fanno quello che fanno, beh, allora vuol dire che lavorano male, ovvero che in gara potrebbero ottenere molto di più. Quindi mi pare un'ipotesi migliore, per la reputazione di questi allenatori, concludere che mentano. O che "l'ammischiano".
   A proposito, ho un gustoso aneddoto su Gajer, registrato nel corso di una delle tante conferenze che tiene in giro per l'Europa. Un allenatore malfidato gli fece notare l'eccessività di certe sedute, Gajer confessò che in realtà si trattava di sedute-obiettivo.
L'allenatore: "e il suo atleta raggiunge spesso i tempi obiettivo?"
Gajer: "MAI..."

No comment...





venerdì 24 aprile 2015

Allenamento mezzofondo giovanile: un periodo "speciale" anni '80.


   Vediamo come lavorava Francesco Panetta (insieme ad altri junior) in aprile e maggio.

   Sempre 11 sedute settimanali come nel periodo precedente; c'è una lieve diminuzione del chilometraggio e si inseriscono le ripetute, assenti fino a tutto marzo, elemento questo di diversità rispetto agli atleti senior che le facevano fin da gennaio.
   Abbiamo due "special blocks" (medio la mattina più ripetute al pomeriggio) come nella tabella dei senior. Le giornate con elementi intensi sono però quattro, il doppio rispetto ai diecimilisti senior. Si mantengono tre medi ma se ne limita il chilometraggio. Le tre sedute di ripetute sono una di ritmi medio-lunghi, una di interval training e una di "velocità".

   Per quanto riguarda il lavoro tecnico con le barriere, mentre nel periodo fondamentale si lavorava "a secco" e durante un medio, qui vengono inserite anche in un interval training di 400m, seguendo un'idea di approccio progressivamente più difficile-specifico, che poi sfocierà, nel periodo agonistico, nell'impiego di barriere e riviera durante ritmi-gara lunghi.
   Che dire... perfetto!

1)
matt: 30' + gym + allunghi
pom: 6-8km medio a 3'20 con ostacoli

2)
1h fondo lento a 3'50

3)
matt: 6km medio a 3'20
pom: a settimane alterne
 - 3x2000 (5'30 - 6') rec.800 jog
 - 5x1000 (2'40 - 2'45) rec.600 jog
 - 8x800 (2'08 - 2'10) rec 400 jog

4)
matt: 30' + gym + allunghi
pom: 40' fondo lento a 3'40

5)
matt: 30' medio a 3'30
pom: 15x400 con 5 ostacoli (66-68") rec.200 jog

6)
1h10' fondo lento a 3'50 - 4'

7)
3x500 (1'15)r.100jog/5' + 5x300 (43)r.100jog/5' + 5x200 (27)r.100jog

lunedì 20 aprile 2015

Velocità nei finali di gara (Corsaro vs Steve Magness)


   Non pensiate che io sia un esterofilo, che io usi solo armi tattiche per bombardare vicino casa, in Italia o in Europa... No, io uso anche il magnifico TOPOL-M, il missile balistico intercontinantale russo, il migliore al mondo, in grado di colpire ovunque, anche negli U.S.A.

   Steve Magness uscì nel 2009 con un articolo (http://www.scienceofrunning.com/2009/02/part-3-why-can-africans-close-faster.html) su una questione controversa: come mai certi campioni africani sono in grado, alla fine di una gara, di fare un ultimo giro tanto veloce, tanto più veloce rispetto agli atleti americani? Riassumo un po' la prima parte dell'articolo:
 - non può dipendere da una favolosa velocità di base, visto che ad esempio Gebreselassie non era in grado di fare un 100m meglio di 11.8
 - deve quindi dipendere da qualità aerobiche che investano la gestione dell'acidità.
Rubo la traduzione della seconda parte all'amico GB che la postò sul sito Noivelocisti:

"In un periodo di 4 mesi, Canova ha eseguito su Shaheen un test di prove intervallate che essenzialmente simulava un 5000 metri. Era 5x1000m (ritmo da 13:10 - 2:38 al km) con 1’00 – 1’15 di recupero.
Il primo test mostrava i seguenti livelli di lattato dopo ogni 1000 metri:

6.8 mmol
9.4 mmol
11.8 mmol
13.9 mmol
15.8 mmol

Quello che possiamo vedere da questi dati è che il lattato incrementa dopo ogni 1000 metri. Questo è quello che ci si aspetta secondo le comuni convinzioni fisiologiche. Tuttavia se osserviamo l’ultimo test, 4 mesi dopo, il lattato mostra un quadro diverso:
.
6.5 mmol
8.0 mmol
8.3 mmol
8.8 mmol
10.2 mmol

Come può vedersi, dal secondo fino al quarto 1000 metri, il lattato è essenzialmente costante! Questo significa che per circa 8 minuti, nel bel mezzo di un 5000 metri, se il ritmo è consistente, Shaheen sta correndo a livelli costanti di lattato. Questo fenomeno è quello che i fisiologi si aspettano di vedere durante una gara di un’ora di lunghezza, non in una di 13 minuti. Inoltre, il prima e il dopo mostra che con l’ allenamento è possibile in un corridore cambiare la dinamica del lattato.
Canova ha testato due altri suoi atleti ed è avvenuto lo stesso fenomeno. Per brevità, osserveremo un altro ancora dei suoi atleti, James Kwalia. Allo stesso modo di Shaheen, Kwalia ha eseguito una serie di intervalli per un periodo di 4 mesi. I suoi intervalli erano 4x1200m (3:09 + 1x800m alla massima velocità) con 1’ di recupero. La prima serie andò in questo modo:

8.4 mmol
9.8 mmol
11.8 mmol
14.6 mmol
14.8 mmol

Come ci aspettavamo, niente steady state. Fate particolare attenzione agli ultimi due numeri. Dopo il quarto 1200m, il suo lattato era 14.6, ma egli ancora aveva un 800 al massimo dopo solo 1 minuto di recupero.
Egli non fu affatto in grado di accrescere il suo lattato. Il tempo degli 800 metri riflette questo. Egli non fu in grado di aumentare il ritmo, anche se si supponeva che stesse andando al massimo. Corse quell’ottocento solo in 2:05.6, essenzialmente lo stesso ritmo dei 1200 metri.
Adesso, dopo 4 mesi con lo stesso test:

8.7 mmol
9.0 mmol
9.3 mmol
10.8 mmol
20.6 mmol

Notare il piccolissimo incremento di lattato durante le prime 3 ripetizioni. Ciò significa che egli essenzialmente correva a un produzione stabile di lattato a ritmo di 63” a giro per 9 minuti. Poi, i suoi livelli di lattato erano molto più bassi dopo la quarta ripetizione, e così fu in grado di incrementare nettamente il ritmo nell’ultima prova di 800 metri. Non fu sorpresa che egli fosse capace di correre in 1:54 con l’ ultimo giro in 58,55.
Ciò dimostra che riuscendo a tenere bassi i suoi livelli di lattato e con la capacità anaerobica per incrementare di molto la velocità, Kwalia fu in grado di chiudere molto più velocemente rispetto alle iniziali serie intervallate.
Che cosa tutto questo significhi, è che i dati suggeriscono che un motivo per cui gli africani riescono a essere veloci nei finali di gara è che sono in grado di correre in situazioni di gara con livelli stabili di lattato. Quello allora permette loro di attingere alle loro capacità anaerobiche molto di più rispetto a una situazione in cui i livelli di lattato crescono costantemente."

                                                                 ********

   Io non credo a sta "scoperta rivoluzionaria" di Magness, lo stimo pure poco perchè a volte le spara grosse.
UN 5x1000 NON E' COME UN 5000m!!!
   Questi sono atleti che hanno un tempo di dimezzamento dell'acido di 5-6'... quindi in un recupero di 1'-1'15 possono togliere 1mmol se a fine prova precedente hanno 8-10mmol... ma in gara il recupero non c'è e quindi l'acido continuerebbe ad aumentare, si troverebbero al 4°km con 12-13mmol e non con 8-9 come in allenamento. Se negli ultimi test, dopo che l'atleta ha raggiunto un'enorme efficienza aerobica, il lattato rimane stabile dopo ogni 1000m è semplicemente perchè lo smaltimento durante il recupero equilibra il maggior accumulo dopo ogni prova.
   Sono più forti aerobicamente rispetto al bianco medio, al 4°km hanno meno acido del bianco medio, quindi più margine per sprintare... ma NON ESISTE UNO STEADY STATE LATTICO IN GARA A 8-9MMOL!! Altrimenti sarebbe quella la "soglia anaerobica"... ma non s'è mai visto nessuno con soglie a livelli acidi così alti (in genere siamo tra 3.5 e 5).
   Quindi sprintano meglio perchè hanno meno acido (essendo più forti aerobicamente) e NON perchè hanno l'acido stabile!!! E del resto abbiamo visto come la loro stessa abilità di sprintare sia inversamente proporzionale alla velocità dei km precedenti... Farah fa l'ultimo giro in 50.9 in gare da 14'... in gare da 13' lo fa in 53.
   Ricordo una seduta (8x300 in 41.5 rec.3) dell'amico Luca Vandi in cui alla fine di ogni prova i valori del lattato erano:
1 4  7  8  10  11.8  11.6  11.4
   Allora? Aveva uno steady state a 11mmol? A Steve! E nnamo!!!

lunedì 13 aprile 2015

Tecnica di corsa 3: prime scaramucce (precoci).



   La settimana scorsa il sito Atleticalive mi ha pubblicato un articolo riguardante la "tecnica di corsa" e, come prevedevo, su Facebook s'è scatenata la viuleeeenza. Per carità, adoro gli insulti, li trovo divertenti, anzi revitalizzanti (ahah!).
   Diciamo che grosso modo i detrattori si sono divisi in due fazioni: quelli dell'articolo insulso-inutile-banale e quelli dell'articolo errato-cazzaro. Le due fazioni si annichiliscono a vicenda perchè secondo la prima non avrei espresso contenuti mentre per la seconda sì (errati).
   In verità in verità vi dico: l'articolo era solo un'introduzione generalissima nell'ambito di una guerra che da anni mi vede opposto alla religione dei "minimalisti-barefoot-totalitari"; invece è finito nelle grinfie di allenatori FIDAL, professori IUSM, ex atleti d'elite famosi. Vabbè, allora visto che ci siamo mi rivolgerò anche a questi.
   L'unico contenuto che ho espresso è la demenzialità dell'imporre a tutti e per sempre la stessa tecnica di corsa, quindi a quelli della fazione "articolo errato" dico: quindi voi imponete a tutti e per sempre la stessa tecnica? A quelli della fazione "articolo banale" dico: quindi per voi è normale, banale che la tecnica sia relativa...
   Ebbene io in queste due affermazioni non ci vedo alcuna relatività:

«.....il contatto col terreno, che avviene dapprima con la parte esterna del metatarso (contatto ancora non vero) , quindi con tutto il metatarso (contatto vero);...»  A. Cazzetta (1984), Atleticastudi, 6pp 541-543

«...il piede si presenta in leggera supinazione a prendere contatto col 5° metatarsale, per scendere rapidamente e in maniera elastica, su tutta la pianta....» C. Vittori (1997), L’allenamento del giovane corridore (dai 12 ai 19 anni), centro studi e ricerche FIDAL, pp60

   Deo gratias, invece qui appare un barlume di relatività:

«Il momento del contatto col terreno è fondamentale per la nuova fase di impulso. Questa deve avvenire, ad elevate velocità, con una presa ‘’metatarsale’’, con il piede quasi sotto la verticale del ginocchio.» F.Di Mulo (2009), Mezzi e metodi di allenamento dello sprinter di elevato livello, centro studi e ricerche FIDAL, pp 28

   La posizione di molti commentatori al mio articolo era: "è normale che la tecnica vada adattata al singolo ma comunque ci sono dei parametri fissi irrinunciabili". E quali? Prendo a caso un "Manuale corso allenatori" del 2012 (cavolo, un manuale dei corsi deve contenere i "parametri"!):

"1) La presa di contatto avviene di metatarso/avampiede, con un movimento dall’alto verso il basso e da davanti verso dietro"
 - ahahah, questa è la più "pittoresca"; vera nello sprint e nel mezzofondo veloce, ma poi... la Straneo "sbaglia", l'85% dei maratoneti elite del mondo "sbaglia", il 75% dei mezzomaratoneti "sbaglia", il 30% dei diecimilisti su pista "sbaglia", la maggior parte dei mezzofondisti e fondisti del mondo in allenamento, quando vanno più piano che in gara, "sbagliano" (impattano di tallone, comprovato da miriadi di ricerche statistico-scientifiche... ma basterebbe osservare con ONESTA', liberandosi da paraocchi ideologgggici funzionali solo al pedissequo adattamento al dogma).



"2) Nella fase di ammortizzazione l’arto di appoggio deve sostenere il peso del corpo e cedere il meno possibile"
 - vabbè...

"3) Un attimo prima dello stacco del piede dal terreno si deve completare la fase di estensione dell’articolazione dell’anca, ginocchio e caviglia"
 - non ci siamo; è vero per i mezzofondisti, invece oggi gli sprinters non estendono completamente il ginocchio, secondo voi quindi questo qua "sbaglia".



"4) Il tallone dell’arto di spinta risale velocemente sotto il gluteo determinando la flessione della gamba sulla coscia e di questa sul bacino"
 - vabbè...

"5) Busto leggermente inclinato in avanti"
 - mah, oggi, sia nello sprint che nel mezzofondo, quelli forti fanno di tutto per tenere il busto più verticale possibile, per "anteriorizzare" la meccanica. Quindi la Meadows (e tanti altri) secondo voi "sbaglia".



"6) Azione rilassata delle braccia che accompagnano il movimento senza creare torsioni delle spalle"
 - non ci siamo; un sacco di atleti world class torcono le spalle di brutto, specie donne-bassine-fianchi larghi (mi sapreste spiegare il perchè?); quindi secondo voi "sbagliano".


   Insomma, gli atleti più forti del mondo secondo la FIDAL "sbagliano", non seguono 4 dei 6 "parametri fissi irrinunciabili"... sono tutti scemi, e pure i loro allenatori e gli staff che ci stanno dietro.
   P.s.: gli atleti che appaiono in foto non sono eccezioni, vi potrei mettere MIGLIAIA di foto, video, fermo immagine, sequenze di frames (e lo farò in futuro).
   P.p.s.: a un mio amico, al corso, lo stavate bocciando, perchè osò accennare al fatto che QUALCHE (in realtà la stragrande maggioranza) maratoneta world class impatta di tallone... dovette abiurare... no, giusto per puntualizzare da che parte stanno i "soloni"...

venerdì 10 aprile 2015

Allenamento 10000m: un periodo "speciale" anni '80.


   Finita la stagione dei cross, nei mesi di aprile e maggio si entrava nel vivo, con un periodo di allenamento "speciale", definito anche di "ritmi-quantità".
   Rispetto al periodo precedente c'è una lieve diminuzione dei volumi cui fa riscontro un aumento dell'intensità.
   Le giornate dure sono solo due ma in entrambe si usa il "bigiornaliero hard", con parziale di fondo medio/veloce al mattino e ripetute al pomeriggio. Oggi Canova li chiama "special blocks".
   Il lavoro di ripetute brevi/lattacide del sabato si articola rispetto al periodo precedente e vediamo 2 sedute molto interessanti, definite "di sintesi", a velocità altissime (anche a ritmo gara degli 800 e 1500) e recuperi da fermo molto lunghi.
   Ma in sostanza si usano gli stessi mezzi d'allenamento del periodo precedente, ciò che nella moderna teoria internazionale viene definito "programmazione verticale".
   I recuperi in distanza sono di corsa a circa 4'/km, quelli a tempo sono da fermo.

1)
matt: 1h
pom: 40' + gym + allunghi

2)
matt: 1h collinare
pom: 40'

3)
matt: 5-6km a 3'-3'10
pom: ritmi gara a settimane alterne
 - 3x3000 (8'25-8'30) rec.1200
 - 5x2000 (5'25-5'30) rec.800
 - 6x1500 (4'08-4'10) rec.900
 - 8x1000 (2'43-2'45) rec.600
 - 10x800 (2'10-2'12) rec.400

4)
matt: 1h
pom: 40' + gym + allunghi

5)
15' + 1h collinare

6)
matt: 10-12km a 3'15-3'20
pom: resistenza lattacida a settimane alterne
 - 15-20x400 (64-65) rec.200
 - 15-20x300 (45-46) rec.100
 - 15-20x200 (28-29) rec.200
 - 3000 (8'15) r.8' + 800 (1'58) r.8' + 4x400 (58) r.2'
 - 2000 (5'25) r.8' + 600 (1'26) r.8' + 5x300 (42) r.1'30

7)
1h30'

lunedì 6 aprile 2015

Allenamento: generale, speciale, specifico.


   Riporto un pezzo di Canova, originariamente scritto sul sito americano Letsrun e postato dall'amico GB sul sito Noivelocisti.

a) Generale è tutto quell’allenamento che ha come obiettivo l’incremento delle nostre qualità, come base per migliorare la prestazione. Ve lo voglio spiegare con un esempio.
   Il talento di un atleta è come denaro per qualcuno che vuole costruire la sua casa. Se voi siete Gebre, la vostra casa può essere un grattacielo di 60 piani. Se siete un atleta normale, può essere un a casa di dieci piani. Ma, in ogni caso, prima di costruire la casa, dovete acquistare il materiale che dovrete usare.
   Questo è il periodo Generale. Dovete cercare di incrementare la vostra resistenza generale (base per ogni sport), la vostra forza, la vostra coordinazione, la vostra rapidità (non fate confusione tra rapidità, che è una qualità nervosa, e velocità: la velocità è una combinazione di forza e rapidità).
   Noi lavoriamo per diversi mesi (a seconda della specialità) per incrementare queste qualità.

b) Speciale è quell’allenamento che è connesso con la Specificità della prova , ma ancora non è molto Specifico. Per esempio, se usiamo esercizi pliometrici per un saltatore, questi sono esercizi Speciali: Specifico è quando noi saltiamo in modo vero e proprio facendo particolare attenzione alla tecnica della prova.
   Nel caso di un corridore, quando noi cerchiamo velocità più elevate del 10% della velocità di gara, o più lente del 10%-15% (a seconda della prova), possiamo parlare di allenamento Speciale della velocità.
Quando lavoriamo per incrementare la forza, noi lavoriamo in modo Generale, ma quando lavoriamo per incrementare la resistenza alla forza, estendendo la durata degli esercizi, lavoriamo in modo Speciale.

c) Specifico è quell’allenamento direttamente connesso con la prova. Correre 3x600m in 1'18" con 10' recupero per un corridore da 1'44" è Specifico, correre 8x600m in 1'24" con 5' è Speciale, correre 12x600m in 1'30" con 2' è Generale (nota del Corsaro: qua esagera su tempi e volumi).
   Così, durante il periodo Speciale noi abbiamo già un poco di allenamento Specifico e durante lo Specifico noi continuiamo con un poco di allenamento Speciale. Il limite tra Speciale e Specifico è piccolissimo, noi ci muoviamo da un periodo ad un altro solo modificando la percentuale di un tipo di allenamento in raffronto all’altro.
   Inoltre durante il periodo Specifico, necessitiamo di avere ogni 3 settimane circa, un periodo Speciale che dura lo stesso tempo, per rinfrescare le qualità Specifiche che usiamo per la prestazione, in modo Speciale.
Questo significa ridurre un poco l’intensità (ma non troppo), per puntare nuovamente su alcuni esercizi Speciali (per esempio, non usiamo esercizi pliometrici durante le principali 3 settimane di competizione, ma, durante il successive 3 settimane senza competizioni, li usiamo nuovamente), e per incrementare ancora il volume.
   Solo usando in modo corretto una modulazione tra intensità e quantità, e tra allenamento Speciale e Specifico durante la stagione agonistica, possiamo mantenere per lungo tempo la forma massima.

   Un’altra cosa: vedo molti messaggi sull’influenza di Lydiard. Io fui, certamente, molto influenzato da Lydiard, anche perché iniziai ad allenare molto giovane, nel 1965, e Lydiard era un modello vincente con le sue teorie. Ma, francamente, questa disputa mi sembra ridicola.
   Se vogliamo che ogni tipo di ricerca, e ogni invenzione, possano essere utili per il futuro, noi sempre dobbiamo dare grande merito a chi ha iniziato questo sviluppo, ma non possiamo fermarci al suo punto di partenza.
   Così, una cosa sono i principi e la filosofia, che sono ancora una ”legge” fondamentale per tutti i migliori allenatori al mondo delle medie e lunghe distanze, un’altra cosa la loro applicazione, perché la scienza, la metodologia, le esperienze, la ricerca sono state in grado di avanzare durante gli ultimi 40 anni .
   Se qualcuno conosce la storia della metodologia, sa che vi sono stati nel passato diversi allenatori che hanno influenzato intere generazioni di atleti. Mihail Igloi, per esempio, l’ungherese che ha allenato Iharos (Record Mondiali dai 1500 ai 10000 negli anni 1955-56), Szabo, Rozsavolgyi. Oppure Van Aaken, il primo a studiare gli effetti delle lunghe corse sulla capillarizzazione. Oppure il francese Frassinelli, allenatore di Michel Jazy (correre 3 ore a ritmo molto lento, anche dopo avere battuto il record dei 2000 e 5000m con 13'24").
   Voi avete una particolare attenzione per Lydiard, perché egli era un allenatore di lingua inglese, e ha scritto libri in questa lingua. Ma voi non conoscete le idee e la filosofia di allenatori dell’est Europa, per esempio, che influenzarono il guru dell’ Etiopia, Woldemastre Kostre, che andò all’Università in Ungheria per la sua preparazione scientifica.
   Non comprendo e non so, non sono interessato nel conoscere ogni cosa sull’elettricità, ma sono molto felice che qualcuno l’abbia scoperta, inventata e sviluppata, così, quando entro in una stanza buia, devo premere un bottone solamente per illuminarla.
   Questo significa che non spreco tempo nel cercare di comprendere che cosa sia l'uso comune, ma inizio da lì per andare avanti con il mio lavoro.
   Voi siete nel paese del filosofo del pragmatismo, James. Cercate di essere più pragmatici: l’obiettivo finale non è discutere chi fosse, o è, il migliore tra i grandi allenatori della storia , ma conoscere il modo per fare correre più velocemente gli atleti.
   Per fare questo, dovete usare tutta la vostra conoscenza, non limitandovi ad una fonte sola.

giovedì 2 aprile 2015

Velocità del fondo lento: teribbbili perversioni (sottotitolo: radice quadrata del logaritmo elevato alla 3/4 della derivata seconda dell'integrale di pi greco).


   Incredibbbbile... iniziai a spiegare ste cose nel 2008 sui blog... le ho spiegate decine di volte su vari forum... eppure mi tocca leggere ancora cose del tipo:

"la cl va fatta al 70% della fcmax"...

   E giù calcoli su calcoli, rilevazioni costanti e ossessive, dibattiti interminabili sui forum, sensi di colpa se si sfora la percentuale o se a fine seduta si va in "deriva cardiaca".
   E giù test per la rilevazione della fcmax, test da campo per la rilevazione della velocità ad ogni preciso scaglione di fc (manco fosse l'IRPEF), e mi raccomando di fare i test esattamente sullo stesso percorso, e mi raccomando di calcolare le differenze che potrebbero derivare da condizioni climatiche diverse, in test fatti in diversi momenti, tramite l'algoritmo... eeehhh l'algoritmo!

   Cosa vi ho fatto di male? Perchè mi volete morto? Perchèèèè??? TELL ME WHY!!! Perchè lo dice qualche "eminenza"?
   Stabiliscono delle "zone d'intensità" con percentuali fisse calcolate sulla frequenza cardiaca massima... tipo "zona easy 60-70%"... boh, io non ho mai avuto nessun atleta che fa fondo lento al 70%... e sono uno che il fondo lento lo vede very easy!

   Prendiamo 2 atleti di ugual valore, mettiamo da 35' sui 10km, che fanno fondo lento a 4'30-4'40/km con frequenza cardiaca intorno a 140bpm, ma uno ha fcmax a 200bpm e l'altro a 170bpm.
 - Il primo ha la fc del fondo lento al 70%... promosso.
 - Il secondo ce l'ha all'82%... bocciato... kattywone, la devi portare al 70%, 119bpm... ma a 119bpm corre a 6'/km!!!

MI SPIEGATE PERCHE' CAZZO DUE ATLETI DI UGUAL VALORE DOVREBBERO FARE FONDO LENTO A PASSO 1'30/km DIFFERENTE??????????

   Nessuno ci vieta ogni tanto di farci un uscita in jogging... che ne so, incrocio una bella tipa e mi ci metto a correre insieme iperlento... ma che mi si viene a dire che uno che vale 50' sui 10km e ha fcmax 170bpm, al quale verrebbe naturale un fondo lento a 6'/km, lo debba fare a 8'/km perchè DEVE SEMPRE rispettare la SACRA percentuale... eh sì perchè (per chi non lo sapesse) ci sono degli "allenatori" che dicono alla gente di correre a 8' o addirittura 9'/km (io CAMMINO a queste velocità). E accade (per chi non lo sapesse) che a velocità così basse, vicine alla camminata, i parametri meccanici variano parecchio; ad esempio si usa molto il soleo (muscolo pieno di fibre lente perchè deputato alla stabilità della stazione eretta più che al movimento) e si usano poco i muscoli che più intervengono nella corsa (zone attorno alle anche).

CALCOLARE LE VELOCITA' TRAMITE PERCENTUALI FISSE DA UN (QUALSIASI) PARAMETRO FISSO E' IL METODO PEGGIORE CHE ESISTA!!!

   Lasciamo stare poi che il parametro fisso tanto fisso non è... ad esempio io ad agosto avevo fcmax 170 e facevo lento a 5'30 a 140bpm. Oggi ho fcmax a 180 e faccio lento sempre a 5'30 a 140bpm, con le stesse spiccicate sensazioni di agosto... invece secondo "loro" ad agosto avrei dovuto fare lento a 119bpm (a 7'/km...), oggi a 126 (a 6'20/km)...
   Sta formula del 70% va bene solo per chi ha fcmax alta (giovanissimi e adulti "tachicardici naturali sotto sforzo"), per gli altri no, perchè genera delle velocità troppo basse. E' sempre lo stesso discorso, si generalizzano cose valide solo per una minoranza... ma lo si fa enunciando una presunta legge che NON ESISTE (non esiste che è più efficace allenarsi a certe % fisse!!!). E con un occhio alle vendite dei cardiofrequenzimetri...