venerdì 20 febbraio 2015

Infortuni: le relazioni pericolose...


   Da grande estimatore della sessualità, trovo estremamente odioso questo tipo di film (o romanzi) in cui una seduzione esuberante e trasgressiva (rispetto alla morale dominante) alla fine va a finire in morte. E' terrorismo: "sì sì divertiti che poi la pagherai cara, sporco peccatore!"... ma purtroppo alla gente piacciono le trame del genere, se uno fa ammucchiate e poi la passa liscia la gente ci rimane male (tutta invidia!!!).
   E poi Glenn Close è proprio brutta...

   Anche in atletica siamo a volte sedotti da relazioni pericolose fra sedute d'allenamento e spesso va a finire male: infortunio.
   Perchè ci si infortuna? Un grande allenatore americano rispose così:

"perchè sei stanco, perchè hai degli squilibri, perchè la tua mente vuole fare cose che il corpo non vuole fare".

   Sicuramente una battuta saggia ma che non completa la casistica delle possibili cause, che possono essere svariate e molte delle quali extra atletica... basta pure un muscolo irrigidito a causa di una litigata con la moglie non sfogata e STRACK!
   Tuttavia in vari casi l'incidenza di certe sedute d'allenamento o di certe sequenze d'allenamento è chiara (almeno a me...).

ESEMPIO 1.
   Purtroppo capitò a un mio master mezzofondista veloce tempo fa.
   Un'esperienza di 35 anni (e una certa disposizione mentale statistica a captare rapporti di causa-effetto) mi ha fatto convincere che nella settimana successiva a una gara è inutile, se non pericoloso, fare sedute intense (ed è il motivo per cui detesto il gareggiare spesso), ovvero ci vogliono molti giorni per recuperare una gara, dove "recuperare" significa la condizione OGGETTIVA (e non mentale-soggettiva) di poter fare una seduta intensa al top delle proprie possibilità e in sicurezza. Ovviamente ci sono variazioni individuali eh... un elite ventitreenne abituato a 12 sedute settimanali di cui 4 intense ha certamente capacità di recupero maggiori di un master quarantenne che si allena 4 volte a settimana e solo 2 volte intensamente. Qui trattiamo di quest'ultimo caso.
   Lo schema normale del mio master (senza gara la domenica prima) prevedeva lunghetto il martedì, medio giovedì, corsa lenta venerdì o sabato e ripetute domenica. Ma in quell'occasione la domenica prima aveva fatto una gara di cross... allora io alleggerii il giovedì cambiando il medio in una progressione col consiglio di non strafare.
   Invece lui "per motivi familiari" non poteva fare le irrinunciabili ripetute la domenica e fece così:

- anticipò il lungo al lunedì
- ANTICIPO' LE RIPETUTE AL MERCOLEDI'
- posticipo' la progressione al weekend.

   Sopravvisse alle ripetute del mercoledì ma il sabato, durante il progressivo... STRACK!... dolorazzo al polpaccio. La vera causa fu l'anticipo delle ripetute (troppa vicinanza con la gara precedente!) ma spesso il problema si scatena con qualche giorno di ritardo.
   Non c'è scampo!
   E' un caso? Eh ma quando casi di questi ne vedi 1275 cominci a pensare che non lo sia... dice "ah ma noi siamo amatori, mica professionisti!"... e vabbè, allora infortunatevi!!!
   Il corpo è tutto e la mente nulla.
   Nelle prossime puntate porterò altri esempi presi però da atleti elite.

28 commenti:

  1. Ottimo articolo come sempre, ma ho due curiosita' per la cui banalita' mi scuso con gli utenti piu' esperti:
    - Il discorso "il fisico e' tutto" vale solo per cross, mezzofondo, maratone, ecc., o anche per lo sprint, salti e lanci? in teoria il fisico non si stressa cosi' tanto per un 100 metri la domenica pomeriggio; solo in teoria?
    - La componente mentale post-gara e' anche un fattore? Mi verrebbe da pensare che dopo una gara le energie nervose siano in calo, e gli allenamenti intensi immediatamente dopo possano generare infortuni non perche' il fisico non e' pronto, ma perche' mentalmente non presi con la dovuta attenzione... Che dici, e' 'na c@$$@ta?

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    1. Provo a risponderti io:
      1) il fisico è tutto vale per tutto. E vale sia per la velocità che altro. I 100m sono tanto "stressanti", specie se poi dopo quella gara torni a fare lavori intensi da velocista (che può voler dire qualche 60/80m sparato a tutta). Il fisico potrebbe non reggere.
      Non ho esperienze dirette, visto che non faccio velocità, ma mi è capitato di fare qualche ripetuta (non allungo) sui 100m.. nessun problema né durante, né dopo: però si parlava di 14"... quindi molto lento per una prova da vero velocista. Quindi potremmo pensare che fare prove forti sia molto logorante, anche se si parla di distanze brevissime.

      2) Fatti una qualsiasi gara, fai pure il PB. Poi dopo un giorno fai un lavoro. Puoi anche essere super convinto di quello che fai, ma non potrai mai rendere quanto farlo da "fresco". E rischi di farti male seriamente se esageri.

      Quindi in questi casi la mente non è utile.

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    2. chippz sta diventando saggio... :)

      anonimo (firmetta please? giusto per inquadrare),
      non ti devi scusare "se dici banalità". ammesso che le dici (ma non le dici) nessuno nasce "imparato"!
      in questo articolo non volevo centrarmi sull'aspetto psicologico... anche se c'entra sempre perchè si pensa o si "sente" che "questo posso farlo"... poi invece STRACK! allora lo "strack" prova che la mente sbagliava, era inefficiente nell'interpretare il corpo, era drogata da qualcosa.
      questo succede spesso dopo una gara: se è andata bene è drogata dall'entusiasmo, se è andata male è drogata dalla voglia di vendetta. sensazioni errate, ma ci vuole qualcuno ESTERNO che te lo segnali! come nella vita abbiamo bisogno del prete o dell'analista... guarda, neanche io riesco ad allenare bene me stesso.
      e lo sprint stressa terribilmente, svuota completamente il SNC. un grande allenatore ammeregano COSTRINGEVA i suoi 100isti a 10gg di stop dopo un PB...

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    3. Svuota il SNC; io dopo la mia prima gara da ragazzino (60 indoor da cadetto) son andato in macchina dell'allenatore e mi sono addormentato calls stanchezza!

      Da ora in poi mi firmerò; scusa, di solito non commento mai, non conosco l'etichetta dei blog (and he seems a leggerne alcuni mi sembra che non esista).

      Se hai tempo, in giorno mi farebbe piacere leggere quello che pensi sulla psicologia dell'atleta, specialmente in relazione agli infortuni.

      Edoardo EastLondoner83

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    4. allora brevettiamo un nuovo sonnifero, ahah!
      io credo molto nella psicologia dell'inconscio e credo che se al corpo imponiamo troppe torture l'inconscio si ribella.

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  2. Questo articolo racconta quello che accade tra gli "elitte amatoriali" detti anche troppe runner....cioè che corrono tutte le domeniche e che a partire dal lunedì ripartono con lavori. L'articolo però inserisce un ancora di salvezza per questi atleti: il fatto che corrano anche 14 volte la settimana con 4 lavori settimanali li preserva da fastidi. Comunque una volta leggevo alcuni commenti del corsaro dove aspettava sulle rive del fiume ecc ecc; ecco, adesso sono curioso di vedere io qnd passeranno questi elite de noartri.
    Il tuo master ha solo mescolato le sedute, che cosa ben più grave penso sia il fatto di aver screditato il lavoro del tecnico.

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    1. mah... non parlerei di "screditare il lavoro del tecnico" in questo caso (in altri sì :))
      il mondo master è una giungla! c'è chi ha reali problemi, chi è succube delle mogli, chi vuole avere tutto e il contrario di tutto, chi si sente rocky... e io se voglio lavurà me devo adatta'. certo che ad alcuni, per il tempo che mi fanno perdere e l'esaurimento che mi causano, dovrei chiedere parcelle triple :)
      quelli ligi alla regola sono pochi...

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    2. quelli ligi sono pochi anche tra top elite ecc...lasciati pregare! Il coach è un mezzo il soggetto resta l'atleta....ma l'atleta pensa di poter fare da solo e saper interpretare il mezzo, ed è li che parte il patatrak!

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    3. sì, ci sono anche elite poco ligi...
      l'importante è apprendere dagli errori. il grave è quando dopo n errori si continua imperterriti...

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    4. Se una donna ricordasse i dolori provati durante il parto il mondo sarebbe senza futuro. Sbaglio? Ovviamente contestualizzato al nostro argomento.

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    5. eh... ma se tu prendi na curva a U a 160/h, ti sfracelli ma ti salvi, poi te lo scordi e lo rifai...

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    6. Quindi di n errori fatti n errori che rifaranno....si tratta solo di mentalità se non di intelligenza personale. C.v.d.

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  3. prima di tutto penso che sia difficile per un amatore gareggiare tutte le domeniche a "manetta" e accade...come riescano non commento...questo articolo dimostra anche come dico sempre io..un amatore deve allenarsi meglio che un professionista..proprio perchè non ha tanto tempo da dedicare alla corsa..il tempo va gestito bene...come gli allenamenti...fai 12/14 sedute a settimana è una cosa..farne 3/5 è un altra..non hai tempo per rimediare ecc ecc per cui le cose vanno fatte con molto criterio.....invece si rincorre si anticipa ecc ecc.si prendono allenamenti di top runner e si fanno....ma cavolo...uno che fa 200km a settimana un 5/6*2000 lo regge facilmente...uno che ne fa 50a settimana lo reggera in modo diverso..invece c'è la brutta abitudine di "copiare"gli allenamenti top runner...senza pensare a cosa c'è attorno...
    maarco72

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  4. io penso che al 95% degli amatori (categoria a cui faccio parte e che frequento...) manchi quello che io chiamo "contorno", che col tempo ho scoperto essere al contrario "la base".....stretching, allunghi, palestra, irrobustimento muscolare, tendineo, dei tessuti connettivi, core stability, etc etc.
    Dico poco, praticamente un mondo...:) la maggior parte di master una volta che ha fatto quattro pseudo allungamenti appoggiato alla staccionata si sente un "master" della preparazione!! Ma va...
    Poi ovvio tabelle scriteriate, ma la ricerca del Santo Graal ha sempre il suo fascino...

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    1. verissimo... io ci provo a curare a puntino queste cose... poi c'è chi recepisce e chi nun ce sente a sta recchia...

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    2. Concordo pienamente..per questo dico che dell allenamento del top runner non va presa solo lasingola ripetuta ma tutto cio.che la contorna

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    3. Corsaro condivido il pensiero del recupero -fondamentale x arrivare alla gara successiva in ottima condizione fisica è x svolgere i lavori specifici--domanda come fà un master MM45 a correre x un intera stagione durata all'incirca 6/7 mesi sul piede di 2'00/03 sugli 800 mt
      sarei curioso di sapere quanti allenamenti specifici fà alla settimana oppure si comporta come il master che hai descritto sopra- questo è il classico master che gareggia la domenica e poi effettua un lavoro specifico il mercoledi oppure lo farà la domenica successiva alla gara ma.....
      che ne pensi?

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    4. ho le tabelle di uno di quelli che dici tu, che qualche anno fa fece sfracelli... poca aerobia, 4-5 sedute intense settimanali. gara e seduta intensa già il martedì...
      anno1: sfracelli, 2'00
      anno2: 2'07
      anno3: 2'12
      non so se si sia spaccato o cosa... comunque la parabola discendente è piuttosto netta...

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    5. Stai parlando di un master 45, proveniente da quale storia atletica?

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    6. io sto parlando di un master in generale, può essere M35, 40, 45, 50... può essere di oggi o di 10 anni fa... di più non posso dire.

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    7. Per parlare....pensi che il fare troppi lavori o troppi km o piuttosto zippare in pochi mesi/anni tutto quello che in 5 anni non hai fatto può portarti a grandi prestazioni nel giro di 1-2 anni e poi portare ad un naturale declivio?

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    8. probabilissimo!
      bisognerebbe avere un'ottica pluriennale, di lunghissimo periodo... purtroppo però è una filosofia che quasi nessuno accetta, atleti in primis.

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  5. c'è da dire che al di là di tutto i master si portano i problemi della vita di tutti i giorni.
    E' evidente che poi commetteranno più errori.
    C'è però da dire una cosa a loro credito: molti non hanno una "REALE" educazione all'allenamento ovvero come comprendere il piano di allenamento, che regole darsi (per esempio.. se gareggi.. non puoi fare ripetute dopo 2 gg.. bisogna fissarsi quanto meno un limite minimo e comprendere che saltare una seduta non è un male se in questo sliding doors la soluzione è un possibile infortunio o accumulo di affaticamento).

    altro discorso poi la relazione con la rigenerazione.. dura per loro avere tempo per scaricare colonna, fare stretching e foam o bagni ghiacciati.

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    1. vero, ma ci sono anche profonde variazioni individuali di comportamento a fronte di problemi simili della vita quotidiana.
      io sono molto elastico, ad esempio la mia routine di stretch dura appena 5-6'... cavolo non trovi 5-6'? e nnamo!

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  6. ovvio però quando una lavora, è madre e... il tempo è tiranno ci si ritrova spesso a dormire sul divano.
    'sto benedetto foam se lo potrebbero portare in salone!

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    1. però 3h al giorno da passare su FB o UOTZAPPE le trovano sempre, ihih!

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    2. bah.. gli servirà per addormentarsi! ahahahaha

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