domenica 2 giugno 2019

Frequenza vs ampiezza: quale degenera prima?


   Nei discorsi riguardanti la meccanica di corsa, soprattutto per atleti che si cimentano in distanze molto brevi in pista (200-800), ogni tanto ci si imbatte in soggetti che nella seconda parte di gara subiscono una drammatica degenerazione della meccanica che si manifesta in un vistoso rallentamento della frequenza (e ovviamente della velocitá).
   Ho osservato che molti pensano che questa degenerazione della frequenza sia abbastanza normale, ma cosí non é (e quindi se accade bisogna chiedersi il perché): in situazioni di fatica l´ampiezza dovrebbe degenerare molto piú della frequenza, ovvero le condizioni di fatica (acidosi e altre cosette) colpiscono prima e di piú la produzione di forza che la capacitá tecnica-neurale di muoversi rapidamente in sé.
   Sono state fatte varie rilevazioni in questo senso (ok, su atleti elite), ad esempio questa (ok, mo´ arrivano i soliti squinternati che diranno "ma questi erano dopatiiii!!!", dimenticando che la tradizionale "scuola italiana di velocitá" era tutta basata su esperienze dell´est Europa, ma non mi pare che per questo gli squinternati abbiano mai invitato a buttare nel cesso le idee vittoriane&c.):

http://speedendurance.com/2009/02/12/ground-contact-time-stride-length-and-fatigue-in-the-400m/

   Le rilevazioni sono fatte ai 150m e ai 350m del 400m, quindi in momenti molto vicini alla massima e minima velocitá:

DIMINUZIONE VELOCITÁ.
schonlebe 10.7%
koch 10.6%

DIMINUZIONE FREQUENZA.
schonlebe 2.2%
koch 1.9%

DIMINUZIONE AMPIEZZA.
schonlebe 10.7%
koch 15.0%




7 commenti:

  1. Se provoa pensare a delle mie gare, mi pare di ricordare che su gare di 400-800 diminuisco di piu la cadenza che l'ampiezza, perche sono in acido. Mentre su distanze lunghe 10-21 diminuisco l'ampiezza perche stanco in generale, mantenendo invece la cadenza

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    1. dovresti ricordare con la certezza... comunque si dovrebbero fare statistiche anche su non-elite e amatori

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  2. 800m - Sono sicuro nel finale di diminuire l'ampiezza e non la frequenza

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  3. Le statistiche andrebbero fatte su una popolazione ampia. Due atleti non sono una statistica.
    Per trarre conclusioni che abbiano una validità in senso ‘generale’ , si dovrebbe studiare un numero di atleti (anche solo pro va bene, anzi meglio, in quanto loro dovrebbero correre bene i 4 e sarebbe un buon esempio per i non pro) molto maggiore, 50-60 pro almeno, equamente divisi tra uomini e donne. Infatti donne e uomini potrebbero avere, in media, diminuzioni percentuali di ampiezza/frequenza diverse ( ma quanto diverse? Ma poi, saranno effettivamente diverse? Con solo due atleti non lo possiamo sapere. Sappiamo solo che Schonlebe e Koch hanno un 5% di differenza di ampiezza, un 0.1% di velocità etc)

    Spero che questo commento non venga interpretato male, infatti apprezzo molto l’idea del lavoro fatto, ma allonstato attuale è molto fallace dal punto di vista statistico.
    Con un numero maggiore di atleti, diventerebbe uno studio decisamente interessante, dal quale si potrebbero trarre molte conclusioni valide.

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    1. ovviamente hai ragione e se qualcuno ha studi ampi del genere sono ben accetti

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