lunedì 19 dicembre 2016

La maratona perfetta di Mick.


   Parlo molto di rado delle prestazioni dei miei atleti, mi pare d'averlo fatto solo un paio di volte in due anni di blog. Forse dovrei farlo più spesso, mi farebbe pubblicità visto che raggiungiamo spesso ottimi risultati; ma a me piace parlare più di teoria dell'allenamento e imbastirci su polemiche... e poi se mi faccio troppa pubblicità la scuderia cresce troppo... e io sono pigro, ahah!
   Ma stavolta ne voglio parlare, perchè l'ultima gara della stagione ha dato un riscontro eccellente e ha suggellato la chiusura di una stagione veramente scoppiettante, e perchè così mi gira. Non è perchè questa prestazione sia migliore di altre, ripeto: così mi gira.

   Seguo Mick da 8 mesi: I primi tempi furono dedicati alla solita "riconversione industriale" seguente all'analisi del modo di allenarsi precedente e quindi all'individuazione dei punti in cui si poteva agire per migliorare qualcosa. Seguiva "il balcanico", quindi grandi volumi e grande intensità (troppa?). Dopo aver sfiorato immediatamente il PB in mezza, in estate abbiamo fatto le gare in salita migliori di sempre. Poi, dopo una fase di scarico in agosto, a settembre abbiamo ricominciato a darci dentro puntando al bersaglio grosso: l'abbattimento del PB in maratona di 2h57'04 (4'11.7/km), prestazione già ottima relativamente alle possibilità di Mick, che è M45 e svolge un lavoro fisicamente molto pesante, quindi obiettivo difficile di per sè, senza contare gli imprevisti che possono accadere sempre e che in maratona sono particolarmente insidiosi. Pensai subito a un passo medio in gara di 4'10 (tempo finale intorno a 2h56) che in effetti era già quello previsto nella maratona del PB, ma in quell'occasione ebbe uno scoppiettino nel finale.

   NON SOLO, ma com'è mio solito, il PB l'avremmo dovuto abbattere NONOSTANTE un programma più leggero, meno voluminoso e meno intenso (io ufficialmente sono un economista: massima efficienza, massimo utile con minimo investimento!). E così da subito rallentammo le corse lente; come sapete tutti le corse lente accelerate sono il cavallo di battaglia di molte "eminenze" nostrane dell'allenamento, una cosa che non m'è mai piaciuta.

   Nei tre mesi di preparazione specifica Mick ha corso da 60 a 93km settimanali (mentre nella maratona precedente arrivò a 107) in 5-6 sedute e ha fatto quattro lunghi (30, 30, 33, 36) con strutturazioni particolari che sono mio copyright e non vi svelerò MAI (eheheh!). Questa la settimana più voluminosa, la terzultima:

10km
15km svelto (4'24)
risc + 11x500vel/500svelto (4'08) + 10x100sal
matt 12km / sera 15km svelto (4'21)
risc + 24km (4'07)

   Quindi la gara. Seguivo i passaggi sul sito. Partenza a razzo, ai 10km 40'40 e 1h26'45 (4'06.7) alla mezza ("se scoppia lo uccido!!!"), 2h04'15 ai 30k e media scesa a 4'08.5 ("angosciaaaaa!"). Ma alla fine ce la fa: 2h55'41 (4'09.8), ho sbagliato la media pensata mesi prima di BEN due decimi, ahahah!
   Poi m'ha spiegato che la partenza a razzo era dovuta al vento e ai cartelli dei chilometri piazzati a membro di segugio.

   In effetti i miei maratoneti sono sempre "fortunati", il famoso "muro" ci è sconosciuto, cali nel finale si sono verificati solo due volte (ma entrambe comunque con PB), una volta per crampi e un'altra per cenone la sera prima a base di pesce e fiumi di vino bianco e conseguente nottata passata sveglio seduto sul "trono". Su 18 maratone svolte dai miei amatori non c'è stato mai un ritiro e i PB sono stati 16, la media degli scarti di passo 21/42km è 21.7"/km, per Mick è 14"/km.



mercoledì 14 dicembre 2016

Marathon: breaking2


   Che ne dite se mi metto a fare i titoli degli articoli in inglese? No, perchè ormai l'80% delle visite al blog viene dall'estero, soprattutto USA e RUSSIA (oddio, non vorrei essere diventato l'ago della bilancia della rinnovata guerra fredda! Non mi chiamo mica Fidel, ahah!)... mentre gli italiani forse sono irritati dalle mie lotte contro certe religioni alla moda (minimaletica, cuoretica, dietetica...). E mi perdonino gli amici russi se non conosco il russo e non ho la tastiera in cirillico.

   E così "La ditta" se n'esce con un'iniziativa senza precedenti: fare di tutto per rompere la barriera delle 2h in maratona:

http://news.nike.com/news/2-hour-marathon

   L'attuale record mondiale di Kimetto è 2h02'57 (2'54.8), quello sulla mezza di Tadese è 58'23 (2'46.0), quello sui 10000 di Bekele è 26'17.53 (2'37.7). Gli scarti sul passo sono di 8.8" e 8.3". Occorre un passo di 2'50.6 per rompere la barriera delle 2h in maratona, 4.2"/km meglio di quanto di meglio fatto finora.      Ovviamente prendendo atleti super specializzati nella maratona è possibile avere uno scarto mezza-maratona inferiore a quello esistente fra i due WR. Ad esempio Kimetto (59'14) ha 6.4, Kipchoge (59'25) ha 6.0. Ma comunque, supponendo di schiacciare lo scarto a 5, ci vuole sempre un atleta che contemporaneamente valga il WR nella mezzamaratona. Molto molto difficile ma non impossibile.

   Ci riusciranno? Non ci riusciranno? E' un progetto serio? E' una trovata pubblicitaria? Devo comprare azioni di farmaceutiche che fabbricano medicamenti antiasmatici? Boh, vedremo... voi che ne pensate?

   Comunque (opinione personalissima) mi fa piacere che qualcuno punti ancora alla GRANDE IMPRESA, al WR, in un momento in cui la IAAF sta rivoluzionando la Diamond League in direzione opposta, sempre più volta a cercare spettacolo solo nella vittoria, nella competizione uomo contro uomo e non uomo contro UNIVERSO, fregandosene delle prestazioni cronometriche, sempre più volta a trasformare il circo dell'atletica in una sottospecie di Formula Uno. Una immane rottura di coglioni insomma. Oggi vince uno, domani un altro e tra qualche mese ci siamo scordati tutto... invece un WR rimane scolpito nella STORIA.    Una vittoria significa "oggi sono stato il più forte dei presenti", un WR significa "sono il più forte di ogni essere umano che ha calpestato finora il pianeta"!!!

P.s.: purtroppo "la ditta" non mi dà manco una dracma bucata pe' sto spottone pubblicitario, mannagggggg... dittaaaaa!!! Anche i corsari devono magnà, ahah!



sabato 3 dicembre 2016

Allenamento: Salazar mi ruba le idee (ahah!)


   Scherzoooooo!!!
   La cosa forse iniziò 8 anni fa quando su certi siti analizzammo l'allenamento dei quattrocentisti di Clyde Hart. Vedemmo sedute "strane" di questo tipo (tempi per atleti da 46"):

- 2x600 in 1'30 (veloci) rec.15'
- 3x300 in 50 (lente) rec.1'
- 3x300 in 40 (veloci) rec.5'

   Mai viste cose del genere in Italia, perchè quei 300 lenti in mezzo? Ci venne in mente che in qualche modo quei 300, dopo i 600 veloci/lattacidi, invece di affaticare ancor di più, permettessero all'atleta di RIPRENDERSI e completare la seduta nuovamente con una parte veloce/lattacida e nello stesso tempo sostenere un volume totale di seduta notevole.

   Ma che vuol dire "riprendersi" in termini fisiologici? Sappiamo (lo sappiamo?) che i metaboliti scaturenti da un'attività lattacida, sia lo ione lattato che lo ione H+, nelle fasi di recupero vengono riutilizzati per ricostruire le molecole di ATP; pensammo che un'attività centrale relativamente blanda potesse accelerare questo processo "LAVANDO" via l'acidità. Chiamammo questa fase proprio "lavaggio".
   Provammo su noi stessi e sui nostri atleti 400-800isti e... accadeva proprio ciò che ci aspettavamo! Dopo il lavaggio ti ripigli alla grande e sei pronto a tirare di nuovo.
   Quindi io provai anche a trasporre il concetto nell'architettura di certe sedute per mezzofondisti prolungati... quindi 3 anni fa scoprii che Albertone faceva la stessa cosa, maledettoooo!!!
   Ricapitolando, per mezzofondisti abbiamo:

FASE 1:
- prove medio-lunghe ad alta velocità, ritmi-gara o addirittura gara (breve) + recupero lungo

FASE 2:
- prove brevi o medie (recupero stretto) o unico tratto di medio, basta che si lavori con BUFFER, ovvero con volume/intensità più bassi di quanto si potrebbe. Ad esempio Salazar ai diecimilisti ha fatto fare 5x1600 a ritmo dei 15km, mentre in una seduta classica fa fare 6x1600 a ritmo 10km. Oppure come nel post precedente, in cui fa fare un mediuccio a 3'30 di 2-3 miglia, ben più breve di quanto possano fare quelle atlete a quel passo

FASE 3:
- prove medio-brevi ad altissima velocità

   Il segreto sta nel fatto che nella fase 2 con buffer l'acidità che si ricicla è maggiore di quella prodotta, e nello stesso tempo comunque lavori, mentre con un recupero passivo dovresti poltrire un'oretta.

   Intendiamoci, niente di miracoloso, non è una struttura che deve sostituire quelle più classiche... ma è una struttura a mio avviso utile in alcuni momenti e per alcuni atleti. Salazar la usa in periodo agonistico quando deve accorpare i lavori in uno solo per permettere vari giorni di "pascolo" tra le gare. Ma io l'ho usata con profitto anche coi master per i quali può essere utile fare sedute miste visto che non fanno più di due lavori a settimana e quindi, senza sedute miste, farebbero passare troppo tempo prima di ripetere la stessa tipologia di allenamento con sedute classiche.



martedì 1 novembre 2016

Salazar... è matto?

   
   Partiamo da un link postato dall'amico Elia nei commenti al post scorso:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1632278830404269&id=1497922587173228

   Albertone fa fare una "giornatina" alla Cain e alla Hasay... prima una gara indoor, poi un mediuccio e per finire roba veloce; se Canova parla di "special blocks" qui abbiamo un "iper-special block". Nei commenti quasi tutti propendono per una "follia" omicida dell'allenatore.

   PREMETTO che se la Cain abbandonò il gruppo e da 2 anni non migliora, probabilmente qualche errore di programmazione c'è stato; Salazar non è una divinità, ad esempio sbagliò molte cose nell'allenamento per la London Marathon di Mo Farah.
Tuttavia vi dico che se fra i commentatori del link vi sono allenatori, la cosa è molto grave perchè un allenatore, prima di giudicare, dovrebbe sapere le seguenti cose:

- la Hasay negli ultimi anni è migliorata
- la stessa "giornatina" la fece fare anche a Centrowitz, Rupp e Farah (sia con che senza gara iniziale) e mi pare che questi qua qualche tapasciata di quartiere la vincano (ahah!)
- tali giornatine le fa fare di rado, 2-3 volte l'anno, in periodo agonistico, precedute e seguite da 4-5 giorni riposanti di sole corsette easy.

   Salazar spiegò che in periodo agonistico questa era una buona soluzione di compromesso fra le contrastanti esigenze di:

- gareggiare bene, OVVERO con ampi periodi di relax tra una gara e l'altra
- fare un mantenimento di certe tipologie di allenamento concentrandole in un'unica giornata

   Cioè, secondo lui sarebbe peggio, più DURO-AFFATICANTE, spalmare quei lavori su più giornate e quindi avere meno giorni di recupero. Quindi c'è un preciso motivo programmatico in questa scelta, tendente a far faticare MENO l'atleta e non il contrario.
Quindi Salazar non è matto in linea di principio, sul piano programmatico. Poi come sempre bisogna verificare caso a caso se un concetto possa adattarsi bene a tutti (forse io alla Cain una giornatina del genere non l'avrei fatta fare).

   Ma domandatevi: è più da matti far fare una giornata così, circondata da 8 giorni di recupero, oppure 5 giorni intensi a settimana come fanno fare ai nostri diciassettenni mezzofondisti?
Seguirà un altro post sugli aspetti fisiologici di una tale struttura.



giovedì 29 settembre 2016

Il taper visto dall'Altis


   Dicesi "taper" il percorso d'allenamento degli ultimi 10-15 giorni prima di un evento importante; è un periodo estremamente delicato, un taper sbagliato (troppo volume o troppo poco, troppa intensità o troppo poca) può compromettere mesi di allenamento. Vediamo qui alcuni taper di sprinters. Dice "ma che ce frega degli sprinters, noi semo atleti enduranti!"... beh, secondo me ce frega, tanti concetti utili ho carpito al settore velocità, non bisogna fare compartimenti stagni.

   L'Altis è il famoso centro d'alleneamento diretto da Dan Pfaff a Phoenix, Arizona; siamo ai massimi livelli mondiali, ci si allenano molte star dell'atletica internazionale tra cui il canadese De Grasse e il sudafricano Jobodwana. De Grasse c'è approdato nell'inverno scorso dopo aver siglato un contrattino con la Puma per sobri 14 milioni (facciaducazz) e, a giudicare dalle medaglie a Rio, con ottimo profitto; Jobodwana fu sorprendentemente bronzo ai mondiali di Pechino sui 200. Entrambi i ragazzi sono seguiti direttamente dal coach Stuart McMillan.

   Vediamo il taper preolimpico di agosto di De Grasse (purtroppo non abbiamo i recuperi):

3 - 4x120 progressivi in curva
4 - defaticamento e terapie
5 - 5x70 facili
6 - 2 cambi staffetta + 3x30 in curva
7 - riposo
8 - 4x120 progressivi in curva
9 - viaggio e defaticamento
10 - 3x30 in curva + 1x70 submassimale
11 - terapie
12 - defaticamento
13 - 100 batt 10.04
14 - 100 semi 9.92 PB --- 100 finale 9.91 PB bronzo
15 - defaticamento e terapie
16 - 200 batt 20.09
17 - 200 semi 19.80 PB e record nazionale
18 - 200 finale 20.02 argento
19 - 4x100 finale 37.64 bronzo e record nazionale

   De Grasse in 10 giorni fa in totale 1560m (+ 2 cambi staffetta). Sorprende la totale assenza di forza/palestra e di prove maggiori di 120m. 1560m sono pochi? Allora vediamo Jobodwana prima dei mondiali 2015:

11/8 - 2x30 curva + 2x30 + 2x45
12 - 60+90+105+150 r.6-10' + PESI (4x4 snatch 40k, 4x4 squat 90k)
13 - riposo
14 - 2x150 r.2' (15.2 16.0)
15-17 - riposo (viaggio)
18 - riscaldamento
19 - 3x50 fast
20 - 6x60 facili
21 - 75 + 150 (14.8) + PESI (4x4 snatch, 4x5 squatjump)
22 - drills e terapie
23 - riscaldamento e terapie
24 - terapie
25 - batt 20.22
26 - semi 20.01 PB
27 - finale 19.87 PB NR bronzo

   In questo caso negli ultimi 10gg abbiamo la bellezza di... 735m totali. Schema comunque molto diverso da quello di De Grasse: abbiamo dei richiami di palestra e prove molto intense. Di nuovo assenti le prove oltre i 150m, ma a ben vedere la seduta del 14, con quel recupero risicato, produce gli stessi effetti di una prova di 250m.

   E in Italia come li facciamo i taper?



domenica 18 settembre 2016

Allenamento 10000m: test dei 7'.


   Il prosecco è un vino leggero, eppure pare che dia alla testa. E può accadere che un "imprenditore del prosecco" proponga un "test dei 7'" per valutare lo stato di forma, il passo da tenere nelle varie tipologie di sedute d'allenamento, la soglia anaerobica e il tempo previsto in una gara di 10km. Il test deve essere massimale e in prima battuta dovrebbe fornire una valutazione del massimo consumo d'ossigeno.

   E può capitare di leggere su un forum di un utente che effettua il test che dà i seguenti risultati:

- 1760m (3'59/km)
- soglia: 14.3 km/h (4'12/km)
- tempo previsto sui 10km: 42'
- ritmi d'allenamento:

corsa lenta 4'50 - 4'55
corsa media 4'30 - 4'40
ripetute medie-lunghe 3'55 - 4'10

   E può capitare che il suddetto utente riesca a tenere un passo in una gara di 10km di... 5'/km... uno scarto di 61" dal passo del test e un SOBRIO errore di appena 48" rispetto alla previsione. Per cui il malcapitato utente dovrebbe correre perfino i lenti più veloci del ritmo gara.

(NON RIDETE!!! Se ridete vi diranno che non rispettate le idee altrui e fate critiche distruttive...)

   E può capitare che il tale imprenditore magari sia un ex nazionale con tanto di tessera di allenatore della Federazione Irochese Di Atletica Leggera e abbia in scuderia 200 atleti (paganti). Ma nonostante tutte queste qualità non capisca che:

- un test così breve è poco correlato con prestazioni di durata 4-8 volte maggiore
- un test A TEMPO poco si addice a previsioni su gare A DISTANZA, perchè a uno scarso viene fuori 1700m mentre a un campione 2800m
- la relazione test/gara sarà fottutamente diversa a seconda della tipologia dell'atleta (veloce/resistente), del grado di allenamento aerobico, del chilometraggio sviluppato in allenamento.

   Come si fa a propinare alla gente roba del genere? Ti inventi una formuletta semplice perchè sai che la gente vuole questo, è un'operazione di marketing, sei un ottimo imprenditore appunto... poi però il prodotto non funziona e magari l'utente pensa che ad avere qualcosa di sbagliato sia lui e non il test o chi lo propina.

   Dice "ma hai preso un caso limiteeeeee!"... sarà, ma io credo che di gente che tra un 7' e un 10km scarta appena 13" ce ne sia poca in giro, specie tra gli amatori ai quali sto test è indirizzato.



  



martedì 6 settembre 2016

Atletica italiana: Vision & Mission (impossible?)

   
   Nel mio articolo post-olimpiadi l'amico "Fabrizio1959" fece un commento interessante che riporto sotto. Trattasi di affrontare il problema "sport" in un'ottica di marketing e sarebbe utile leggersi il documento del CONI da lui linkato, che tratta dello sport in generale e non solo dell'atletica, documento molto dettagliato, completo, ricco di dati e grafici. Da questo documento si evince come in Italia lo sport sia un po' meno praticato rispetto ad altri paesi dal PIL simile. Tuttavia, in termini di medaglie olimpiche mi pare che non stiamo messi proprio male... chi sta messa malissimo è l'atletica leggera.

   E ragionando in termini di market dico la mia:
- il marketing si occupa (anche) dello studio dei gusti dei consumatori relativamente ai prodotti.
- in ambito sportivo esistono (anche) dei prodotti chiamati "prestazioni dell'atletica nazionale d'elite" e dei consumatori di tali prodotti in moltissime nazioni; per "consumatori" intendo gli spettatori-fruitori del "prodotto" sportivo inteso come spettacolo culturale.
- dopo queste olimpiadi i consumatori del prodotto "prestazioni dell'atletica italiana d'elite" ne hanno dato un giudizio estremamente negativo.
   Al di là quindi dei fini che ognuno potrebbe dare all'attività sportiva, è un dato di fatto DEL MERCATO l'insoddisfazione dei consumatori circa questo prodotto: in italia molta gente vorrebbe vedere l'atletica vincente ma ciò non accade, il prodotto è una "sòla".
   Suddividendo i tesserati Fidal in 3 fasce-prodotti potremmo descriverne le dinamiche degli ultimi 20 anni così:

- atletica infantile: forte incremento di partecipanti, prodotto efficiente.
- atletica master: forte incremento di partecipanti e ottime prestazioni internazionali, prodotto efficiente.
- atletica impegnata e d'elite: forte decremento di partecipanti e di prestazioni, prodotto inefficiente; e inefficienza crescente via via dai cadetti agli assoluti.

   Ma ecco quanto scritto da Fabrizio:

"Ho letto con attenzione quanto detto da FabioG (anche nel suo blog) e i commenti di tutti, ma manca una cosa fondamentale che non ho trovato da nessuna parte e in nessun commento: la Vision e la Mission. Per favore non inorridite - lo so che sono termini markettari - ma al di là delle parole o “parolacce markettare” identificano due concetti fondamentali sia si tratti di aziende sia si tratti di federazioni sportive o sport in generale. Due concetti semplici: dove si vuole arrivare e qual è il mestiere che vogliamo fare.
Non voglio fare una lezione di “Strategic marketing”, non ne sarei capace. Ma vi prego, prima di fornire ricette, sicuramente valide, non discuto sul tema, mi fate capire quali sono per voi la Vision e la Mission dell’atletica italiana e in generale dello sport in Italia? Partiamo da qui, proviamo a fare questo primo esercizio accademico, la qualità dei partecipanti è sicuramente adeguata. Secondo me verranno fuori opinioni molto diverse, a cui corrispondono azioni differenti.
Solo dopo aver individuato la Vision e la Mission potremo definire una strategia, analizzando l’offerta e la domanda, casomai anche attraverso la costruzione di una SWOT analisys e una GAP analisys. Ripeto tutto ciò viene dal marketing, ma si può applicare a qualsiasi contesto: è un metodo. Così come il metodo scientifico: si può applicare a qualsiasi contesto. Facciamolo sennò creiamo solo rumore di fondo ognuno con la sua cucina e pentoloni magici.
Per supportare lo sforzo richiesto vi suggerisco di leggere anche questo documento:

http://www.coni.it/images/Libro_Bianco_-_Sito.pdf

Parto con la mia definizione:
Vision – avere la percentuale più alta al mondo di praticanti sport, con particolare riferimento all’età infantile, dello sviluppo e adulta (>35 anni).
Mission – Sviluppare le attività sportive in maniera pervasiva e generalizzata, affidando l’attuazione pratica a una piramide di persone a mano a mano più specializzate.
Da quanto detto si potrebbe evincere che per me l’atletica (sport) di altissimo livello è una conseguenza e non punto di partenza, o traendo spunto da FabioG: un mezzo, ma non il fine (aggiungo io).
Da quanto leggo in questi giorni sul caso Gran Bretagna, capisco che hanno una vision completamente diversa: primeggiare nello sport di alto livello (conseguentemente soldi alle federazioni vincenti e vaffanc…. alle altre) e su questa loro vision hanno investito, direi bene visto i risultati, ma è completamente diversa dalla mia.
Lascio a voi – se vi va – di buttar giù qualche idea, visto mai che il prossimo Presidente del CONI ne traesse spunto (sono un incurabile sognatore)."



mercoledì 31 agosto 2016

Olimpiadi Rio 2016: le cose belle


   Dopo gli europei asfittici e noiosi, l'atletica a Rio mi ha dato emozioni forti, tre record mondiali, gare esaltanti. E colpi di scena, come l'oro del brasiliano Thiago Braz che si migliora di 13cm in un colpo solo dopo un duello all'ultimo sangue con Lavillenie... o anche come la Kipyegon che batte la Dibaba con un gran 800 finale in 1'57.9.

   Per quanto riguarda il mezzofondo, a sorpresa anche l'oro di Centrowitz con un Kiprop insolitamente inerte. In questi 1500 argento di Makhloufi che bissa l'argento negli 800, vinti dal solito Rudisha e con un Bosse quarto come al solito beffato nel finale. Da notare in questa gara il bronzo del "neofita" americano Murphy, un ventunenne che due anni fa aveva 1'50 e ora riesce a siglare PB sia in semifinale che in finale arrivando a 1'42, come i nostri ottocentisti insomma...
   Gran 3000st femminile col WR sfiorato di 9 decimi, forse impedito dal 2° km assassino in 2'54 e dai 32° di temperatura alle 11.15 di mattina (il famoso "fresco inverno carioca" di fidaliana memoria, ahah!); ma i complottisti (e io LO FUI) malignano che la Jebet abbia rallentato appositamente nel finale per tenersi il WR per un'altra occasione e fatturare di più, che fantasie malate sti complottisti... ooopppsss, a Parigi lo scorso weekend la Jebet abbassa il WR a 8'52, ahah!
   Farah è diventato una noia, ennesima doppietta con gli ennesimi finali di gara al fulmicotone che producono anche ottimi tempi finali nonostante le partenze in jogging. Nei 10000 (13'53 + 13'12 = 27'05) ultimo km in 2'29, nei 5000 ultimo km in 2'23.9 e ultimi 2 giri in 59.8 e 52.8.

   Ma veniamo alla "ciccia"...

   Van Niekerk finalmente aggiorna il vecchio WR del grande Michael Johnson nel 400 più veloce della storia (media di 44.04). Interessante paragonare i due WR; MJ vanta un PB sui 200 molto migliore di VN, però c'è da dire che all'epoca del WR sui 400 i 200 li correva in 19.9. Comunque, come vediamo, un MJ "più veloce" produsse un 400 con una distribuzione di un equilibrio fuori del comune, mentre la distribuzione di VN è più canonica. VN / MJ:

100m 10.7 / 11.10
200m 20.5 / 21.22
300m 31.0 / 31.66
400m 43.03 / 43.18

ultimo 100: 12.0 / 11.5
differenza 200-200: 2.0 / 0.8

   Dulcis in fundo, un incredibile, esaltante 10000m femminile che finalmente riscrive la storia della specialità dopo 23 anni. Già partono di gran carriera sotto i 3/km, ma a metà gara (quando la Inglese viene già doppiata) Ayana se ne va, inanella giri a 67-68 e fa il vuoto. Un pazzesco record del mondo portato a 29'17 e un mare di record continentali (la Huddle a 30'13), nazionali, personali (tranne la nostra Inglese). Una gara che ricorderemo per sempre! Mi viene la pelle d'oca, mi commuovo quando vedo gare del genere.
   La Ayana poi non si ripete nei 5000, evidentemente devastata dalla prestazione mostruosa nella distanza doppia.
   Un dettaglio: la Ayana non è un'atleta degli altipiani, di quelli beneficiati dal nascere e vivere in altura, è originaria del distretto di Benshangul/Gumaz, ovest Etiopia al confine col Sudan, altitudine 600-1000m.

P.s.: chi era che diceva che i 10000m sono noiosi?
P.p.s. sia Van Niekerk che Ayana secondo molti fidalotti corrono male (braccia e mani alte, angolo al gomito chiuso) e quindi sono due pipponi che non vinceranno mai nulla, ahahah!






lunedì 22 agosto 2016

"Grande atletica leggera italiana... forse un po' troppo leggera... vacua"

   Iniziamo dalle cose brutte (nostre) dell'atletica a queste olimpiadi, poi seguirà un articolo sulle molte cose esaltanti e divertenti (altrui).
   Tempo fa così scrissi in un articolo preventivo: "sembra quasi che un dio malvagio ci attragga irresistibilmente verso gli inferi dello zero tituli". Oggi, a consuntivo, possiamo dire che il dio malvagio ha colpito ancora; certo era facilmente prevedibile, non erano necessarie grandi qualità profetiche. La speranza è l'ultima a morire... ma muore.

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2016/07/preview-olimpica-il-dio-malvagio.html

   Ma vediamolo sto bilancio consuntivo:

- zeru tituli, mentre 42 paesi hanno conquistato almeno una medaglia; toccato quindi il fondo anche alle olimpiadi, mentre ai mondiali già due volte (2009 e 2015)
- nella classifica a punti 28° posto
- 5 presenze in finale (primi 8): Giupponi, Grenot, Palmisano, Trost, 4x400 femminile
- un record italiano, 3'25.16 della 4x400 femminile in semifinale

   Veniamo ai miei consueti indici di rendimento:

- pb: Giupponi
- sb: Benedetti, Straneo, Pedroso, Palmisano
- 36 italiani prtecipanti hanno ottenuto 5 pb/sb (13.88%). 2351 partecipanti del resto del mondo hanno ottenuto 596 pb/sb (25.35%). Ai mondiali di Pechino lo scarto fu leggermente maggiore (9% contro 30.3%) ma insomma c'è sempre un abisso.

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2015/08/zeru-tituli-again.html

   Questo è un post collegiale. Lascio ad altri le giustissime (ma a mio avviso insufficienti) critiche alla dirigenza. Il titolo del post è di mio fratello e alcuni commenti qui sotto di amici atleti:

"Eh...ma il Tajikistan investe un sacco di soldi e fa le gabbie per il lancio del martello... e il Burundi? Hanno piste indoor e palestre che altro che Formia!"

"sicuramente abbiamo qualche problema di cultura sportiva (a partire dalle scuole) e carenze in termini di strutture. D'altra parte, se come dite voi a livello giovanile nell'atletica facciamo bene, mi sembra che questo suggerisca un serio problema tecnico: cambiare le teste serve solo se i ricambi portano veramente un nuovo metodo di lavoro. Da quanto leggo, invece mi sembra che la sostanza resti invariata da anni, sbaglio?"

"La medaglia di Alex S. non sarebbe certo stata un risultato del buon lavoro del sistema atletica italiana, visto che aveva contro mezza federazione, il 70% degli atleti e non trovava nemmeno uno disposto ad allenarlo. Si era fatto di tutto per non convocarlo, mi pare. E qui ci sarebbe da discutere sul perchè un Gatlin plurisqualificato viene reintegrato nella squadra USA una volta pagato il fio, mentre da noi AS è considerato un reietto a vita.
La medaglia di Tamberi NON era sicura. E qui ci sarebbe da discutere sul perchè nell'anno olimpico si fa gareggiare l'atleta di punta a ogni occasione cercando record italiani outdoor e indoor per raccattare briciole di visibilità e ospitate nei TG e nelle trasmissioni del pomeriggio, mentre un Mo Farah fa 2 gare in 6 mesi e poi ad Agosto vola.
La medaglia sicura delle marciatrici la sento ad ogni occasione e non arriva da 8 anni. La Giorgi cos'ha vinto in carriera per giustificare le speranze di medaglia? Le gare non si vincono con il personale fatto mesi prima, ma arrivando in forma di gambe E FORTE DI TESTA all'appuntamento principale.
Sui ragazzi promettenti...rifletti: il miglior piazzamento in pista dell'atletica italiana è una Trost (che a me e' anche parecchio simpatica) che a 23 anni, nel suo athletic prime, arriva 5a dietro una 37enne che non ha vinto mai nulla in carriera, una 32enne che ormai ha una gamba sola e saltando in finale meno di diverse epthatlete. Rossit, stessa storia.
Tutto a fronte di un movimento giovanile, un serbatoio di talenti e una tradizione che da 15-20 anni oggettivamente ci classifica tra i primi paesi al mondo nelle manifestazioni under 18. Chi visse sperando..."

"è solo un esempio: ogni tanto leggo qualcosa su "certi forum", ci scrivono in migliaia, la maggior parte scarsi, con pochissimo studio e esperienza...il 90% delle cose che leggo sono stupidaggini allo stato brado ma portate avanti con una convinzione e arroganza...
quello che voglio dire è che c'è un grave problema culturale a partire proprio dal popolino: voler SEMPRE aver ragione a tutti i costi, voler SEMPRE esprimersi a tutti i costi, punire (invece di ringraziare) chi potrebbe raddrizzare la baracca additando e comprovando gli errori.
questo "carattere" poi non cambia quando qualcuno di quel popolino va a fare i corsi allenatori o si laurea in SM o diventa dirigente federale.
il pesce puzza tutto, non solo la testa... e infatti nonostante le teste cambino i risultati non cambiano."

"leggo certe tesi di laurea in SM, fatte da allenatori che hanno in carico giovani di livello internazionale, scritte in un italiano che ti farebbe bocciare in prima media; e il prof-relatore, magari un responsabile di settore federale, non se ne accorge. Poi totale ASSENZA DI MEMORIA quando quei giovani scompaiono dopo qualche anno. Ormai la nostra non è più atletica ma al massimo "giovan-etica" o "campionatisocial-etica".

"leggo che Kipchoge e la Miller "sbagliano, braccia troppo alte"... ma hanno vinto l'oro cazzo!!! Poi mi scrivono raccontandomi che ai corsi allenatori il professorone di turno consiglia di mettere dei pesi in mano ai ragazzi se tengono le braccia alte... e allora le braccia cascano a me, e non solo le braccia".











mercoledì 17 agosto 2016

Fratello nuoto, sorella atletica (bis)


   Non è che mi entusiasmino le nuotatrici eh... però, dovendo scegliere, meglio la Natalie Coughlin che la Pellegrini... ma che ci vedete nella Pellegrini? Boh.
   Ok, mentre continuiamo a deliziarci con l'atletica olimpica (cose turche!!!) vediamo qualche curiosità statistica sul nuoto.
   Ho fatto queste rilevazioni qualche mese fa, quindi magari nel frattempo avranno battuto 398 record mondiali.

   Nella prima rilevazione ho preso i record mondiali nello stile libero, sia maschili che femminili, e ho calcolato il passo ogni 100m e gli scarti di passo per distanze contigue. Si osserva che mentre in atletica al raddoppio della distanza gli scarti di passo sono simili (0.8 - 1, tranne il 400-800) nel nuoto:

- sono maggiori che in atletica
- sono fortemente decrescenti
- per le donne sono inferiori

   Perchè?

   Nella seconda rilevazione ho calcolato la differenza percentuale fra i record maschili e femminili. Ebbene, mentre in atletica all'aumentare della distanza sono simili (10-12%) nel nuoto sono fortemente decrescenti.

   Perchè?

MASCHILI

20.91 - 41.82
46.91 - 46.91 - 5.09
1'42.00 - 51.00 - 4.09
3'40.07 - 55.02 - 4.02
7'32.12 - 56.51 - 1.49
14'31.02 - 58.06 - 1.55

FEMMINILI

23.73 - 47.26
52.07 - 52.07 - 4.81
1'52.98 - 56.49 - 4.42
3'58.37 - 59.59 - 3.10
8'07.39 - 60.92 - 1.33
15'25.48 - 61.69 - 0.77

DIFFERENZA MASCHI-FEMMINE

13.00%
10.99%
10.76%
8.30%
7.80%
6.25%



martedì 9 agosto 2016

Fratell(astr)o nuoto, sorella atletica.


   In attesa della sorella, mi vedo in TV cosa combina il fratello. 
   Non sono esperto di nuoto, anzi "so di non sapere". Territorio per me misterioso ma potrei anche iniziare a studiarci su un po' di più, magari con le dritte di qualche commentatore indulgente. Sarebbe bello e utile studiare tutto ma il tempo è limitato; già nell'ambito della corsa ho sempre ritenuto utile, o necessario, essere sapienti su tutte le specialità e distanze, ma anche tracimare in altri sport può avere la sua utilità, si compara, ci si fanno domande. E le domande non sono mai stupide, qua in Brasile si dice "perguntar nao ofende".

   I "miei" misteri sul nuoto:

1) perchè ogni anno fanno un botto di record mondiali, da sempre? Perchè non è così in atletica? (pura curiosità, in sostanza me ne frego)
2) perchè anche i velocisti fanno volumi mostruosi? (interessante... cavolo, 6-7km al giorno equivalgono a 30-35km di corsa)
3) perchè si allenano solo a frazionati? Noi della corsa siamo scemi che corriamo continuo? (molto interessante...)

   Vorrei anche sapere se la 2 e la 3, portate avanti dalla Federazione Italiana:

- sono totalmente condivise all'estero
- sono recenti o antiche

   Scorrendo lo storico dei medaglieri italiani nel nuoto nelle manifestazioni globali notiamo che:

- OLIMPIADI: merdacce fino agli anni 90, boom a Sidney, poi calo e zeru tituli a Londra (4 ori in totale su 30 edizioni)
- MONDIALI: molto meglio che alle olimpiadi, boom 2009-2011 e poi calo (12 ori su 16 edizioni)

   Sembra ci sia un recente crisi prestativa, anche se meno profonda che in atletica. Ma perchè questa enorme differenza di rendimento tra mondiali e olimpiadi? Le olimpiadi hanno una risonanza mediatica molto maggiore, dovrebbero essere preparate meglio... forse in Italia non abbiamo nozione di programmazione pluriennale?

   Ma ecco che leggendo alcuni documenti tecnici federali vengono fuori anche spunti interessanti e utili ai nostri fini, ad esempio:

"Quello che cambia è la qualità degli allenamenti (un velocista farà più allenamenti anaerobici rispetto a un fondista) e, almeno in parte, le andature: un velocista che si allena a velocità di soglia terrà un'andatura inferiore rispetto a un fondista... Perché la capacità aerobica di un fondista sarà superiore a quella di un velocista! Viceversa, un fondista avrà un passo inferiore a un velocista negli allenamenti anaerobici".

   Quindi, negli allenamenti di fondo, i "resistenti" dovrebbero tenere una velocità maggiore dei "veloci"; per me un concetto banale, lo so da sempre, ma pare che in atletica in Italia lo abbiano capito in pochi visto che fanno correre gli ottocentisti più forte che i maratoneti... in sostanza:

- LA VELOCITA' DEI FONDI DEVE ESSERE INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA VELOCITA' DELLA DISTANZA PREPARATA

- I RESISTENTI IN ALLENAMENTO DEVONO AVERE UNA FORBICE DI VELOCITA' PIU' RISTRETTA RISPETTO AI VELOCI


Seguirà un altro articolo con delle considerazioni statistiche.


sabato 30 luglio 2016

Infortuni, teorie e propaganda.


   Tempo fa feci un articolo sulla eccessiva (a mio avviso) attenzione che in Italia si riserva ai piedi, sia in generale nella cultura sia in particolare in atletica, tanto che potrei ironicamente parlare di "piedetica leggera", così come c'è la cuoretica, la minimaletica, la mangetica, la monitoretica, la derivetica, la cadenzetica, la testetica, la mitocondretica, l'acidolattetica, ecc... insomma tutte le fisse che focalizzano UN particolare e ne fanno il centro di gravità attorno al quale tutto dovrebbe ruotare:

http://ilcorsarotraining.blogspot.com.br/2015/10/tecnica-di-corsa-piedi-vs-culi.html

   L'occasione che mi diede la voglia di scriverlo furono certe mie perplessità a proposito di un convegno "piedetico" dell'autunno scorso:

http://www.ilcoach.net/convegno-tracollo-podalico-nei-paesi-occidentali/

   Tale convegno fu tenuto anche dal tale Marco La Rosa, allenatore di Giulia Riva, una velocista azzurra che nel 2015 si mise in bella mostra. Come funziona in Italia in questi casi? L'atleta in una stagione fa ottime cose, il suo allenatore viene osannato e presentato come quello che (finalmente) ha capito tutto e ha certamente dei segreti da rivelarci, si parte con interviste a tutto spiano e campagne-convegni (e soldi) in giro per il paese:

http://www.ilcoach.net/intervista-giulia-riva-e-marco-la-rosa/

   PREMESSA: non ho mai conosciuto direttamente o indirettamente l'atleta e l'allenatore di cui sopra, non ho niente contro di loro, magari sono anche dei buoni professionisti nelle loro aree... ne sto parlando solo come ESEMPIO di come funzionano le cose in Italia.

   Senonchè stamattina mi sveglio e mi sorge l'idea "ma Giulia Riva che fina ha fatto?"... vedo che è tornata alle gare solo ora, dopo un anno di assenza e con un 100m mezzo secondo peggiore dello scorso anno... oddio, mica si sarà infortunata??? Faccio una ricerchina e trovo una foto di marzo con la dicitura "Recupero post infortunio con visuo-propriocezione ad alta frequenza per la velocista della nazionale italiana Giulia Riva":

https://www.facebook.com/ldalab/posts/1119222951441754

   Ma era ovvio, se una è assente dalle gare per un anno probabilmente è perchè s'è infortunata. Per carità, un infortunio può accadere anche nelle migliori famiglie (in Italia però sono un po' troppe ste famiglie...), non è detto che sia colpa dell'allenatore, di certe teorie, di certi sistemi d'allenamento... però possiamo dire che la piedetica come minimo non ci salva dagli infortuni.
   Ma soprattutto mi chiedo: perchè quando le cose vanno bene allenatori e teorie vengono strombazzati a destra e a manca e invece quando poi le cose vanno male SILENZIO DI TOMBA? Forse sarebbe più prudente moderare gli entusiasmi quando le cose vanno momentaneamente bene, o no?

   Questa omissione di comunicazione, questo deficit di MEMORIA quando le cose vanno male sono deleteri alla cultura atletica, producono delle distorsioni nella valutazione degli assunti teorici che vengono fruiti da parte del pubblico e in particolare dei tecnici.

   Siate svegli, siate vigili, siate critici, non vi fidate... e magari aumentate il FOSFORO nella dieta, ma non quello bianco che ha dei sobri effetti collaterali:






martedì 26 luglio 2016

Europei allievi e Mondiali juniores


   Quest'anno bisogna approfittare della porcata senza precedenti nella storia dello sport perpetrata ai danni della Russia, una porcata a fini essenzialmente geopolitici che lede ogni principio basilare del diritto (e che infatti è stata cassata dal CIO e da tutte le altre federazioni); per la IAAF i russi sono tutti sporchi e gli altri tutti puliti. L'unica russa che potrà gareggiare alle Olimpiadi è la Klishina: è sicuramente pulita siccome si allena negli USA, terra in cui il doping notoriamente è sconosciuto (ahahah!). Ma lasciamo perdere e vediamo come ne hanno approfittato i nostri giovani nei campionati internazionali svoltisi negli ultimi due weekend.

Europei allievi.

   Avevamo una formazione come sempre numerosa e ben messa nelle liste stagionali, con 12 prestazioni (di 11 atleti) da medaglia individuale:

100m: 3° Paissan 10.61
800m: 1° Barontini 1'48.76, 2° Romani 1'49.02
2000st: 3° Catallo 5'53.8
110hs: 3° Di Panfilo 13.55
triplo: 2° Dallavalle 15.40
10km walk: 2° Marchesi 44'43

800f: 1a Zenoni 2'01.91
1500f: 3a Zenoni 4'20.99
100hs: 3a Oki 13.30
peso: 2a Giampietro 15.61
giavellotto: 1a Visca 53.07

   Assente la Zenoni infortunata, vediamo com'è andata. Un ottimo 3° posto nel medagliere (anche se 7 medaglie individuali sono poche comparate alle 12 prestazioni di cui sopra):

- oro: Oki, Sibilio, staffetta maschile
- argento: Romani, Visca, Dallavalle
- bronzo: Barontini, Giampietro, staffetta femminile
- inoltre altri 11 piazzamenti fra i primi 8

Mondiali juniores.

   Qui presentavamo una formazione piuttosto scarsa, stando alle liste stagionali mondiali ben piazzati erano solo Tortu 4° nei 100 e Noemi Stella 1a nei 10000m di marcia in pista (ma con varie cinesi con tempi migliori su strada). Alla fine non è manco andata troppo male, con 2 argenti dei suddetti atleti, uno striminzito 23° posto nel medagliere, più altri 2 piazzati fra i primi 8: Chiappinelli 5° nelle siepi (dove con 8'32 ha aggiornato il record italiano di categoria di 34 anni fa di Panetta) e la Fantini 7a nel martello. Ma fare di meglio era oggettivamente impossibile, anche se avrei evitato i toni trionfalistici del sito Fidal.

   Una menzione particolare la merita senz'altro Filippo Tortu. Questo ragazzo, al di là delle prestazioni e dei piazzamenti, sembra non risentire dei problemi che nelle occasioni che contano hanno afflitto negli ultimi decenni gli sprinters italiani (e non solo gli sprinters):

- mantiene le promesse, non fa il tempone a maggio per poi deludere ai campionati
- regge alla perfezione i turni, col passare dei giorni migliora

   Vediamo cos'ha fatto quest'anno nei campionati:

- italiani: 10.34 > 10.32
- europei: 10.25 > 10.19
- mondiali junior: 10.29 > 10.26 > 10.24

   Un'ultima cosa... quest'articolo di Atleticalive elenca tutte le prestazioni dei nostri nelle ultime 10 edizioni dei Mondiali junior. Anche tralasciando i casi eclatanti (Howe, Licciardello) ci sono un sacco di nomi a suo tempo definiti "la nuova speranza dell'atletica italiana"... che fine hanno fatto?




martedì 19 luglio 2016

Preview olimpica: il dio malvagio


   Le prossime Olimpiadi di Rio sarebbero una ghiotta e rara occasione per portare a casa un bottino di medaglie decente, a causa della strage degli atleti russi... avevamo un paio di atleti finalmente ai primissimi posti delle liste mondiali stagionali... ma sembra quasi che un dio malvagio ci attragga irresistibilmente verso gli inferi dello zero tituli.

   Come al solito la lista degli infortuni stagionali era bella nutrita (qualcuno poi ha parzialmente recuperato):

- Del Buono (bi-infortunio)
- Pedroso
- Lalli
- Straneo
- El Mazoury
- Chiappinelli
- Dossena
- Magnani
- Viola
- Caravelli
- Salis
- Marani
- Zenoni
- Rachik
- Fassinotti

   Tuttavia i nostri pezzi da novanta, Schwazer e Tamberi, sembravano finalmente avviati a darci qualche robusta soddisfazione. Senonchè col primo è successo il casino incredibile che tutti sappiamo (e che non voglio commentare) per la grande gioia di tutti gli imbecilli autolesionisti e nazisti dei sette mari, e col secondo... STRACK!

   Era per Tamberi una stagione tranquilla, perfetta, Europei vinti... va a Montecarlo, vince la gara col saltone a 2.39 del record italiano, tenta tre tentativi a 2.41 e proprio all'ultimo tentativo... STRACK!
E porca puttana!

   Primo io avrei aspettato qualche giorno in più prima di gareggiare di nuovo dopo l'europeo vinto. Dopo una grande prestazione bisogna SEMPRE riposare di più del solito per contrastare le folli voglie della mente euforica. E questo io lo dico da sempre, non ora col senno di poi, come sa bene chi mi conosce.
   Secondo io mi sarei fermato a 2.39... hai già vinto, hai già fatto uno splendido RI, ma che vuoi di più? Con 2.39 già avevi portato il tuo corpo al limite, hai osato troppo e sei stato punito. Potevamo avere un vincitore olimpico che avrebbe portato soldi e visibilità a tutto il movimento atletico nazionale e invece ora ci accontentiamo di un eroe sfortunato osannato dai social network, grande soddisfazione...

   E aggiungo una cosa: caro Tamberi, la prossima volta fatti gli affari tuoi, evita di occuparti dei guai altrui (caso Schwazer) perchè i guai sono sempre in agguato, per tutti. E nella vita spesso la malignità verso gli altri ci si ritorce contro. Magari ora le olimpiadi ve le vedete insieme dal divano, tu e la "vergogna d'Italia".

   Ora che possibilità di medaglia ci rimangono? Rigaudo e Giorgi nei 20km di marcia che sono 5a e 6a nelle liste mondiali stagionali? Qualche miracolo delle altiste, dei maratoneti o dei marciatori della 50km? Non facile...



lunedì 11 luglio 2016

Europei di Amsterdam: conclusioni


   Francamente è stata un'edizione che mi ha un po' annoiato. Non ci sono state prestazioni eclatanti, su 44 gare ben 29 hanno visto la prestazione del vincitore inferiore a quella di due anni fa a Zurigo. Magari la cosa è dovuta alle condizioni eccezionali di contorno all'evento:

- l'assenza degli atleti russi, 93 nel 2014
- le Olimpiadi fra un mese, qualcuno di classe mondiale ha snobbato gli Europei o non partecipando (ad esempio svariati inglesi e qualche francese) o non finalizzandoli troppo
- il clima freschetto che non ha favorito le specialità di potenza
- o magari... qualcuno ha elimnato/ridotto le "dosi" per paura dei recenti scandali "farmacologici"?

   Ma a questi ultimi vorrei dire che possono dormire sonni tranquilli, a meno di non essere russi o chiamarsi Alex.

   Ne ha risentito negativamente perfino il mio "indice di efficienza" generale, ovvero la percentuale di atleti che producono un PB o SB proprio in occasione del campionato internazionale: per gli atleti non italiani (1394) i primati sono stati 208, per un tasso del 14.92% (nelle ultime olimpiadi e mondiali si aggirava sul 25-30%).
 
   Le prime due condizioni hanno parecchio favorito gli atleti italiani (e non solo) e infatti è stato per i nostri colori un europeo abbastanza positivo, quanto meno abbiamo finalmente mantenuto le premesse e le promesse della vigilia. Forse indirettamente ci ha favoriti anche la distanza di soli 10 giorni dagli Assoluti di Rieti, scoraggiando tutti dall'inserire in mezzo ulteriori gare deleterie, errore, spesso fatto dai nostri in passato, che impedisce un corretto "taper".

   Ma vediamo un po' di numeri che ci riguardano.

- Il nostro indice di efficienza è stato insolitamente alto, 14.66% (a olimpiadi e mondiali 7-9%). Abbiamo presentato una squadra numerosa e giovane, 75 atleti che hanno ottenuto 9 PB (Ferraro, Bamoussa, Inglese, Lambrughi, Galvan, Tortu, Fofana, Inglese, Folorunso) e 2 SB (Lahbi, Abate).

- Alla vigilia nelle liste europee figuravano una quindicina di prestazioni stagionali individuali di atleti italiani "da finale" (entro le prime 8), e proprio 15 atleti si sono classificati fra i primi 8 (Inglese x 2, Galvan, Trost, Rossit, Benedetti, Manenti, Grenot, Chatbi, Bamoussa, El Mazoury, Folorunso, Meucci, Tamberi, Crippa)

- Nella classifica del medagliere abbiamo ottenuto il 9° posto come nel 2014, mentre con lo stesso numero di medaglie nel 2014 ci saremmo classificati al'8°. La differenza è dovuta ovviamente al fatto che l'assenza dei russi ha distribuito le loro medaglie a tutti, non solo a noi.

- Le medaglie sono state 7: 2 ori (Grenot, Tamberi), 2 argenti (Inglese, squadra mezzamaratona femminile), 3 bronzi (Meucci, squadra mezzamaratona maschile, 4x400 femminile). Per trovare un medagliere più nutrito dobbiamo risalire nel passato fino all'edizione di Budapest 1998 (2, 4, 3).

- Ricordo che alla vigilia avevamo 5 atleti fra i primi 3 nelle liste europee, mentre le medaglie individuali sono state 4. Sono mancati all'appello Galvan e la Rossit e si è inserito Meucci.

   Per finire vorrei spezzare una lancia in favore della Panterita, un'atleta troppo spesso eccessivamente criticata ma che alla veneranda età di 32 anni ancora si mantiene ai suoi massimi livelli e a ottimi livelli mondiali, un'atleta che "salva la barca" e s'è opportunamente salvata dalla moria del quattrocentismo azzurro andandosene negli States. Oltre all'oro individuale, il bronzo in staffetta è solo merito suo con quella gran rimonta finale dal 6° posto. Avevo un po' paura per certe sue baldanzose esternazioni della vigilia ma stavolta ha mantenuto tutte le promesse. Veramente perfetta.



mercoledì 6 luglio 2016

Europei di Amsterdam: introduzione.


   Iniziano ad Amsterdam i XXIII Campionati Europei di Atletica Leggera. Saranno 44 gare, 22 femminili e 22 maschili, con alcune novità: l'assenza della marcia e la sostituzione della maratona con la mezzamaratona.

   Nella scorsa edizione di due anni fa a Zurigo, l'Italia nel medagliere si classificò al 9° posto con tre medaglie, due ori (Grenot e Meucci) e un argento (Straneo). Ma quest'anno dovremmo approfittare di alcune condizioni eccezionalmente favorevoli:

- la strage dei russi dovuta alle note vicende di doping (mentre i nostri implicati nella questione "whereabouts" sono stati naturalmente assolti in massa, come da me naturalmente previsto)
- è anno olimpico e alcuni pezzi grossi esteri potrebbero snobbare gli europei
- l'assenza della marcia in cui due anni fa non prendemmo nessuna medaglia

   Stando alle liste stagionali, vediamo i nostri atleti piazzati in zona medaglia e in zona finale:

200m: Desalu 5°
400m: Galvan 2°
5000m: Chatbi 7°
3000st: Chatbi 5°
10000m: Meucci 7°
Maratona: Pertile 8°
Alto: Tamberi 1°
Alto: Fassinotti 5°
4x100 maschile: 5°

200m: Grenot 2a
400m: Grenot 4a
10000m: Inglese 3a
21km: Inglese 7a
Alto: Rossit 2a
Alto: Trost 7a
4x100 femminile: 4a

   Sulla carta abbiamo quindi cinque atleti in zona medaglia e una quindicina di finalisti... vedremo come andrà a finire. Tra l'altro sarà interessante osservare la prestazione delle nostre in mezzamaratona che, dopo la questione-Bertone, è diventata una specie di Disfida di Barletta per conquistarsi i posti validi per la maratona olimpica.



venerdì 24 giugno 2016

Alimentazione e allenamento: scacco ai lowcarbisti


   Slurp! Cari lowcarbisti e paleofissati vari, non sapete cosa vi perdete, ahah!
   Copioincollo (con sua autorizzazione) una mail di un mio master:

"Prima di dirti il risultato del medio di oggi, anche se credo di avertene fatto cenno in passato, volevo che tu sapessi che quando mi hai "preso in carico" oscillavo tra i 67 e i 68 kg (×169 cm). Oggi, dopo un regime alimentare ipocalorico a basso consumo di carboidrati, peso 61,5/62,5 Kg.
Sento però che in ipocalorica "soffro" solo nei "lavori" mentre nelle cl va tutto ok. Anzi la minore zavorra mi agevola nel tenere il passo nel lento anche oltre i tuoi canonici 18 km.
Tanto premesso, ho deciso che da oggi riprendo un'alimentazione normocalorica con regolare carico di carboidrati. Anche in vista degli allenamenti futuri che mi sembrano un tantino più impegnativi.
Oggi dovevo fare 2 x 6k di medio con rec. jog.
Dopo 30' di riscaldamento, ho fatto i primi 6 km @4.38 di media. Dopo il km jog, sono riuscito a fare solo 4 dei 6 km previsti @4.40 perché avevo finito la benzina. Me n'è rimasta così poca che non ho ultimato la distanza neanche al passo di cl."

   Regà, quando parlo lo faccio perchè ho 35 anni di esperienza: su 100 atleti che tagliano drasticamente i carbo a 99 succede questo, c'è poco da fare o da negare l'evidenza...
   Vabbè, sbagliando s'impara (si spera...), non siate troppo cattivi col mio master se no magari s'incazza e non mi paga più, ihihih!



martedì 14 giugno 2016

Il marcio che marcia


   Dice... ma che c'entra la tipa della foto??? Si chiama Marcia. E chi sarebbe il marcio del titolo? Ma sono io! E mi sono dato momentaneamente alla Marcia... ma purtroppo non quella della foto bensì la marcia atletica, quella cosa strana sculettante.

   E' che in marzo è tornato a trovarmi quel vecchio figlio di Troia di Achille, quello del tendine infiammato; è un amico screanzato, si presenta senza avvisare, si installa qui e non se ne va finchè sono in Brasile, sloggia finalmente solo quando vado in Italia, detesta l'aria fresca e secca della Capitale nelle mezze stagioni. S'è comportato così già varie volte... ora erano anni che mi lasciava in pace, sia lui che altri amici screanzati (l'ultima volta, tre anni fa, venne a trovarmi l'amica Fascia, quella di destra, mentre Achille è di sinistra).
   Insomma, in attesa che se ne vada l'ho mollato io e mi sono messo a frequentare l'amica Marcia: ho sperimentato che se frequento la Marcia Achille se ne sta buonino, senza dare in eccessive escandescenze... anche l'Achille omerico era nervosetto, no?

   Ho iniziato con camminate veloci a 8'/km... all'inizio ddu palle... ma poi mi sono abituato. Poi ho provato a inserire dei tratti di marcia, 100m... 200m... e via aumentando le dosi ma facendo sempre frazionati perchè mi vanno a fuoco i muscoli delle caviglie, specie il tibiale anteriore, se marcio continuo. Per dire, un mese fa potevo fare 10x300 con recupero in camminata veloce ma non riuscivo a marciare di seguito per 1km.
   Quindi mi sono mosso "short to long", dai frazionati al fondo, aumentando progressivamente sia i volumi totali di marcia che la lunghezza delle singole frazioni, ma anche riducendo i recuperi.

   Ovviamente ho anche problemi tecnici: riesco bene a non andare in sospensione, riesco ad appoggiare a ginocchio stecchito, ma subito dopo l'appoggio il ginocchio mi cede di qualche grado, quindi ancora non rispetto per bene la seconda regola della marcia. Sto provando a correggere l'errore facendo, durante i circuiti di forza, delle rullate "speciali" in cui non ruoto le spalle (tenendo le mani unite dietro la schiena o dietro la nuca) per costringere le anche a ruotare di più: penso che sia proprio l'insufficiente rotazione delle anche sul piano frontale che porta al cedimento del ginocchio nella prima fase di "stance".

   Non mi sono mai occupato di marcia, so solo (avendo visionato varie tabelle) che gli allenamenti sono simili a quelli della corsa di fondo. Un amico mi ha detto che il fatto che il ginocchio cede di qualche grado aiuta un tantino il passo di qualche secondo al km (una leva piegata è più efficiente di una dritta, dice l'ingegnere), ma anche così credo proprio di marciare abbastanza veloce rispetto alle velocità (pietose) che tenevo ultimamente nella corsa. Grosso modo i marciatori vanno 1'/km più lenti dei runners, invece io scarto solo 40-45", WOW! Che abbia sbagliato tutto nella vita? Avrei dovuto darmi alla marcia fin da ragazzo?

   Osservando le liste Master vedo che i migliori M50 fanno i 5000 sui 25'... ebbene nelle ultime 2 settimane ho fatto:

- marcia lenta a 6'15
- 4800m di medio a 5'40 con 145bpm, facile facile (per me è una FC da "lento svelto")
- 4x800 a 4'55 + 4x200 a 4'15 con recuperi di 1' da fermo

Per cui... Alex, allenati forte se no ti prendo eh, ahah!

P.s.: ma pure ai tempi dei figli di Troia c'erano i cellulari???






lunedì 6 giugno 2016

Atleti paralimpici: il caso Rehm.


   Non sono assolutamente esperto in materia, non sono un biomeccanico nè un ingegnere, ma a volte leggo cose che mi incuriosiscono e magari sono occasioni per studiare qualcosa che può tornarmi utile.
   Markus Rehm è un lunghista mono-amputato, lo scorso anno saltò la bellezza di 8.40, record mondiale paralimpico e quest'anno è sorta la questione se possa partecipare alle olimpiadi "diversamente paralimpiche" (eh, perchè non si sa come chiamarle... se le chiami "ufficiali" o "normali" i paratleti potrebbero offendersi):

http://paralimpici.gazzetta.it/2016/05/30/rio-100rehm-e-gli-altri-oltre-pistorius/?refresh_ce-cp

   Paolo Taboga, la cui opinione è citata nell'articolo, oltre ad essere un ex atleta, biomeccanico ricercatore di alto livello ed esperto in materia di protesi, ha anche un'altra eccezionale qualità: è mio amico (ahahah!) e così abbiamo avuto sull'argomento uno scambio di mail che riassumo un po':

Corsaro:
"uhmmm... se fa i 100 in 11.7 e salta 8.40 certamente la protesi lo favorisce, io non lo farei partecipare"

Paolo:
"finora non è stato provato alcun favore: la protesi lo favorisce nel senso di una minore decelerazione orizzontale, anche allo stacco, ma lo sfavorisce nell'accelerazione e nella velocità massima, ci ho pubblicato uno studio non da poco su questo"

https://www.researchgate.net/profile/Paolo_Taboga/publication/259352071_Optimal_Starting_Block_Configuration_in_Sprint_Running_A_Comparison_of_Biological_and_Prosthetic_Legs/links/54106d2d0cf2d8daaad3cdf1.pdf

Corsaro:
"ok, ho detto na cazzata"

Paolo:
"no! nessuna cazzata, è che FINORA non ci sono evidenze nel senso di un aiuto fornito dalla protesi"

Corsaro:
"ma se le protesi danneggiano nello start&drive e poi favoriscono il mantenimento della velocità orizzontale, può darsi che in distanze maggiori dei 100m l'aiuto si palesi"

Paolo:
"su Pistorius non rilevarono alcun aiuto... per la corsa di lunga durata, se aspetti un paio di mesi vedrai un articolo in cui abbiamo misurato l’economia di corsa in atleti bi-amputati"

   Paolo è un ricercatore e giustamente vuole vedere i numeri e, almeno ufficialmente, astrarre da considerazioni morali-umanitarie... ma, in attesa del suo nuovo studio, spero che capisca che noi in un blog possiamo anche estrapolare in opinioni e ipotesi più o meno campate in aria. A me ad esempio insospettisce il fatto che tutti i saltatori mono-amputati stacchino proprio con la gamba amputata.

   E poi, al di là delle considerazioni meccaniche riguardanti il gesto immediato, ci sono quelle di lungo periodo: una protesi diminuisce la massa corporea, non si stanca, non va in acidosi, non va rifornita di ossigeno, non va ripulita dai metaboliti cattivi, se si "infortuna" la cambi quando ti pare, ecc. ecc.

   E poi, abbiamo istituito le paralimpiadi... è comprensibile che, dal punto di vista mediatico ed economico, se un atleta paralimpico raggiunge le prestazioni di quelli diversamente paralimpici poi voglia partecipare alle olimpiadi diversamente paralimpiche... però scusate, a me non piacciono i due pesi e due misure... se così dev'essere, ovvero se gli atleti paralimpici accettano il "darwinismo atletico", lo devono accettare sempre, quindi dovremmo cancellare le paralimpiadi e accettare normalmente gli atleti paralimpici nelle olimpiadi diversamente paralimpiche solo se fanno il minimo. Se non lo fanno, rimangano nell'oscurità come tutti gli altri.

   Per cui, secondo me:
- o tutti i paralimpici partecipano solo alle olimpiadi paralimpiche, qualunque prestazione facciano
- o anche loro vanno solo alle olimpiadi diversamente paralimpiche se fanno il minimo, sempre che non vengano provati favori conseguenti al fatto di usare le protesi.

   Altrimenti si corre il rischio che una dittatura del pensiero politicamente corretto, per favorire le minoranze "diverse", danneggi le maggioranze "diversamente diverse".






martedì 31 maggio 2016

Vittori e il CERN di... Formia.


   In quest'intervista Carlo Vittori rimpiange gli alti livelli di scientificità raggiunti un tempo a Formia; racconta un aneddoto secondo il quale addirittura avrebbero scoperto alti valori di Creatine Kinase nel sangue degli atleti dopo certi esercizi e che ciò non era in relazione col rischio di infarto:

"Le dico solo una cosa, con la Rogacen abbiamo insegnato ai cardiologi che stavano a Formia che dall’esame ematico di un atleta che si allenava, dal quale si poteva ricavare il dato di un enzima del sangue, che la creatinfosfochinasi, CPK, oggi chiamata CK, non era indice di infarto! Proprio la Rogacen ha scoperto questa non corrispondenza tra CPK e infarto. Pensi che mi mandarono a chiamare da un Istituto che è a 200 metri dalla scuola di Formia, e il cardiologo di allora mi disse: “Professore, stia attento che questo [Mennea] ha un inizio di infarto! Questo ha 250 di CPK! ”. In realtà il CPK è un enzima muscolare, perché viene prodotto dal cuore, quindi da un muscolo cardiaco. Ma anche i muscoli del movimento hanno il CPK! Viene prodotto con un tipo di movimento, soprattutto all’inizio degli sforzi. Come quelli che provano dolore atroce quando si iniziano a fare i pesi nei primi giorni, in maniera veloce, con piegamenti limitati: si dice fuoriuscita di stress da contrazione eccentrica. E il dato che veniva rilevato, era proprio questo! Un nostra atleta, Antonio Ullo, che aveva 80 cm di circonferenza delle cosce, il secondo giorno di allenamento con un carico bassissimo di 60 kg al castello, dei piegamenti non profondi, velocissimi, lacerò le fibre ed uscì fuori il CPK. E sa quanto misurò di CPK la dottoressa Rogacen il giorno dopo? 3000!!! E sì, questo si può scrivere perché scrissi un articolo immediatamente per il Corriere dello Sport che mi pubblicò Mario Sconcerti, il direttore. Gli dicemmo “guardi che abbiamo bisogno di pubblicare una ricerca, ma per pubblicare quella vera ci impiegheremmo una settimana, e nel frattempo qualcuno potrebbe uscire, rubandoci l’esclusiva”. E così ci fu pubblicata in prima pagina raccontai questa cosa, la settimana prima che un gruppo di inglesi venne a raccontarci la medesima scoperta! Ci venne da ridere e loro si scusarono."

http://www.atleticalive.it/22070/vittori-a-qa-parte-seconda-cosera-formia-e-cosa-non-e-piu/

   Si parla di Antonio Ullo, classe 63, atleta elite dall'83 in poi; Vittori non dice l'anno della "scoperta" ma dovrebbe trattarsi del periodo '83-'86.
   Mah... io a volte ho delle intuizioni irrefrenabili, sono fatto così, mi sono chiesto "ma è possibile che negli anni '80 nel mondo nessuno sapesse sta cosa?"

   In uno studio del 1967 di Dawson e Howard leggiamo:

"These values are of interest because of the widespread use of serum creatine kinase activity as an indicator of muscle desease"

http://archneur.jamanetwork.com/article.aspx?articleid=567116

   Studio del 1984 sulla maratona:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1859264/

   Si evince allora che nei primi anni '80 era chiarissimo che gli alti valori di CK derivassero normalmente dall'attività fisica intensa, molti studi citati in questo datano 1981-1984.
   Ad esempio nel 1981 ("Elevated creatine kinase MB isoenzyme levels in marathon runners. Normal miocardiac scintigrams suggest noncardiac source") Siegel e al. ne escludono la derivazione da problemi cardiaci.
   Ma non basta.
   In uno studio del 1978 ("Enzimatic changes following prolonged heavy exercise") Stromme a al. avevano trovato alti valori di CK negli sciatori di fondo cross-country.
   In uno studio del 1967 ("Immediate and delayed metabolic reactions in well-trained subjects after prolonged physical exercise") Ahlborg e Brohult li avevano trovati nei ciclisti.

   E ora la bomba atomica, negli anni '60 si sapeva già tutto:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2167080/?page=1

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1845716/?page=1

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1845587/?page=1

   Vero che a quei tempi non c'era internet, però c'erano le riviste di medicina e fisiologia cartacee, gli insigni cardiologi e fisiologi del CERN di Formia non le leggevano?
   Insomma, Vittori pensava di aver fatto una scoperta clamorosa che invece era la scoperta dell'acqua calda, avrebbe fatto meglio a scegliere un altro aneddoto per sconvolgerci circa le epiche gesta in quel di Formia...



martedì 17 maggio 2016

Allenamento keniani: tre sedute dei Canova boys


   Tre sedute dei "canoviani" ai primi di aprile, ovviamente in Kenia a oltre 2000m slm e su piste sterrate (nei primi due casi).



   Florence Kiplagat, detentrice del WR in mezzamaratona e un po' fuori forma a causa di un infortunio invernale (ha vinto in 1h09 a Barcellona in febbraio), in preparazione alla London Marathon del 24/4, svolge la seguente seduta, una "scaletta a gradoni a scendere" con 17km di roba:

2x3000 (3'17) r.3' + 3x2000 (3'14) r.3' + 5x1000 (3'08) r.2'

Le prove le vengono 1-2"/km più veloci.


   Thomas Longosiwa, bronzo olimpico a Londra nei 5000m. La seduta prevede:

3000 + 2x2000 + 5x1000 (8'55/5'57/2'53)

   12km di volume ma passo moderato... e infatti vengono molto più veloci: 8'42, 5'47, 5'45, 2'51, 2'50, 2'47, 2'48, 2'46

   Sta seduta non l'ho capita... predeterminata a un passo che Thomas tiene in allenamento per 8-10km continui, se ci metti in mezzo i recuperi è ovvio che vada più veloce, no? A meno che non gli imponi un "buffer"...



   Jairus Birech, 7'58 nei 3000st; la seduta, effettuata su tartan, prevede:

2x1600 con barriere ma senza riviera (2'42.5) r.8'

   E' un passo da 8'07 ma l'altura lo rende terribile, comunque Jairus completa la seduta esattamente al ritmo previsto. Da notare la lunghezza delle prove e del recupero.



martedì 10 maggio 2016

Doping: la soluzione iniziale


   Che goduria ragazzi... Alex avrebbe dovuto dare una prova d'efficienza, classificarsi tra i primi... invece non solo ha vinto ma ha stravinto con enorme distacco sul secondo.
   Immagino gli ettolitri di bile prodotti dai nostri cari nazisti dei sette mari, questa settimana saranno affari d'oro per i gastroenterologi, ahahah!

   Antropologicamente interessante la RAI, come riportato da un mio atleta:

"Telecronaca scandalosa della Rai. Fino al 20esimo parlavano malissimo ("Alex diceva squalifica a vita per i dopati e poi ha cambiato idea", "Tamberi è l'unico che ha salvato la baracca a Portland e va rispettato", "Alex ha sposato il modello dei russi"...), poi, verso il 40esimo quando era solo con 2' di vantaggio: "Chissà cosa gli passerà nella testa", "Alex dritto verso Rio", "Ha dimostrato che non serviva doparsi e che è il più grande". Cioè: sono saliti sul carro del vincitore nel giro di un'ora..."

   Ma io considero positiva l'ipocrisia, se serve per mettere la testa a posto a un certo punto, sia pure per convenienza... molto meglio della perseveranza nell'errore.

   Certi sondaggi fatti su Atleticalive e su quel giornalastro famoso al quale non voglio fare pubblicità, hanno indicato che il 65-75% del popolo è a favore della riabilitazione di Alex; invece su certi NAZIFORUM la maggioranza dei commentatori è per la pena eterna.
   Alex mi pare abbia pagato a sufficienza: oltre alla squalifica e relativi danni economici, ha perso un buon posto di lavoro statale, s'è beccato una condanna penale e ha la fedina sporca, ha perso importanti legami affettivi... macchè, ai nazisti dei sette mari, i miglioratori dell'umanità, questo non basta.

   Ma io vorrei sapere se poi questa gentaglia si adopera nella realtà di tutti i giorni per migliorare l'umanità applicando l'ideologia in cui crede, oppure se trattasi solo di VIGLIACCHI "guerrieri del web" che poi dal vivo si cagano sotto pure se gli soffi in faccia.

   Voglio sperare che questi Conan della Giustizia denuncino alla polizia il proprio nipote se si fa una canna... oppure denuncino il proprio datore di lavoro se evade qualche tassa...






giovedì 5 maggio 2016

Doping: la soluzione finale.


   Ve lo ricordate "The blues brothers"? C'erano i terribili "nazisti dell'Illinois"... oggi sono stati sostituiti dai "NAZISTI DELL'ADRIATICO", per carità, appoggiati anche dai nazisti dello Ionio, del Tirreno, dei canali di Sicilia e di Sardegna, dei laghi morenici prealpini...

   Il discorso è che le "soluzioni finali", le pene eterne e irrevocabili mi hanno sempre fatto venire in mente BAFFETTO e i suoi seguaci.

   Ma voi avete mai visto un reo di evasione fiscale cui viene vietato per sempre di esercitare la sua attività economica? Avete mai visto un reo di parcheggio in doppia fila cui viene tolta la patente per sempre? VOI (o i vostri cari) siete esseri perfettissimi che mai hanno violato qualche regola? Attenti nazi, che il vostro amore per l'iper-repressione potrebbe rivoltarvisi contro...

   Io penso che sti nazisti dei sette mari dovrebbero CURARSI, dovrebbero indagare psichiatricamente da dove viene tutta sta violenza repressa che hanno in corpo e che si scatena vigliaccamente sul CAPRO ESPIATORIO di turno, sull'anello debole della catena, sull'unico "fesso" beccato e che ha pagato. Molti antropologi e psicoanalisti hanno affrontato il tema del sacrificio del capro espiatorio, una bella invenzione per concentrare su un unico obiettivo il "male" che è dentro di noi, condannarlo, colpirlo... così da mostrare quanto siamo puri e lindi e ricevere applausi... peccato che spesso il boia diventi peggio del criminale.

   Cari giustizialisti: mi fate SCHIFO.

   Ma bravi! Vietiamo a vita l'attività a tutti quelli che hanno commesso un'infrazione nell'esercizio della loro professione, chi manderà avanti la baracca? Torniamo all'età della pietra? TESTE DI CAZZO!!!

   Non avete pensato a quanto bene possa fare per la lotta al doping l'esempio di un "compagno che ha sbagliato" che ora dimostra di poter ottenere risultati uguali o migliori di prima da pulito? E non vi chiedete nulla sui 68 implicati nella vicenda "whereabouts" tutti assolti? Di cui 32 saltarono i controlli tre o più volte (il che prevederebbe la squalifica automatica per due anni)? E non vi chiedete come mai master dopati continuano a essere beccati, al contrario degli atleti elite che sembrano per incanto essere diventati tutti puri e lindi?

   Insomma, nazisti dei sette mari... keep calm, fatevi i cazzi vostri e sempre FORZA ALEX!!!








sabato 30 aprile 2016

Maratona olimpica di Rio: a proposito della Bertone...

   
   Vogliamo ricominciare a dare qualche tiratina d'orecchi a Mamma Federazione, che dite?
   Voglio sorvolare sulle questioni riguardanti fantomatici "minimi" e "prove d'efficienza" che le atlete papabili dovrebbero fornire e non hanno fornito nell'ultimo anno e mezzo...

   Se le inventano di tutti i colori per non portare a Rio la Bertone, inclusi discorsi assurdi tipo questo:

"Il tempo di Bertone a Rotterdam non è straordinario e a Rio, considerando che sarà una maratona molto veloce per il clima favorevole dato dalle temperature intorno ai 20° della primavera brasiliana, due ore e 30’ varranno sì e no il 30° posto. Ma non sono ottuso..."

   Il tempo non sarà straordinario ma comunque a Rotterdam sono scese sotto le 2h30 solo in tre... poi vi posto qui sotto le temperature minime, medie, massime e l'umidità relativa giorno per giorno a Rio nell'agosto 2015:







   A Londra 2012 fecero 2h23 (record olimpico) ed effettivamente le nostre Incerti e Console arrivarono 29a e 30a con 2h29 e 2h30... ma quel giorno ci fu una temperatura minima di 13° e una massima di 22°.
   A Pechino 2008 invece fecero 2h26, solo 11 atlete sotto 2h30, le nostre Incerti, Genovese e Sicari fecero 14a, 17a, 29a con tempi da 2h30'55 a 2h33'31, temperatura minima 22° e massima 30° (partirono alle 7.30 a.m.).
   Inoltre negli ultimi anni c'è stata una notevole involuzione nella maratona femminile, non si fanno più i temponi di una volta.

   Io in Brasile ci vivo e credo che alle olimpiadi le atlete troveranno condizioni certamente più vicine a quelle di Pechino che a quelle di Londra. Non credo che in 30 scenderanno sotto le 2h30 grazie al "freschetto della primavera brasiliana" come dice Magnani. A parte che la primavera inizia a fine settembre e a Rio già può fare 40°...

   Ma forse ho capito perchè non la vogliono a Rio... perchè appoggia di TALLONEEEEEE!!!! Ahahaha!










domenica 24 aprile 2016

Allenamento cardio: addio alle percentuali 2.

   
   Veniamo ad altri due studi interessanti... purtroppo stavolta non sono riuscito a beccare i full test, quindi in attesa di rimediarli accontentiamoci degli abstracts...

STUDIO 1.

"Differences in adaptations to 1 year of aerobic endurance training: individual patterns of nonresponse"

   Siccome alcune menti geniali si accorsero già decenni fa dell'inefficacia delle percentuali calcolate sul HRmax, qualcuno provò a limitare gli errori stabilendo delle percentuali della HRR ("riserva cardiaca": HRmax meno HR a riposo). Lo studio analizza appunto le differenze degli effetti dell'allenamento, della durata di un anno, al 60% della HRR su 18 soggetti principianti.

http://onlinelibrary.wiley.com/enhanced/doi/10.1111/j.1600-0838.2010.01139.x/

   Io prevedo che le cose andranno maluccio anche così... infatti confrontando la formula per me ("brady") e per un mio ex atleta ("tachy"):

- corsaro: 122 (50 + 60% di 170-50)
- atleta: 144 (60 + 60% di 200-60)

per me otteniamo un HR che corrisponde alla camminata veloce (3'30/km più lento del mio passo sui 10km), per l'atleta invece è esattamente l'HR della sua corsa lenta (55"/km più lenta del suo passo sui 10km), quindi due livelli di sforzo mostruosamente diversi. E' un esempio didattico (reale), non sto dicendo che differenze così abissali siano la regola, ma non sono neanche rare.

   Ma vediamo i risultati dello studio:

- 8 soggetti hanno miglioramenti in tutte le variabili
- almeno una variabile migliora in tutti i soggetti
- in 10 soggetti non migliorano una o due variabili: "VO2max, rHR, eHR and IAT (soglia anaerobica) remained unchanged in four, four, three and one cases, respectively".

   Conclusione: "Data indicate that endurance training adaptations might be detected in each individual using multiple variables of different adaptation levels and intensity domains. Nonresponse seems to occur frequently and might affect all variables".


STUDIO 2.

"Is determination of exercise intensities as percentages of VO2max or HRmax adequate?"

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/10487378

   Stavolta trattasi di 36 ciclisti e triatleti ben allenati e si mettono in relazione potenza e lattato a certe percentuali del VO2max (60 e 75%), del HRmax (70 e 85%) e alla soglia anaerobica (IAT).

   Risultati: mentre i valori medi di potenza e lattato, al 75% del VO2max, all'85% del HRmax e della IAT sono simili, a livello individuale si rilevano differenze enormi:

- all'85% HRmax si rilevano valori di lattato tra 1.25 e 4.93 e una distanza dalla IAT tra -13% e +16%
- al 70% HRmax si rileva lattato tra 0.70 e 2.91 e una distanza dalla IAT tra -15% e -47%

   Conclusione: "In a moderately to highly endurance-trained group, the percentages of VO2max and HRmax vary considerably in relation to the IAT. As most physiological responses to exercise are intensity dependent, reliance on these parameters alone without considering the IAT is not sufficient."



lunedì 18 aprile 2016

Allenamento cardio: addio alle percentuali.

 

Negli strascichi delle discussioni seguenti ai miei precedenti post di marzo sull'argomento, mi capita questo studio del 2009:



   Si propone di verificare gli effetti dell'allenamento alla stessa percentuale del VO2max (70%) su soggetti non allenati; la cosa è interessante per due motivi:
- molti amatori che abbracciano certe filosofie basate sul cardio sono principianti
- il fatto di non essere allenati isola i risultati dalle interferenze dell'allenamento passato.
   I 24 soggetti vengono sottoposti a un allenamento di 6 settimane strutturato su 4 sedute settimanali di 45' pedalando al 70% del VO2max; test-gara di 15' vengono effettuati prima e dopo il periodo di allenamento per verificare il miglioramento della prestazione, così come si verificano e correlano tra loro le variazioni della prestazione nel test, del VO2max e di altri parametri, enzimi e metaboliti muscolari importanti per le capacità aerobiche.

RISULTATI.

1) Come previsto, e come riportato nella letteratura precedente, l'allenamento effettuato produce miglioramenti... IN MEDIA

2) tuttavia la variabilità INDIVIDUALE è enorme, nel test-gara qualcuno migliora del 2% e altri del 35%, il lattato qualcuno lo abbassa di poco e altri quasi lo azzerano, molecole ed enzimi qualcuno li abbassa e altri li aumentano del 370%, ecc. (vedi figura sopra)

3) nonostante il VO2max sia altamente correlato col test-gara sia pre che post training, l'ENTITA' del miglioramento del VO2max ha individualmente una correlazione col miglioramento nel test-gara prossima allo zero, come vediamo nel terzo grafico qui sotto:



   Gli studiosi concludono che la grande variabilità individuale nei risultati sia dovuta proprio alla standardizzazione del protocollo utilizzato, ovvero all'uso della stessa percentuale per tutti ("it is more likely that these correlations are due to the way the training intensity was standardized, i.e., as a fixed percentage of Vo2max"); il che detto in altra forma, significa che USARE STESSE PERCENTUALI PER TUTTI NON E' EFFICIENTE, porta a risultati molto diversi... che poi è la stessa cosa che io dicevo nei precedenti post (e sappiamo che le percentuali della FC sono lo specchio quasi perfetto di quelle del VO2max).

   E ancora:

"... we showed in the present study that standardizing in this manner results in a large range of metabolic responses... standardizing training intensity to a set percentage of Vo2max in training studies aiming to study aerobic performance will result in large interindividual differences in the magnitude of the training stimulus... the metabolic response to exercise of individual subjects may vary considerably, potentially affecting any changes in performance... Therefore, as others have suggested (17, 30), the present study demonstrates that Vo2max cannot be considered a universal parameter to standardize aerobic exercise".

   Inoltre, certe cose già si sapevano da 30 anni:

- Lortie G, Simoneau JA, Hamel P, Boulay MR, Landry F, Bouchard C. Responses of maximal aerobic power and capacity to aerobic training. Int J Sports Med 5: 232–236, 1984.
- Prud'homme D, Bouchard C, Leblanc C, Landry F, Fontaine E. Sensitivity of maximal aerobic power to training is genotype-dependent. Med Sci Sports Exerc 16: 489–493, 1984.
- Bouchard C, Rankinen T. Individual differences in response to regular physical activity. Med Sci Sports Exerc 33: S446–463, 2001.

   Se non vi basta, seguirà un altro post la settimana prossima...