venerdì 19 giugno 2015

L'azzurro che verrà (forse...)


   Da anni, in varie sedi, dibattiamo circa i motivi dell'agonia dell'atletica italiana d'elite. Le teorie esplicative sono variegate e probabilmente vi sono più motivazioni concomitanti.
   Secondo molti il problema principale sarebbe la latitanza di talenti giovanili, un bacino di utenza scarso, le scuole che non aiutano, i ragazzi che non s'impegnano e che preferiscono la PLEISTESCION e gli SMARTEFONE... mah, forse qualcosa di vero c'è, però io osservo che di giovani talenti ne sforniamo in continuazione e che nella categoria allievi siamo messi molto bene a livello mondiale. Quindi, se poi da adulti siamo messi malissimo, significa che qualcosa si inceppa DOPO.

   Il problema è che tutti esultano ogni volta che sboccia un bellissimo fiore ma poi dimenticano quando i fiori appassiscono prematuramente. Per dirne una, nei 400 femminili c'è solo un'atleta (Marta Milani) che, presente fra le prime 20 all-time italiane allieve, è sopravvissuta e compare anche fra le prime 20 all-time assolute.
 
   Ho preso spunto da un articolo apparso sul sito Atleticalive, poi ho completato i dati delle fonti di quell'articolo con la consultazione delle liste mondiali dal sito Iaaf (le liste sono mutevoli, ogni giorno si aggiunge qualche nuova prestazione) e ho notato che nella categoria allievi l'Italia è fra le prime 10 nazioni al mondo (mentre per i senior neanche arriviamo tra le prime 30). Praticamente, eccezion fatta per USA, Russia, Jamaica, Sudafrica e Kenia, con le restanti nazioni ce la battiamo ad armi pari.

   Alla vigilia dei campionati italiani e mondiali allievi, ecco gli allievi italiani tra i primi 10 delle liste mondiali 2015 (non sono pochi... poi vedremo fra 5 anni quanti sopravviveranno); addirittura ci sono 2 capolista, cosa impensabile fra i senior:

Filippo Tortu 3° (100)
Filippo Tortu 8° (200)
Andrea Romani 4° (800)
Stefano Sottile 1° (alto)
Giacomo Brandi 9° (10km marcia)
Ilaria Verderio 10° (400)
Marta Zenoni 1° (800)
Marta Zenoni 7° (1500)
Marta Zenoni 6° (3000)
Ilaria Verderio 5° (400h)
Sidney Giampietro 9° (peso)
Sidney Giampietro 9° (disco)

23 commenti:

  1. Appunto "da ADULTI"; questi ragazzi vanno fatti crescere,seguiti (possibilimente da persone competenti...opsss ho svelato il grosso problema...) e non pompati per esplodere (in tutti i sensi) tutto e subito.
    Creiamo idoli e loro a quell'età si sentono arrivati; ci sono esempi in tanti sport non solo in atletica.
    Perchè abbiamo sempre un sacco di gente rotta? Altro problema per questi ragazzi, non da poco.
    Bisognerebbe aver la voglia di risolvere il problema capendo che il problema è creato "in casa", in tutte le prefessioni bisogna aggiornarsi perchè qui no?

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    1. Il fatto è che si cerca soltanto di far diventare qualcuno.. un qualcuno. Se il mio atleta diventa fortissimissimo, allora anche io allenatore diventerò famosissimo e il mio programma sarà usato ovunque.
      Però non importa nessuno (in italia) se sforno dieci atleti buoni, ma non ottimi!

      Però pensare così vuol dire fregarsene altamente degli atleti e pensare solo ai propri scopi personali.

      --
      Comunque, non so negli altri Paesi, ma è possibile che qui in Italia non ci siano le strutture adatte. Farsi 20 e passa km ogni volta per andare in pista può essere bello da ragazzi, ma da adulti si capisce quanto sia logorante.

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  2. Lasciamoli crescere in santa pace questi ragazzi, sperando che genitori e coach non rovinino quanto di buono hanno fatto.
    Sicuramente l'episodio di Tortu - fermo ai box su volere del padre per scompensi di 'crescita' - è da sottoscrivere, a mio parere, come un buon gesto di sano realismo e responsabilità.
    Poi comunque bisogna sempre avere il beneficio del dubbio: cosa poteva fare nel prosieguo della stagione dopo una prima parte stratosferica?

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  3. Avevo letto ti talenti che nei 60mt facevano rievocare il nuovo Mennea...dove è finito?

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  4. a regà, i talenti bisogna farli fruttare, lo dice pure gesù cristo (matteo 25, 14-30) ahah!

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  5. Notizia di poco fa: Marta Zenoni nella finale 1500 m ha chiuso in 4:14.50, a pochi decimi dal top mondiale stagionale della kenyana Janeth Chepngetich...

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  6. La butto li': e se ci fossero considerazioni di tipo economico, del tipo "ma che cacchio continuo a fare atletica che non ci cavo una lira?" Io ero una pippa, ma ai miei tempi di allievo/junior conoscevo un sacco di gente promettentissima (ti parlo di top5 al mondo), che mi diceva che invece di puntare ad uno stipendio da carabiniere/finanziere/etc sicuro, preferivano iscriversi all'universita' e hanno fatto atletica part-time.

    Qui a Londra vedo ragazzi molto piu' spensierati; in generale, qui la gente fa quello che vuole senza preoccuparsi se i soldi arriveranno o meno (tipico esempio, anni sabbatici a 18 senza soldi).

    C'entra qualcosa secondo voi?

    Grazie,
    Edoardo EastLondoner83

    PS: Grande Corsa', finalmente sei tornato!

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    1. Se vogliamo aggiungere carne al fuoco, in Italia con strutture fatiscenti, allenatori e dirigenti che pensano agli affari propri, etc., ad un ragazzo giovane e promettente quello che lo circonda non lo invita a scommettere il proprio futuro sull'atletica...

      Edoardo EastLondoner83

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    2. mah... ho premesso che i motivi sono molteplici. però non capisco perchè fare l'università dovrebbe comprometterti un'atletica seria. all'estero gli atleti non vanno all'università?

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    3. aggiungo: per quelli forti il problema non è l'abbandono, che riguarda di più i rincalzi... è proprio che le prestazioni di quelli che continuano stallano o peggiorano...

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  7. Bah secondo me tra questi ne arrivano tre o quattro da seniores competitivi
    Non credo che il problema sia l'italia in generale con gli allenatori (problema presente credo anche all'esteto) quanto la bassa visibilità e i bassi profitti di questo sport che non aallettano i giovani a continuare a farsi il mazzo
    Intendiamoci
    Calcio= fatica 0 guadagno alle stelle da allievi
    altri sport di squadra= guadagni buoni da allievi fatica poco più che 0
    Atletica= fatica alle stelle guadagno 0 da allievi

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    1. Vuoi dire la frustrazione del rapporto fatica/soldi li sprona a mandare tutto a quel paese? Ottimo punto, ma allora mi chiedo; fuori dall'Italia l'atletica e' piu' remunerativa, nonostante non ci siano neanche i gruppi sportivi militari?


      Edoardo EastLondoner83

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    2. tre o quattro?
      come diceva carletto mazzone? "magara!!!"
      accendo un cero a san filippide protettore degli atleti :)

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    3. Edoardo all'estero non ci sono tutti i professionisti che ci sono in italia ma i pochi che arrivano hanno guadagni decenti non un misero stipendio statale che a stento ti permette di vivere
      In finlandia e in norvegia spiegava l'altro giorno rondelli i professionisti son pochi ma sono famosi e remunerati come si deve

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    4. Ecco, appunto, ma a me da contribuente che mi frega mantenere atleti non di livello internazionale? Per fare settimi all'europeo a squadre? Io approvo il modello scandinavo. Se da senior hai risultati
      Importanti fai il professionista, altrimenti fai atletica da dopolavorista

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  8. Corsaro
    I recall having a conversation on the topic with a college coach.
    He mentioned tha during his career he saw a lot of athletes who "just peak at 20-21 and then start declining, for no particular reason"

    His opinion was that some athletes do not want to sacrifice a season or half for a long term development.
    But overall, he mentioned that the best long-term development plan is to stay injury-free.

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  9. Un giorno di tanti anni fa ero a Formia, e un "venerato maestro" (forse IL venerato maestro) si bullava che gli italiani sono quelli che si fanno il mazzo di piu' di tutti al mondo (“Il tale campione americano faceva in un mese quello che il mio atleta faceva in una settimana”). Ora la domanda e': in un paese di 60 milioni di pesone, a maggioranza bianca, in cui quasi tutti giocano a pallone, e' piu' normale essere tra i migliori giovani, o mediocri tra i senior? Secondo me la seconda.

    Forse da giovani i nostri sono relativamente forti perche' si fanno il mazzo piu' degli altri, e poi quando anche gli altri si mettono a lavorar sodo la genetica prevale?


    Edoardo EastLondoner83

    PS: grazie a tutti per aver confutato le mie ipotesi, concordo con voi che avevo sbagliato; scusate se continuo ad insistere con i miei commenti, ma e' un argomento che mi fa scervellare da tempo, e apprezzo molto le vostre risposte.

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    1. Non credo assolutamente che da ragazzi gli americani i kenyani e quant'altri non si facciano il mazzo
      Forse lo sviluppo fisico soprattutto in ambito femminile gioca a favore di molti nostri atleti
      Poi da allievi ci sono 1000 che fanno atletica a livello mondiale
      Da assoluti ce ne saranno 20000 e credo sia un pò questo che fa la differenza

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  10. edoardo,
    io spesso penso una cosa e poi me la auto-confuto, ahah! non sono assolutamente campate in aria le tue ipotesi...
    io alla genetica ci credo fino a un certo punto... negli USA c'è una certa PRANDINI, bianca e figlia di ITALIANI, che fa 10.9 e sta spaccando la faccia a tutte.
    nella mia esperienza ho osservato sia ragazzi ai quali viene fatto fare un ultra-mazzo (specie nella velocità) sia ragazzi ai quali viene fatto fare poco e niente (specie nel mezzofondo)... grosso modo il contrario di come dovrebbe essere... e comunque sempre metodi estremizzati in un senso o nell'altro, difficile vedere equilibrio.
    cioè, so di 400iste che fanno 8km di medio... e poi 3000isti per i quali "8km di medio sono troppi e fanno male alla tecnica di corsa"...

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    1. A che serve farsi il mazzo con il rischio di: 1) non recuperare per bene ed infortunarsi, 2) bruciare molte tappe e vedere un inesorabile declino?

      E poi molti si fanno il mazzo ignorando aspetti fondamentali della propria gara. Tipo velocisti che fanno lenti da 40 minuti, velocisti che fanno pesi con 5 kg, mezzofondisti prolungati che fanno 100 km a settimana tutti di lento o trascurando i lavori. Atleti che fanno un periodo solo un tipo di allenamento e un periodo solo l'altro.

      Quindi ci sono vari tipi di "farsi il mazzo". Se ci si fa il mazzo, ma nel modo sbagliato, allora è palese che è meglio fare meno ma meglio.
      Questo comunque non vuol dire che gli altri non si facciano il mazzo, eh! Anzi! Si fanno il mazzo perché sanno cosa lavorare quanto quando e come.

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  11. uno junior da ZERO a 10.84 (vento contrario!) in 3 settimane... meno male che non ci sono talenti!

    http://www.atleticalive.it/17057/simone-landre-de-grasse-allitaliana-in-13-giorni-da-zero-alla-finale-degli-italiani-sui-100/

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