venerdì 24 giugno 2016

Alimentazione e allenamento: scacco ai lowcarbisti


   Slurp! Cari lowcarbisti e paleofissati vari, non sapete cosa vi perdete, ahah!
   Copioincollo (con sua autorizzazione) una mail di un mio master:

"Prima di dirti il risultato del medio di oggi, anche se credo di avertene fatto cenno in passato, volevo che tu sapessi che quando mi hai "preso in carico" oscillavo tra i 67 e i 68 kg (×169 cm). Oggi, dopo un regime alimentare ipocalorico a basso consumo di carboidrati, peso 61,5/62,5 Kg.
Sento però che in ipocalorica "soffro" solo nei "lavori" mentre nelle cl va tutto ok. Anzi la minore zavorra mi agevola nel tenere il passo nel lento anche oltre i tuoi canonici 18 km.
Tanto premesso, ho deciso che da oggi riprendo un'alimentazione normocalorica con regolare carico di carboidrati. Anche in vista degli allenamenti futuri che mi sembrano un tantino più impegnativi.
Oggi dovevo fare 2 x 6k di medio con rec. jog.
Dopo 30' di riscaldamento, ho fatto i primi 6 km @4.38 di media. Dopo il km jog, sono riuscito a fare solo 4 dei 6 km previsti @4.40 perché avevo finito la benzina. Me n'è rimasta così poca che non ho ultimato la distanza neanche al passo di cl."

   Regà, quando parlo lo faccio perchè ho 35 anni di esperienza: su 100 atleti che tagliano drasticamente i carbo a 99 succede questo, c'è poco da fare o da negare l'evidenza...
   Vabbè, sbagliando s'impara (si spera...), non siate troppo cattivi col mio master se no magari s'incazza e non mi paga più, ihihih!



martedì 14 giugno 2016

Il marcio che marcia


   Dice... ma che c'entra la tipa della foto??? Si chiama Marcia. E chi sarebbe il marcio del titolo? Ma sono io! E mi sono dato momentaneamente alla Marcia... ma purtroppo non quella della foto bensì la marcia atletica, quella cosa strana sculettante.

   E' che in marzo è tornato a trovarmi quel vecchio figlio di Troia di Achille, quello del tendine infiammato; è un amico screanzato, si presenta senza avvisare, si installa qui e non se ne va finchè sono in Brasile, sloggia finalmente solo quando vado in Italia, detesta l'aria fresca e secca della Capitale nelle mezze stagioni. S'è comportato così già varie volte... ora erano anni che mi lasciava in pace, sia lui che altri amici screanzati (l'ultima volta, tre anni fa, venne a trovarmi l'amica Fascia, quella di destra, mentre Achille è di sinistra).
   Insomma, in attesa che se ne vada l'ho mollato io e mi sono messo a frequentare l'amica Marcia: ho sperimentato che se frequento la Marcia Achille se ne sta buonino, senza dare in eccessive escandescenze... anche l'Achille omerico era nervosetto, no?

   Ho iniziato con camminate veloci a 8'/km... all'inizio ddu palle... ma poi mi sono abituato. Poi ho provato a inserire dei tratti di marcia, 100m... 200m... e via aumentando le dosi ma facendo sempre frazionati perchè mi vanno a fuoco i muscoli delle caviglie, specie il tibiale anteriore, se marcio continuo. Per dire, un mese fa potevo fare 10x300 con recupero in camminata veloce ma non riuscivo a marciare di seguito per 1km.
   Quindi mi sono mosso "short to long", dai frazionati al fondo, aumentando progressivamente sia i volumi totali di marcia che la lunghezza delle singole frazioni, ma anche riducendo i recuperi.

   Ovviamente ho anche problemi tecnici: riesco bene a non andare in sospensione, riesco ad appoggiare a ginocchio stecchito, ma subito dopo l'appoggio il ginocchio mi cede di qualche grado, quindi ancora non rispetto per bene la seconda regola della marcia. Sto provando a correggere l'errore facendo, durante i circuiti di forza, delle rullate "speciali" in cui non ruoto le spalle (tenendo le mani unite dietro la schiena o dietro la nuca) per costringere le anche a ruotare di più: penso che sia proprio l'insufficiente rotazione delle anche sul piano frontale che porta al cedimento del ginocchio nella prima fase di "stance".

   Non mi sono mai occupato di marcia, so solo (avendo visionato varie tabelle) che gli allenamenti sono simili a quelli della corsa di fondo. Un amico mi ha detto che il fatto che il ginocchio cede di qualche grado aiuta un tantino il passo di qualche secondo al km (una leva piegata è più efficiente di una dritta, dice l'ingegnere), ma anche così credo proprio di marciare abbastanza veloce rispetto alle velocità (pietose) che tenevo ultimamente nella corsa. Grosso modo i marciatori vanno 1'/km più lenti dei runners, invece io scarto solo 40-45", WOW! Che abbia sbagliato tutto nella vita? Avrei dovuto darmi alla marcia fin da ragazzo?

   Osservando le liste Master vedo che i migliori M50 fanno i 5000 sui 25'... ebbene nelle ultime 2 settimane ho fatto:

- marcia lenta a 6'15
- 4800m di medio a 5'40 con 145bpm, facile facile (per me è una FC da "lento svelto")
- 4x800 a 4'55 + 4x200 a 4'15 con recuperi di 1' da fermo

Per cui... Alex, allenati forte se no ti prendo eh, ahah!

P.s.: ma pure ai tempi dei figli di Troia c'erano i cellulari???






lunedì 6 giugno 2016

Atleti paralimpici: il caso Rehm.


   Non sono assolutamente esperto in materia, non sono un biomeccanico nè un ingegnere, ma a volte leggo cose che mi incuriosiscono e magari sono occasioni per studiare qualcosa che può tornarmi utile.
   Markus Rehm è un lunghista mono-amputato, lo scorso anno saltò la bellezza di 8.40, record mondiale paralimpico e quest'anno è sorta la questione se possa partecipare alle olimpiadi "diversamente paralimpiche" (eh, perchè non si sa come chiamarle... se le chiami "ufficiali" o "normali" i paratleti potrebbero offendersi):

http://paralimpici.gazzetta.it/2016/05/30/rio-100rehm-e-gli-altri-oltre-pistorius/?refresh_ce-cp

   Paolo Taboga, la cui opinione è citata nell'articolo, oltre ad essere un ex atleta, biomeccanico ricercatore di alto livello ed esperto in materia di protesi, ha anche un'altra eccezionale qualità: è mio amico (ahahah!) e così abbiamo avuto sull'argomento uno scambio di mail che riassumo un po':

Corsaro:
"uhmmm... se fa i 100 in 11.7 e salta 8.40 certamente la protesi lo favorisce, io non lo farei partecipare"

Paolo:
"finora non è stato provato alcun favore: la protesi lo favorisce nel senso di una minore decelerazione orizzontale, anche allo stacco, ma lo sfavorisce nell'accelerazione e nella velocità massima, ci ho pubblicato uno studio non da poco su questo"

https://www.researchgate.net/profile/Paolo_Taboga/publication/259352071_Optimal_Starting_Block_Configuration_in_Sprint_Running_A_Comparison_of_Biological_and_Prosthetic_Legs/links/54106d2d0cf2d8daaad3cdf1.pdf

Corsaro:
"ok, ho detto na cazzata"

Paolo:
"no! nessuna cazzata, è che FINORA non ci sono evidenze nel senso di un aiuto fornito dalla protesi"

Corsaro:
"ma se le protesi danneggiano nello start&drive e poi favoriscono il mantenimento della velocità orizzontale, può darsi che in distanze maggiori dei 100m l'aiuto si palesi"

Paolo:
"su Pistorius non rilevarono alcun aiuto... per la corsa di lunga durata, se aspetti un paio di mesi vedrai un articolo in cui abbiamo misurato l’economia di corsa in atleti bi-amputati"

   Paolo è un ricercatore e giustamente vuole vedere i numeri e, almeno ufficialmente, astrarre da considerazioni morali-umanitarie... ma, in attesa del suo nuovo studio, spero che capisca che noi in un blog possiamo anche estrapolare in opinioni e ipotesi più o meno campate in aria. A me ad esempio insospettisce il fatto che tutti i saltatori mono-amputati stacchino proprio con la gamba amputata.

   E poi, al di là delle considerazioni meccaniche riguardanti il gesto immediato, ci sono quelle di lungo periodo: una protesi diminuisce la massa corporea, non si stanca, non va in acidosi, non va rifornita di ossigeno, non va ripulita dai metaboliti cattivi, se si "infortuna" la cambi quando ti pare, ecc. ecc.

   E poi, abbiamo istituito le paralimpiadi... è comprensibile che, dal punto di vista mediatico ed economico, se un atleta paralimpico raggiunge le prestazioni di quelli diversamente paralimpici poi voglia partecipare alle olimpiadi diversamente paralimpiche... però scusate, a me non piacciono i due pesi e due misure... se così dev'essere, ovvero se gli atleti paralimpici accettano il "darwinismo atletico", lo devono accettare sempre, quindi dovremmo cancellare le paralimpiadi e accettare normalmente gli atleti paralimpici nelle olimpiadi diversamente paralimpiche solo se fanno il minimo. Se non lo fanno, rimangano nell'oscurità come tutti gli altri.

   Per cui, secondo me:
- o tutti i paralimpici partecipano solo alle olimpiadi paralimpiche, qualunque prestazione facciano
- o anche loro vanno solo alle olimpiadi diversamente paralimpiche se fanno il minimo, sempre che non vengano provati favori conseguenti al fatto di usare le protesi.

   Altrimenti si corre il rischio che una dittatura del pensiero politicamente corretto, per favorire le minoranze "diverse", danneggi le maggioranze "diversamente diverse".