lunedì 1 febbraio 2016

Allenamento 400m: comparazione ITA - USA.


   In due post precedenti avevo iniziato ad analizzare le problematiche relative alla specialità in cui negli ultimi decenni siamo risultati più scarsi:

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2015/09/allenamento-400m-massimalismo-o.html

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2015/09/allenamento-400m-il-gioco-delloca.html

   Le mie considerazioni riguardavano solo l'allenamento della velocità massimale; nel primo post ne spiegavo l'importanza fondamentale, nel secondo rilevavo come in Italia i quattrocentisti la trascurino.
   Ora affrontiamo altri due problemi basilari:

1) se la velocità la alleniamo poco e niente, cosa alleniamo in modo preponderante?
2) come distribuiamo le intensità di allenamento nel corso della stagione?

PROBLEMA 1.
   Compariamo i volumi sostenuti in allenamento, distanza per distanza, nella stagione 2008-2009 da Claudio Licciardello con uno schema classico di Dwaine Miller (ex coach di LaShawn Merritt):

Distanza - Licciardello - Miller

30m:            600              240
40m:                0            1680
50m:                0              400
60m:                0            1860
80m:          5200              160
100m:        6200            1000
120m:              0              240
150m:        5550            2400
200m:      13200            8000
250m:          500            1000
300m:      20700          13800
320m:              0                  0
350m:              0            6300
400m:        8800            3200
450m:              0            1800
500m:        7000            7000
600m:        3000          30000
800m:        1600                  0
1000m:      4000                  0 
              --------        --------
totale       76350          79080

Osserviamo che, a fronte di un volume totale simile:

- l'allenamento di Licciardello presenta dei "buchi" specialmente nelle distanze che allenano la velocità massima (40-60m)
- le distanze più gettonate da Licciardello sono quelle "centrali" (150-300m), ovvero le più lattacide
- è scarso il lavoro di Licciardello sulle "overdistance" (450-600m), notevole invece in Miller.

   Direi quindi che mentre Miller distribuisce in modo equilibrato, Licciardello predilige il centrocampo e sguarnisce l'attacco e la difesa... un 4-3-3 a fronte di un 2-7-1...

PROBLEMA 2.
   Leggiamo anzitutto l'opinione dello stesso Licciardello:

"L’Italia non riesce a sviluppare il talento dei propri atleti perché troppo spesso, gli stessi, sono costretti a richiudere le ali a causa di problemi fisici, legati SOLO ed ESCLUSIVAMENTE alla programmazione dell’allenamento.
Abbiamo lavorato, (e ancora “lavoriamo”) a intensità troppo alte. Il quattrocentista è un velocista che lavora ritmi mediamente troppo alti durante quasi tutti gli allenamenti che produce. L’impostazione classica, ci ha abituato a usare tantissimo volume di lavoro ma è lo svolgerlo ad intensità altissime ad aumentare la propensione agli infortuni."

http://www.ilcoach.net/claudio-licciardello-i-miei-400-metri-tra-catania-formia-e-la-florida/

Licciardello 2007-2008, intensità media in % delle prove di corsa, per periodo:

- introduttivo 80.93
- fondamentale 83.71
- intensivo 85.16
- rifinitura indoor 94.23
(media macrociclo indoor 86.01)

- fondamentale 86.52
- intensivo 92.11
- speciale 93.79
- rifinitura 97.16
- agonistico1 96.34
- preolimpico 92.95
(media macrociclo open 94.17)

   Beh questo è tipico in Italia... la classica programmazione "orizzontale" in cui prima si fa tutto a media intensità e poi tutto al fulmicotone... ma voi riuscireste (sopravvivendo...) a correre da marzo ad agosto TUTTO al 94% di media?

RIEPILOGANDO...

1) in Italia i quattrocentisti non allenano la velocità massima
2) si ammazzano di acido perchè si concentrano prevalentemente nelle distanze a maggior accumulo acido
3) si ammazzano al quadrato perchè le intensità medie sono troppo alte, da suicidio dalla primavera in poi.

Correggendo questi tre errori qualcosa di buono si potrebbe ricominciare a vedere.

   Più in là vedremo anche gli schemi di Clyde Hart, il leggendario coach americano che ha seguito Johnson, Wariner, la Richards, schemi parecchio voluminosi ma con distribuzione delle intensità molto particolare.






39 commenti:

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    1. l'ho mandato a andy, smuoviamo le acque della palude.

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  2. e non aveva la scusa del freddo visto che si allenava a Catania

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    1. l'acido difende da raffreddori e influenze? ihihih!

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    2. Quindi licciardello ha raggiunto il picco durante la rifinitura

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  3. recentemente un allenatore di atleti di buon livello italiano mi spiegava che:(con i cadetti che correranno i 400 passando alla categoria allievi bisogna da subito avviarli alla resistenza lattacida) . per intenderci 8/10 x200 recupero 3^ 85%. alcuni in effetti sono arrivati a gareggiare perfino nella categoria junior betty cjorben

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    1. "alcuni sono arrivati"... e gli altri? e dopo la ca.junior?
      è un lavoro già duretto, ma fanno anche di peggio.
      comunque la mia idea è che in acido si può andare, basta però vedere quando, quanto e soprattutto OGNI quanto.
      lavorare duro si può e si deve, però un conto è farlo 2-3 volte a settimana e un altro è farlo 5-8 volte!
      e poi non bisogna tralasciare le altre cose.

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  4. Bel lavoro...numeri numeri numeri non chiacchiere, grande Luc!

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    1. tenchiu!
      beh, rendiamo grazie in questo caso agli allenatori che pubblicano nel dettaglio il loro operato.
      ho preso licciardello come esempio perchè è famoso e perchè i suoi numeri sono disponibili sul web. nulla di personale contro lui o i suoi allenatori.
      tanto "così fan tutti".

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  5. sono daccordo che si debba lavorare duro, ma quando vedi dare di stomaco durante l ^inverno centometristi 3/4 volte la settimana a qualcuno dovrebbero venire dubbi,invece chi propina programmi del genere vede nei conati la conferma del buon lavoro svolto,i ragazzi ipermotivati arrivano anche loro a credere a questa cosa x un po,poi vedi nel dopocariera avendo assaggiato metodi diversi capire, l^intervista di licciardello e^ chiara . betty cjorben

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    1. beh, un paio di vomitate a stagione passino, 3/4 a settimana in inverno no.
      l'intervista è chiara... però anche lui, prima delle critiche ai contenuti, DEVE omaggiare certi personaggi portatori di quei contenuti.
      così non va!

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  6. Ciò che più mi lascia perplesso è che, più o meno in tutti i settori professionali, è ormai diffuso il modello "copia e incolla" dai migliori. Nel mio campo (informatica) adottare le "best practice" mondiali è un motivo di merito! Perché commettere errori che altri hanno già corretto? Evidentemente perché gli errori in questo caso si pagano poco e/o si possono addebitare ad altro (mancano talenti, gli altri si dopano, non abbiamo strutture, ecc.)
    Alla fine però continuo a pensare che se noi italiani facessimo "contare" l'atletica quasi come il calcio le cose andrebbero diversamente in termini di meritocrazia nel settore tecnico e conseguentemente di risultati

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    1. il problema è il POTERE.
      vabbè, nell'atletica italiana è un potere dei poveri, ma sempre potere è.
      in italia DEVI OSANNARE certi personaggi (e le loro idee), anche quando è palese da decenni la loro inefficienza. se non lo fai ti segano le gambe.
      molti sono coscienti della situazione (mica solo io!) però se vuoi stare nella struttura devi stare zitto, al massimo mormorare sottobanco... ma non puoi fare nomi e cognomi e spiattellare le cose alla luce del sole.
      e finchè sarà così, finchè non sarà possibile tagliare i rami secchi, nessun tentativo di miglioramento avrà successo.
      lo schifo lo si vede già su certi forum, tra amatori... se dici "quella seduta di tal allenatore è sbagliata", e lo provi, l'adepta di quell'allenatore scrive ai moderatori accusandoti di offendere le sue idee e ti fa bannare.
      è letteralmente incredibile che un'attività ludica come il correre sia finita preda di tali malattie mentali.

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    2. è anche molto triste... ma il potere ce l'abbiamo noi "consumatori italiani di atletica"!
      Dobbiamo allargare il mercato interno, essere disposti a pagare per un buon prodotto e dobbiamo diventare super-esigenti con chi ce lo offre! Come facciamo con il calcio...

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    3. infatti... è incredibile ma c'è più libertà nel calcio!

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  8. c'è anche una mancanza di talenti, bisogna ammetterlo, magari sono cicli, anche nel calcio abbiamo ad oggi una nazionale che forse è una delle meno dotate della storia. Nell'atletica pare stia tornando Schwazer, altrimenti a livello top è lo zero assoluto.
    Zedemel

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    1. i talenti ci sono:
      http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2015/06/lazzurro-che-verra-forse.html

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    2. tu dici che ci perdiamo dei campioni per via di allenamenti sbagliati? Ok da giovanissimi van bene, ma è anche vero che gli ultimi miglioramenti sono i più difficili. Per una ragazza da 4'14" deve arrivare sotto i 4' per vincere a livello mondiale. Per il ragazzo nei 100m deve scendere sotto i 10". Speriamo bene
      Zedemel

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    3. "tu dici che ci perdiamo dei campioni per via di allenamenti sbagliati?"
      ne sono assolutamente certo, e non lo dico solo io, lo dice licciardello, lo dice pavoni e tanti altri.
      e lo dicono grandi allenatori stranieri che hanno osservato (e deriso) come si allenano certi italiani.
      le difficoltà che dici ce le hanno tutti, mica solo gli italiani...

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    4. se per talenti si intende gente potenzialmente in grado di competere a livello internazionale (diciamo che possa almeno puntare ad una finale olimpica) i numeri dicono che ne abbiamo e ne abbiamo sempre avuti. Ci manca proprio la capacità di far fare SISTEMATICAMENTE il salto di qualità agli ottimi giovani nella fascia di età dai 16-18 anni in su. In altri sport sappiamo farlo (ad esempio nel nuoto), nell'atletica no. Fenomeni si nasce, ma campioncini si diventa! Arrivo paradossalmente a dire che preferirei che l'atletica italiana sfornasse ogni anno un centometrista da 10"00 piuttosto che uno solo da 9"9 nei prossimi 10 anni...

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  9. Edoardo EastLondoner833 febbraio 2016 alle ore 14:19

    Bel post! I numeri non mentono, e certi "buchi" sono evidenti; ho due domande per te.

    Con i dati a tua disposizione, riesci per caso a definire le tipologie di allenamento per ciclo? Per capirci, ciclo fondamentale: X sessioni in cui si cura velocita', y sessioni di acido, z sessioni di roba lunga...

    Leggo spesso che i nostril giovani si "rovinano" perche' fanno allenamenti troppo specifici sin da giovani; pensi che sia vero, o e' colpa di allenamenti sbagliati?

    Grazie,
    Edoardo

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    1. 1) "riesci per caso a definire le tipologie di allenamento per ciclo?"... parli degli atleti/allenatori che cito?
      2) giovani: penso siano vere entrambe. ma è complicato perchè bisogna definire cos'è "specifico".

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    2. Edoardo EastLondoner4 febbraio 2016 alle ore 08:47

      Si si, quelli che citi, grazie.

      Per il secondo punto, sento da fonti americane che il segreto del loro successo è abbinare 2-3 sport fino ai 16-17 anni, e poi specializzarsi. In questo modo da giovanissimi non raggiungono il massimo potenziale in nessuno sport (e gli italiani li battono), ma sviluppano capacità diverse che poi utilizzeranno in futuro nello sport che sceglieranno. Come sai, di queste cose capisco poco o niente, ma intuitivamente non mi sembra una scemenza... Se il "metodo" americano fosse corretto, vorrebbe dire che siamo destinati a vincere quasi solamente a livello giovanile per colpa di una visione solo di breve termine?

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    3. 1) avendo i diari degli allenamenti, riesco... ma parlarne richiede vari articoli e una settimana di lavoro...
      2) secondo me non è sempre così e non è tanto necessario (fare diversi sport). è necessario invece programmare bene, in modo completo, rispettando i cicli di rigenerazione.
      leggevo i panegirici di un allenatore che aveva un cadetto mezzofondista n.1 in italia, a parole era contro la "specializzazione precoce", poi gli faceva fare 4 sedute di ripetute su 4... dopo 2 anni da allievo scivolò all'8° posto...

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    4. Edoardo EastLondoner834 febbraio 2016 alle ore 19:28

      Immaginavo che per il punto 1 fosse difficile; dai, magari ti ho dato uno spunto per post futuri per quando hai una settimana libera :)

      Molto interessanti i tuoi commenti sul punto 2, grazie!

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  10. Ritorno a bomba con il mio solito ritornello...ma xche per lavorare in ospedale devo diventare medico ed ho bisogno di una laurea e tanta pratica? Mentre per allenare basta entrare in campo e basta???? Poi io ringrazierei gente come Luc che mette su dei blog, fa parlare e sopratutto da numeri!!!!! Il problema sta nella non esistenza di un protocollo e nella non capacità di dialogare.

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    1. è pieno di macellai con tanto di laurea e corsi vari e pure pratica.
      il punto è che:
      - se gli fanno studiare cose vecchie, errate, inutili, dannose
      - se nella pratica DEVONO applicare sul campo quello che disse TIZIO mammasantissima 30 anni fa, altrimenti la carriera di allenatore se la scordano
      - se sono incapaci a fare le giuste deduzioni da quello che studiano o osservano sul campo...
      c'è poco da fare.
      e poi i "titoli" chi li giudica? sempre qualcuno del clan...

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    2. Nrzioleo, ti rispondo con il mio di ritornello... Perchè in Italia nessuno si farebbe operare da un chirurgo che ha un curriculum in cui è scritto che i suoi pazienti sono morti sotto i suoi ferri!
      Siamo noi "consumatori di atletica" che non spingiamo il sistema verso la maritocrazia ed il miglioramento. Siamo pochi e poco attenti! Immagina un mondo in cui tantissimi italiani portassero i loro figli nelle scuole di atletica pagando anche profumatamente gli allenatori, in cui in TV fosse trasmessa atletica tutti i giorni con grande audience, in cui i giovani sognassero di diventare Ashton Eaton (chiedi oggi a qualche 18enne a caso se lo conosce e se invece conosce Balotelli...). In quel mondo gli allenatori di atletica sarebbero dei professionisti in concorrenza tra di loro, ricercati dalle società sportive sulla base dei loro titoli e dei loro risultati, gli scarsi ed i poco aggiornati sarebbero emarginati. Imagine...

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    3. mi pare che un problema grosso, sia l'aggiornamento e lo studio, d'altronde il miglioramento va di pari passo col progresso scientifico. Vidi su youtube un tizio (epstein mi sembra) che parlava dei miglioramenti dei record nel corso del tempo e che molto è legato a progressi tecnologici (piste, costumi, etc.), quindi ciò che è legato all'uomo è minimo, se poi gli allenatori non lo vogliono vedere, rimarremo veramente ancorati a 40 anni fa.
      Zedemel

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    4. zedemel,
      se ciò che è legato all'uomo è minimo, è minimo sia in italia che in francia... però in francia da 3'35 scendono a 3'31, in italia da 3'32 a 3'39.

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    5. L'atletica può anche rimanere uno sport di nicchia, ma ricordate sempre che è la matematica per tutte le scienze perfino per la fisica, con questo voglio dire che se devo spiegare un fenomeno fisico ho bisogno di analisi matematica e con questo ulteriormente voglio dire che nel calcio usano l'atletica per allenare i calciatori...e lì studiano perché DEVONO portare risultati e se ti inventi regressioni o cazzate sei bannato!!! Stesso metro per i medici stesso metro per tutti quelli dell'entourage. In Italia non mi interessa che si generalizzi, a me che ho speso 10€ per fare il corso da allenatore e mi chiedi 50€ per mantenere il tesserino e mi chiedi di aggiornarmi...perché al campo NON mi chiedi la tessera per entrare e fai entrare chiunque si spacci per allenatore???? Io dico che il sistema potrebbe anche funzionare, ma poi Quis_custodiet_ipsos_custodes? Chi chiude il loop e banna dal sistema questo che ha fallito? O banna il sistema che non ha funzionato? Allora IO preferirei discutere ai convegni con gente come Luc che mi porta numeri e mi dice cosa non va, non gente che mi dice che va tutto bene e che il keniano va più forte perché da piccolo cammina scalzo e va a scuola a piedi!!!!!

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  12. sicuro che i numeri siano giusti? poiché fare 180m sui 80 per l'americano vuol dire fare 2 ripetute in un anno su quella distanza, ed è cosi per altre ripetute.
    Comunque esempio chiarificatore su come i nostri atleti durino qualche anno e poi abbiano decisamente un crollo cronometrico sui 400.Ti suggerirei di vedere anche i vari pb dei nostri migliori velocisti nelle distanze corte(sopratutto 100 metri):imbarazzante. Senza una velocità di base non si va da nessuna parte.I 400 bisogna costruirli:inutile correrli a valanghe da allievo o junior, e tralasciare le distanze inferiori a quell'età. Il conto te lo si presenta in futuro:e lo si vede chiaramente.

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    1. sono giusti, gli 80 non li usa.
      sul resto TI concordo al 100%!
      ma chi sei?

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  13. Ho ripescato questo articolo...molto interessante, mi da dei buoni spunti per i prossimi allenamenti :)

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