sabato 6 gennaio 2018

Julien Wanders, il training di un diversamente keniano


   Ha detto "ciaone" e se n'è andato ad allenarsi in Kenia il buon Julien, svizzero-francese che ha 21 anni e ha deciso di investire su sè stesso, un po' come Sondre Moen, l'altro "fenomeno" diversamente africano che rischia di mettere in crisi le teorie genetiche che vorrebbero certi risultati impossibili per i visi pallidi. 
   E in kenia ti alleni... da keniano: alti volumi, lunghi-lunghi, bigiornalieri a palla, special-blocks (bigiornalieri con intensità mattina e sera).
   Alcune sue sedute autunnali?

7 novembre:
Mattina: tempo run 12 km in 36'16
Pomeriggio: su pista 10x600 R.2 ' + 2x300 R.1' + 3x200 R.40" (1'37 - 44 - 27)

18 novembre:
vince una 8km in 22'45 (2'50)

2 dicembre:
vince l'Escalade, gara collinare a Ginevra in 20'58 (2'51)

13 dicembre:
Mattina: 4x2000 R.2'30 + 4x1000 R.2 ' (5'43 - 2'45)
Pomeriggio: 6x600 R.1'30 + 5x400 R.1' + 4x300 R.45" + 3x200 R.30" (1'38 - 62 - 45 - 28)

16 dicembre:
lungo di 30km collinare a 3'44 (ma ha fatto anche due lunghi di 40km)

23 dicembre:
"il futuro appartiene a coloro che si alzano presto", seduta terminata alle 7
5x(5x400 R.45") R.4' + 3x(3x200 R.45") R.2' (64 - 28)

   Stava preparando la Corrida de Houilles, 10km su strada molto importante in Francia e partecipata da molti elite mondiali... ecco il risultato:

https://www.facebook.com/AtletiDisagiati/posts/1810421942589956

   28'02 battendo tutti, anche Mekonnen che ha 26'56 in pista. Su strada si tratta del record sia francese che svizzero. Il suo PB in pista è 28'06 dell'aprile 2017 ma direi che ora si aprono scenari decisamente nuovi. Ha anche 1h01'43 nella mezza, vedremo cosa combina... Julien, sei nel mirino!

   Ma intanto, i nostri ventunenni italiani come si allenano? Si alzano la mattina alle 5 per la prima seduta della giornata?



30 commenti:

  1. È veramente in gamba Julien Wanders. Sono felice di averti "procurato" il materiale per il primo articolo dell'anno. Volevo pure io commentare polemicamente ma mi hai preceduto sul finale. E comunque non rispondo alla domanda perché a differenza tua io sono "buono". Ahahah... :D
    Noto che nell'atletica italiana, ciclicamente, si formano varie sette: i cardiomaniaci, gli avampiedisti, i minimalisti, adesso abbiamo i genetisti. Poi però arrivano i fatti a smentire queste teorie..
    spiritolibero - forumcorsa

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    1. Alberto ti faccio questo esempio:
      Ormai da una 30ina di anni il ciclismo colombiano è diventato una realtà affermata e continua a sfornare una grande quantità di corridori con un livello medio molto elevato. Non solo, accanto ai celebri scalatori cresciuti tra l'aria sottile delle Ande sono cresciuti ultimamente anche giovani velocisti e pistard (un po' come il Kenya che sta ottenendo successi anche in specialità dell'atletica più veloci e tecniche es.400hs e giavellotto).
      Possiamo parlare di un vantaggio genetico dei colombiani?
      Vediamo un po'...
      La Colombia confina con l'Equador, contesti simili, ambienti simili, genetica simile; eppure non mi sovviene alcun corridore equadoregno di spessore.
      Allo stesso modo non possiamo equiparare il movimento atletico kenyano con quello tanzaniano, ad esempio.
      Quindi a parità di genetica pare evidente che ci siano altri fattori che contano.
      Ma andiamo avanti...
      Ci sono corridori e in particolare scalatori occidentali piú forti dei colombiani?
      Oooh...eccome. Nel 2017 al Giro d'Italia un latteo olandese ha battuto l'indio Nairo Quintana, forse, potenzialmente, il miglior scalatore attuale.
      Eppure, qualcosa non mi convince, questi colombiani in salita vanno sempre mediamente molto forte e quando ero under 23 le principali squadre avevano spesso nel loro organico un ragazzo colombiano.
      Come si spiega? Forse col fatto che molti sono nati e cresciuti a 3000m? Forse col fatto che a 17 anni hanno fatto armi e bagagli e si sono trasferiti dall'altra parte del mondo, verso l'ignoto, per seguire un sogno? Forse perché avevano esempi vincenti quali quel Luis Herrera che nel 87' vinse la Vuelta? Forse perché affermarsi nel ciclismo significava per loro uscire dall'indigenza?
      E se, come io credo, accanto a mille ragioni culturali, tecniche e ambientali, le loro buone prestazioni fossero spiegate anche,in parte, da una certa predisposizione fisica verso un certo sport? Sarebbe davvero una cosa cosí tragica e assurda? È tragico o ingiusto dire che i giapponesi difficilmente potranno produrre buoni giocatori di basket o pallavolo?
      Io dico solo che non dobbiamo far finta di non vedere, sia da una parte come dall'altra.
      -Gli africani saranno sempre inevitabilmente più forte dei bianchi: cazzata.
      -Siamo tutti uguali, partiamo dalla stessa base e solo l'impegno puó differenziarci: cazzata.

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    2. Ok. Ma in questo caso parliamo di differenze legate alle caratteristiche fisiche non genetiche. In Colombia tantissimi ragazzi hanno un fisico "adatto" al ciclismo che assieme al calcio è lo sport nazionale. A questo abbina allenamento, umiltà e fame di vittorie. Non so quanto sia la diffusione del ciclismo in Ecuador.

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    3. Per dire... questo è quanto ti può accadere in Colombia... ihihih :D
      https://www.leggo.it/news/esteri/il_contadino_bici_supera_umilia_triatleti_salita_video-2184642.html

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    4. io nell'articolo ho scritto "teorie genetiche che vorrebbero certi risultati impossibili per i visi pallidi". significa che per me la genetica conta zero? no. significa che per me la genetica non conta tutto... ovvero che se alziamo le chiappe, ci alleniamo tanto e bene, ancora meglio se facendo "vita da keniano", QUALCHE risultato da cheniano possiamo ottenerlo... magari sempre in % inferiori ai keniani.

      il succo del mio pensiero è: non usiamo la genetica, o altre scuse, per avallare la pigrizia e gli errori tecnici.

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    5. Ma Alberto cosa vuol dire "parliamo di differenze fisiche e non genetiche"? Il fenotipo é conseguenza del genotipo. Si era parlato in passato dei vantaggi che potessero avere certe caratteristiche anatomiche, vedi dimensione dei polpacci. Cmq io sono il primo ad essere interessato all'argomento dell'articolo in questione perché credo che vi siano componenti prioritarie e altre marginali. L'allenamento é prioritario

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    6. Si ma poi vedi che arriviamo alle stesse conclusioni? :)
      È ovvio che uno che ha un fisico "massiccio" difficilmente potrà divenire un maratoneta di alto livello. Ma potrebbe in ipotesi diventare un ottimo lanciatore. Però a parità di condizioni fisiche incidono più altre componenti.
      Per rispondere alla domanda del Corsaro su dove erano i nostri atleti élite giovani mentre Julien Wander era ad allenarsi, moltissimi erano a farsi le serate in discoteca (erano la prebefana e la befana :D). Ora, qui la genetica non c'entra nulla, se non nella testa. È che alcuni sono disposti a "rinunciare" a tutto pur di emergere. Un po' maniaci, ma lo sono tutti i potenziali campioni.

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    7. mi rivolgevo a tutti, non a te in particolare

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    8. mettiamoci pure gli olandesi che negli ultimi anni vanno forte nel ciclismo...e si allenano in un territorio dove non c'è un metro di salita
      forse come dice un mio amico cicloamatore di ottimo livello "per andare forte in salita non occorre mica allenarsi in salita..."

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  2. Certo Corsaro, lo so; rispondevo ad Alberto e alla sua accusa ai "genetisti".

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  3. Secondo me conta pure l'epigenetica, cioè il tipo di vita che si fa, come influisce sull'espressione dei geni.
    In soldoni i keniani corrono, mangiano poco, fan quel tipo di vita, fin da bambini. Difficile che accada per un occidentale, e forse sta lì quel piccolo margine che rimane.
    Zedemel

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    1. l'epigenetica è una via di mezzo. è come se la natura varasse una misura provvisoria con cautela, per verificare la stabilità nel tempo di una certa struttura ambientale, prima di varare un definitivo cambiamento del dna.
      ma se agisce in un verso può agire anche nel verso opposto, ovvero nel senso di far perdere ai keniani certe caratteristiche se li fai vivere da occidentali a livello del mare.
      quindi risente fortemente dell'influsso ambientale.

      in finale finche non si prendono centinaia di ragazzi bianchi, li si porta in kenia per 20 anni, li si allena come i keniani e si verificano i risultati, non ci sono buoni motivi per dire che quel qualcosa in più che hanno i keniani è genetico.

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    2. Qualcosa si sta muovendo, magari Moen e Wanders sono forti ma non fortissimi, vedremo se in futuro molti più ragazzi occidentali intraprenderanno una certa strada. Per ora rimane un "buco" di 3-4 secondi al km, tra i migliori africani e i migliori occidentali.
      Zedemel

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    3. eh, ma anche senza andare in kenia, se certi nostri (ma soprattutto nostre) alzassero il culo e si facessero 200km a settimana in 13 sedute non sarebbe male.

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  4. Le "teorie genetiche che vorrebbero certi risultati impossibili per i visi pallidi", OGGI non mi convincono. Anche l'epigenetica non credo sia una spiegazione esaustiva delle differenze di performance nella corsa prolungata tra keniani e bianchi del resto del mondo. Secondo me bastano i fattori ambientali e socio-culturali a giustificare il differenziale medio tra atleti keniani e resto del mondo pallido. Che poi i fattori ambientali e socio-culturali possano indurre, nel LUNGHISSIMO PERIODO, adattammenti epigenetici e genetici è molto probabilmente vero, ma non credo che OGGI sia così rispetto alla corsa.
    Purtroppo però non credo che potremo mai avere una controprova di queste mie affermazioni. Bisognerebbe convincere qualche migliaia di visi pallidi (magari presi in padania AHAHAHA!) a trasferirsi sugli altipiani per intraprendere una vita diversa e far crescere i propri figli come i giovani keniani (alimentazione frugale, scuole lontane, spostamento a piedi, contatto con la natura, ecc.). Dovremmo poi riparlare del fenomeno tra un paio di generazioni e tirare le somme sull'esperimento... Forse il primo record di maratona sub2h potrebbe essere di un viso pallido!

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    1. è più facile che migliaia di giovani diversamente pallidi vengano giù in padania... anzi, già sta accadendo :))

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    2. la riscossa visipallida :))

      http://www.lastampa.it/2017/12/28/sport/atletica/latletica-archivia-i-pregiudizi-ai-bianchi-mancava-il-coraggio-3xMqpiUFPjc2Ajrzsp2dXO/pagina.html

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  5. Sbaglio o lo schema e' un bel po' simile al metodo Salazar, di cui scrivesti qualche tempo fa su questo blog - alias, una "giornatina" in cui si distruggono (tipo gara+ripetute), seguita da varie giornate di corsa piu' o meno tranquilla?

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    1. non sbagli. e simile anche agli schemi di canova, anzi di più.
      la differenza sta nel fatto che mentre salazar "raddoppia" a distanza di minuti o decine di minuti, e pare lo faccia di rado e solo in periodo agonistico, rondelli e canova lo fanno regolarmente e a distanza di ore.

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  6. BRAVO..ANZI BRAVI, PERCHE' ANCHE IL NORVEGESE LO MERITA. NON E' UNA NOVITA, MI RICORDO CHE ANCHE HUTCHINS SI RECO' IN KENYA A FINE ANNI 80 PER VINCERE CROSS DELLE NAZIONI, MA ARRIVO 2 PERCHE' DAVANTI AVEVA UN MOSTRO COME NGUGI.

    E' INUTILE GIRARCI INTORNO, SE HAI LE DOTI PER EMERGERE MA NON TI ALLENI NN VAI DA NESSUNA PARTE. VINCI LE GARETTEIN ITALIA DOVE TUTTI SI ALENANO COME TE. SE INVECE DECIDI CHE LA TUA VITA E' L'ATLETICA, E SEI UN PRO, TI DEVI ADEGUARE A TREND DI ALENAMENTO DELL'ELITE, E L ELITE SI ALLENA TANTO, TANTISSIMO.

    SONO UN FRANCO-SVIZZERO E UN NORVEGESE, NON PROPRIO DUE PAESE IN CUI SI SOFFRE LA FAME... OLTRE ALLA MOTIVAZIONE PERSONALE DI PRIMEGGIARE E RAGGIUNGERE IL MASSIMO,CHE E' PERSONALE ED INSINDACABILE, SARA' CHE PER "CAMPARE" D'ATLETICA SONO SPINTI A FARE RISULTATI D'UN CERTO TIPO, INVECE D'AVERE LO STIPENDIO COME SUCCEDE DA NOI?
    LORENZO

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    1. come ti quoto!
      da un lato c'è una certa pigrizia, dall'altro una FUNESTA filosofia d'allenamento che imperversa da parecchio e che spera di ottenere risultati allenandosi poco ma sempre a palla

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  7. Luciano qual è secondo te il senso, per chi fa distanze lunghe come lui, di una seduta con recuperi ampi e statici come questa?
    5x(5x400 R.45") R.4' + 3x(3x200 R.45") R.2' (64 - 28)

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    1. lo scopo è stimolare una "riserva di velocità" (per come la vedo io che non ragiono sulla fisiologia ma sui bisogni di gara) alias "stimolo lattacido" (per chi ragiona sulla fisiologia). è vero che i recuperi sono statici, però sono molto brevi e il volume è enorme, 12km.

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  8. la cura funziona: wanders secondo a barcellona in 60'09, pb frantumato di 1'35 in meno di un anno.

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  9. Funziona eccome la cura......59'13" dopo un anno 🙈🙈😁
    FENOMENALE direi.

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  10. Io ero rimasto ad un corto veloce il mattino (3-5km) e 10x300 o 10x400 la sera nei miei tempi d'"oro"🙈🙈🙈
    Come ci siamo evoluti negli ultimi 10 anni come metodologie di allenamento....meno km e più qualità...
    Quanti km "inutili" si sarebbe risparmiato il grande Gelindo Bordin 😀😀😁

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    1. meno km chi? wanders non mi pare proprio. gelindo era un´eccezione.
      in italia oggi di km se ne fanno troppo pochi e intensitá troppa, e mi pare che i risultati non diano ragione.

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