martedì 3 febbraio 2015

Doping 2: l'etica.


   Confesso che avrei enorme piacere ad assistere a un generale repulisti contro i dopati nell'atletica italiana (il perchè lo spiegherò nel terzo e ultimo post su questo spiacevole argomento), ci sono vari procedimenti in corso, vedremo se produrranno effetti. Intanto i tre moschettieri della staffetta del 2010 sono stati assolti... Ma il punto è che io non sono un facilone giustizialista, di quelli che si fermano all'isteria del "dagli all'untore!", a me piace capire e contestualizzare.

   Dice "chi si dopa è antietico non solo perchè truffa chi non si dopa, ma anche perchè offre un pessimo esempio alle giovani generazioni, perchè lo sport ha una funzione educativa".
   Mah... coi miei figli la funzione educativa ce l'ho IO. E il mondo là fuori è una giungla di tigri del Bengala pronte a tutto per farti la festa... quindi lo sport mi dovrebbe educare a cosa, mi dovrebbe preparare a affrontare quale limpida e bella vita sociale???
   Per me lo sport deve divertire, fare bene al corpo, al limite abitua a una certa "resilienza" psicofisica che può risultare utile anche in altri campi (però conosco tanta gente molto tignosa che non ha mai fatto sport alcuno)... ma non ha alcuna funzione etica o morale. Le comunità sportive sono fatte da uomini e donne normalissimi, più o meno buoni, più o meno cattivi, che a volte (o in alcuni campi) sono buonissimi e altre (o in altri campi) cattivissimi.
   La linea di demarcazione tra bianco e nero non è netta, è sfumata, o ondulata, e bianco e nero spesso si compenetrano. Non amo molto le filosofie orientali ma il simbolo del Tao riassume bene questi concetti.

   I miei figli non si doperanno mai e se si dopa il figlio di quello del palazzo di fronte, e schiatta, me ne frego. Mica sono il salvatore del mondo! Sì, vabbè, mi dispiace un po'... ma poi vinco 500 euro ai cavalli e mi passa la depressione (citazione dal grande Charles Bukowsky :)).
   Chi si dopa sa benissimo cosa sta facendo e i pericoli cui va incontro e non credo manco ai poveri atleti infinocchiati da "medici senza scrupoli". Mi ricorda la storiella degli spacciatori davanti alle scuole a fare i vu' cumprà con gli ignari e immacolati studentelli adolescenti... mah, io a scuola ci sono stato e ste cose non le ho viste... ho visto invece ignari immacolati quindicenni che andavano a fare le rapine e poi compravano la roba presso il pusher. Ragazzi, oggi i prodotti dopanti si comprano su internet, ma che scherziamo?

   Etica nello sport... come no! Basta andare a una partitella di calcio di periferia... io ho lavorato nel calcio: tifosi inferociti (dovreste vedere i genitori dei ragazzini delle categorie giovanili, nella vita normale tranquilli e ubbidienti impiegati), odii e invidie a tutto spiano, l'allenatore che fa le scarpe al preparatore, il massaggiatore al medico, il medico al vice presidente... e il presidente che ritardava i pagamenti degli stipendi. E nelle società d'atletica è diverso? Mai saputo di allenatori che si fanno le scarpe tra loro, anche nella stessa società? Mai saputo di allenatori e atleti, magari di qualità, perseguitati e cacciati perchè non fedeli alla linea di qualche "guru"? E tra gli amatori? Per l'amor di dio... lasciamo perdere che ste cose le conoscete tutti. Quanta gente in cuor suo gioisce se vi fate male o se le gare vi vanno male?
   E su certi forum? Beh ragazzi, qua a volte raggiungiamo vette himalahiane di cattiveria, invidia e infamia. Mi presero a parolacce perchè scrissi che la maggioranza dei maratoneti d'elite appoggia di tallone (è la verità... a proposito, se lo dici a un esame per allenatori FIDAL ti bocciano), mi minacciarono di denuncia per diffamazione per aver detto "la tal seduta di tal allenatore è sbagliata"; moderatori e amministratori, tronfi di un piccolo ridicolo "potere", autoinvestitisi DEMIURGHI che sfogano le loro frustrazioni personali della vita reale pretendendo di fare i "Robespierre de noantri", utenti suscettibili che si sentono dio in terra che ti denunciano ai moderatori se tenti di insegnare loro qualcosa di buono... eccetera. Veramente un Cottolengo mentale.
   Ehhhh... "noi runners, brava gente!"...
   E sto parlando solo di etica eh... se poi andiamo nel campo logico-scientifico ne vediamo di tutti i colori: irrazionalità, incapacità di vedere realtà anche banali, al limite dell'allucinazione e della demenza, conformismo e ossequio dell'autorità (auto)costituita contro ogni semplice evidenza empirica.

   Ecco, il mondo dello sport è anche questo, come ogni altro ambito frequentato da noi "animali razionali". Ma allora in che minchia consiste sta fantomatica "funzione educativa"???



38 commenti:

  1. Sono contento di non essere solo a pensare quello che hai scritto... ;-)
    Voglio solo puntualizzare un'aspetto sulla funzione educativa dello sport, che in realta` esiste se si interpreta corrattemente il termine educazione. Etimologicamente il termine deriva dal verbo latino educĕre, cioè trarre fuori, "tirar fuori" o "tirar fuori ciò che sta dentro'. Lo sport serve eccome a tirar fuori alcune capacita` innate dell'uomo (che la societa` moderna tende talvolta a sopire) sia fisiche che mentali. Poi secondo me servirebbe (notare il condizionale...) a trasmettere due concetti fondentali:
    - I risultati sono conseguenza del lavoro
    - Vince chi merita di piu`

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    1. potrei essere d'accordo... senonchè per comunicare bisogna usare i segni che usano gli altri qui e oggi, e qui e oggi il segno "educazione" significa il contrario: sopire ciò che sta dentro e riempire con ciò che sta fuori (regole, morale, costumi).
      e tutti gli episodi (ma ne avrei potuti citare tanti altri) di cui sopra dimostrano che lo sport spesso non trasmette affatto quei valori fondamentali. io me ne frego del mondo come dovrebbe essere ma non è.

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    2. Hai ragione, spesso è così... potremmo dire anche "quasi sempre", ma per ora si riesce ancora a trovare qualche oasi nel deserto, segno che la desertificazione può essere rallentata o addirittura fermata.
      Io me ne frego di quelli che stravolgono il significato delle parole ed il senso delle cose (un po' come giustamente te ne freghi tu delle falsità diffuse dalle eminenze sull'allenamento...). Vado per la mia strada, continuo a considerare lo sport un mezzo per educare il mio corpo e la mia mente (oltre che un gran divertimento), e soprattutto il corpo e la mente di mia figlia. Poi naturalmente cerco di farlo evitando il deserto...

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    3. ma ancora c'hai solo una figlia??? e nnamo, produci! ihih!

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  3. Per come la vedo io, per l'amatore lo sport rappresenta solo ed unicamente un modo per misurare le proprie abilita' in una certa disciplina: e poiche' l'unico tornaconto e' (dovrebbe essere?) la soddisfazione personale - e' cosi' per la stragrande maggioranza dei dilettanti - doparsi significa non dare alcun senso a cio' che si sta facendo.
    Per i professionisti il discorso si fa piu' complesso, perche' dove girano soldi e riconoscimenti ovviamente la convenienza puo' prevalere sull'etica (e in effetti non considero gli sportivi persone migliori di altre). In questo caso, secondo me, il doping e' un problema non tanto dal punto di vista educativo (chi l'ha detto che i personaggi pubblici devono per forza essere degli esempi per gli altri?) ma perche' non consente il confronto alla pari. In effetti e' una truffa, e va trattata come tale.

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    1. P.S.: anche se, lo ammetto, ho ancora questa visione un po' romantica dello sport per cui chi lo pratica accetta implicitamente regole etiche piu' stringenti di quelle della "mondo la' fuori". Sara' che, da dilettante allo sbaraglio quale sono, non ho mai avuto la convenienza (ne' trovato soddisfazione) nel pensarla diversamente. O forse sto solo invecchiando...

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    2. concordo (nella speranza che fra i professionisti ci sia qualcuno non dopato, se no dov'è la truffa? ahah!).
      se lo vuoi sapere, io personalmente non sono "agonista", per me l'atletica è sempre stata un confronto solitario tra ME e il CRONO. me ne frego della "pugna" contro gli altri. quindi figurati che senso avrebbe per me "turbinare" le prestazioni...
      quando gareggiavo (juniores) andavo solo alle gare dei più forti, arrivavo magari 20° o 30° dietro etiopi e nazionali... disertavo le gare per juniores dove magari avrei vinto ma con un tempo peggiore.
      per lo stesso motivo non sopporto fare sport dove c'è solo vittoria-sconfitta ma non c'è una MISURAZIONE obiettiva.

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    3. In effetti comincio a sospettare che nel professionismo il piu' pulito abbia la rogna, ma non e' una generalizzazione che mi piace fare, sarebbe ingiusto nei confronti di quei - magari pochissimi -pro che dovessero tentare di rimanerne fuori.
      Per quel che riguarda l'agonismo...io considero agonismo ANCHE il confronto solitario tra me ed il crono (anzi: quasi unicamente, dato che dalla "pugna" non uscirei mai tra i primi, salvo nel campionato del pianerottolo). Una cosa che trovo fantastica del running e' proprio il fatto che si possa fare agonismo senza dover ragionare necessariamente in termini di vittoria-sconfitta e, quindi, trovare soddisfazione a qualsiasi livello.
      Poi non demonizzo gli sport in cui si vince/perde (molti mi piacciono assai e li pratico o li ho praticati), anche se per me hanno un fascino diverso.

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    4. manco io demonizzo, ho esposto semplicemente un gusto personale relativo al mio FARE sport... poi per il GUARDARE sport, magari posso anche guardare uno sport "vince/perde". ma ho sempre trovato "poco etico" il fatto che il migliore possa perdere a causa di un episodio sfortunato o un errore di un giudice.

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    5. piertutor,
      il romanticismo io l'ho perso quando ero adolescente... poi qui in brasile, figurati! le palle di kalashnikov che ti fischiano a un metro dalle recchie ti curano dai residui di romanticismo in un baleno :))

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  4. Ho le lacrime per la citazione, Chinaski vive.

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    1. lo faro leggere ai buonisti quando istituirò i campi di rieducazione, una specie di "cura-ludovico" :)

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  5. Pensa, persino io c'ho il mio Yin, adesso te lo mando via mail :-)

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  6. Vogliamo parlare di quelli che in incognito vanno a gareggiare fuori dai confini nazionali? ahahah

    Nino

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  7. della serie... runners brava gente... senza dire nulla spariscono dalla circolazione e scopri casualmente che hanno gareggiato all'estero, gli fai notare che li hai sgamati e rispondono:"si, non ho detto nulla perché non volevo dirlo a nessuno, avevo voglia di staccare, comunque il sito ufficiale indica che ho chiuso la gara alla media di 3'55, in realtà era più lunga di 400 metri, di fatto ho chiuso alla media di 3'51". Brutta razza.

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    1. ah sì... quelli che la gara è più lunga 400m... :)

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    2. ...e quelli che "non sto bene, sono infortunato" e poi fanno PB?

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    3. fabio,
      aspe'! qua ci può essere una logica! guarda l'utilità di studiare anche il settore velocità: esiste uno strano fenomeno della fisica che il mio socio (valsandra) ha scoperto e denominato "paradosso collio".
      atleti che in genere si allenano con ultra volumi di ultra intensità (tipo collio) facevano le migliori stagioni quando stavano infortunati :)

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    4. Ah ecco! E io che pensavo fossero dei furbacchioni...

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  8. Pero' quello che stai dicendo non e' che lo sport non educhi (nel senso di insegnare qualche valore), ma che purtroppo nello sport ci sono un sacco di "dickheads"...
    E' un po' come dire (a uno che crede in Dio, non a me) che siccome a messa ci va un sacco di gente che appena esce dalla chiesa insulta gli immigrati, questo prova che Dio non esiste!
    Io ritengo sia stato incredibilmente formativo, per me, trascorrere gli anni dai 13 ai 20 facendo atletica. Oggi sarei decisamente un'altra persona (non necessariamente peggiore, ma comunque diversa) senza quella esperienza. Fossi stato a contatto diretto col doping, avrei certo ricevuto altri "valori" (non solo nel senso ematico!..).

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    1. no, non prova che dio non esiste, prova che andare a messa serve a poco, se poi la % di dickheads che va a messa è uguale a quella di chi non va a messa.
      a me lo sport è servito fisicamente, mi ha reso resistente alle malattie, mi ha aggiustato problemi alimentari che avevo, mi ha reso resistente, veloce, forte e bello (me lo dico da solo, ahah!), ma nulla più di questo.
      i "valori" me li insegnarono in casa...
      pensa che quando mi avvicinai all'atletica, fine anni 70', nella periferia romana impazzava l'ideologia della sinistra rivoluzionaria, che aborriva lo sport in sè... dicevano che era antietico a priori in quanto stimolava la "competitività capitalistica"...

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  9. Sono d'accordo con te. Se esamino i motivi per i quali faccio sport non trovo nulla di etico e morale. Faccio sport per il piacere fisico che mi da e l'appagamento narcisistico di avere il corpo in buone condizioni. Faccio sport per contrastare l'inizio dell'invecchiamento e il fatto di andar più forte di tanti giovani mi gratifica. Quindi motivazioni sostanzialmente egotiche. Altre motivazioni secondarie sono lo stare a contatto con la natura, la possibilità di socializzare. Forse l'unico aspetto etico che riconosco alla mia pratica sportiva, è che, essendo più sereno e appagato e libero dallo stress, sono migliore verso gli altri di come sarei se non facessi sport.

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    1. eric,
      tu, essendo più sereno grazie allo sport, sei migliore con gli altri... ma a giudicare dalla casistica che ho elencato nell'articolo non accade spesso.
      e comunque un effetto indiretto-collaterale di "calmante fisico > sociale" non lo definirei etico-educativo. altrimenti anche lavorare in miniera 10 ore al giorno è etico-educativo, arrivi a casa talmente stanco che vai a dormì e nun litighi co' tu moje :)
      i minatori di "serra pelada" dovevano essere educatissimi:

      http://s.glbimg.com/jo/g1/f/original/2011/09/07/galeria-27.jpg

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  10. E' ormai noto che il traffico illegali di sostanze dopanti è al 90% tra gli amatori e al 10% tra gli elite, ma come dice un altro, morto un dopato se ne fa un altro

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  11. Risposte
    1. si vabbè, però quello è doping legalizzato! :D

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    2. le grappe di uscuru erano legalizzate spero!!!

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  12. se dovessimo correre pensando a chi si dopo spece tra amatori dove non esistono controlli....sarebbe meglio smettere...allora io corro cercando di battere me stesso.daltronde se gia nel settore assoluto chi si dopa viene punito poco....vedi il caso barbi(scandaloso)o altri casi....figuriamoci tra gli amatori dove non esistono controlli.a me non fanno paura i miglioramenti di tempo..tipo fai la mezza in 1'20...lanno dopo 1'12....certo che se prima correvi 3 a settimana ora 7/8..puo essere..fa spece quando sai di amici runner che gia corrono tutti i di e passano in 4 mesi da 1h20 a 1h15...a 42 anni...azzzz
    ormai si corre dietro al cesto gastronomico del primo...non si corre piu per il tempo per onore di essere il primo ecc
    e obbiettivamente si vede...siamo spariti completamente nel settore assoluto
    maarco72

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  13. Comunque Barbi, se non mi sbaglio, fu squalificato a vita

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  14. certo che barbi è stato squalificato a vità....ma quando?a 40 anni e alla 4 volta...anche se non lo squalificavano ormai quello che doveva ''rubare'' ormai aveva gia dato....a 40 anni la sua cariere era cmq finita(cariera ad alto livello)piu che una squalifica mi sembra una presa per il culo.amè non cambia niente..ma pensa a tutti quei runner puliti che gli son arrivati dietro in tante gare..perso premi o (che a mio avviso è peggio)perso la maglia azzurra????????????????????????????????
    maarco72

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